venerdì 27 dicembre 2024

IL FIAT DI PAOLA

 




     Se si potesse donare la vita...





Paola Tricomi,( 32 anni ), affetta da Atrofia Muscolare Spinale ( SMA ), è ricercatrice presso l' Università per stranieri di Siena ed è attivista per i diritti delle persone con disabilità : per questo è stata nominata Cavaliere all'ordine della Repubblica. 





Raccontami cosa si prova

a portare alla bocca un bicchiere

calibrando bene il moto e il peso

tra labbra e polso,

e bere. Raccontami

com'è camminare

sentendo la terra sotto la pianta

e la tensione dei muscoli così leggeri,

correre e saltare.

Raccontami, se lo ricordi ancora,

il tempo in cui si gattona

e quello di un morso

alla mela mentre gocciola il succo sul braccio.

Raccontami, dal ricordo di un' immagine o di invenzione :

com'è pettinarsi

e farsi scivolare un abito di seta,

mettersi il rossetto

per ammirare poi lo spettacolo della maschera.


Se allo specchio non ci riconosciamo,

è perché non ci conosciamo;

se, pur vedendoci, non ci vediamo,

è perché vediamo.

La conoscenza sprofonda nel sonno,

la visione è cieca.

Solo l' anima conosce,

ma è una stella direttiva e altissima,

è una colonna vertebrale scissa,

avvolta nel bozzolo della cecità o rimozione.


Io con te non avrei fatto l' amore :

mi sarei scambiata l' anima.

Sul letto uno sopra l' altro

sul bordo dell' abisso ridendo.

Cantando le stelle per metterle in saccoccia

illudendoci d' eterno.

Ti avrei chiesto un'intervista a me stessa

dove io avrei scritto le domande

e tu le mie risposte.

Come due fanciulli,

come quando ci siamo lasciati.



                                             ***


Se si potesse donare il respiro,

come si dona il sangue.

Se si potesse donare il tempo

come si dona un organo.

Se si potesse donare la vita

come si dona un bacio.

Se si potesse donare una sorte di stelle,

come si dona l' amore.

Se si potesse donare sollievo

come si dona una poesia.



                                                ***


Il mio amore per te è la mia più vera malattia

che mi guarisce dalla paura della morte.

Non amarti sarebbe una liberazione

che spegnerebbe la mia linfa vitale.

Il mio amore per te è la mia casa, il mio sentiero di pace,

lontano da ogni sofferenza

e la condanna del non poter venirne fuori.

Il mio amore per te non è riuscire a fare a meno

di perdonarti  tutto ciò che non potrei

perdonare a nessun altro.

E' capirti senza capirti,

sentirti senza sentieri, nel silenzio assoluto.

Il mio amore per te è una fiamma sempre accesa, 

che arde, consuma e illumina,

che più manca l' ossigeno e più si vivifica,

che sa di essere completamente inutile,

uno spreco immane, ma sente in sé

la necessità più estrema dell' esistere.


Il mio amore per te è attenderti all' infinito

in quel campo in cui tu non sarai mai

ma in cui io ti riconosco da sempre.



                                                ***


Quand'è accaduto che abbiamo imparato a interrompere

il nostro sentire

l' altro ( il mio prossimo : tu, tuo prossimo : io, me stesso )

- unica dote dell' umano e dell' animale addomesticato ?

Forse è accaduto quando abbiamo iniziato a travestire l' emozione,

l' abbiamo dopata per un utile,

l' abbiamo sottovalutata per doparci di logica

da rendercela a nausea

da confondere la coscienza,

da rendere la visione una sovrapposizione di labirinti

e la psiche narcolettica.

Forse è accaduto quando abbiamo iniziato a cambiare grammatica

dal " noi" al " me"

dall' " io tra voi " all' " io prima"

dal " me con loro" al " dopo me " ( se resta tempo ).

Quando ci hanno insegnato la centralità dell' individuo

mentre si smagliava la società in milioni di universi irraggiungibili.

Quando ci siamo convinti che tutto ha un prezzo

mentre noi per primi ci siamo trasformati in merci.

Quando ci hanno dimostrato che essere lupi tra lupi è tutelarsi

mentre si apriva la porta dell' inferno di solitudine fra esseri.

Quando ci hanno fatto vedere un mondo infinito a cui ambire

e la propria scalata comr l' unico nostro dovere.

Quando abbiamo esaltato la specialità in manti di ipocrisia

per appiattirci all' omologazione, semplificazione, velocizzazione, robotizzazione,

dimenticando che l' unica connessione autentica è " il me con te ".

Quando abbiamo dilatato gli orizzonti dei nostri mondi all' infinito

moltiplicando le vie a potenza ennesima

e le relazioni umane in metaversi spazi

senza prestare fede alla parola autentica,

senza insegnarla, senza ricordarne il suono.

Quando abbiamo smesso di crederci

perché non la riconoscevamo più

perché abbiamo perso la chiave nella catene delle interpretazioni.

perché l' abbiamo venduta e prostituita

e le connessioni semantiche sovrastrutturate si sono sfaldate.

Quando ci viamo venduti con lei per sopravvivere.


Il primo uomo si è messo l' impermeabile.

Il secondo lo aveva sottopelle.

Il terzo incarnava un pulsante di spegnimento.

Nel quarto l' anestetico era automatismo.

Nel quinto neppure consapevolezza.



                   Paola  Tricomi     da        Fiat



15 commenti:

  1. la prima e la terza sono davvero struggenti, una perchè fa riflettere su quanto possano essere difficili gesti che per noi sono banali, l'altra perchè è tutta un ossimoro dolce-amaro
    massimolegnani

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  2. Oltre ad essere d' accordo su quello che dici, ti trascrivo alcuni versi di un' altra sua raccolta " La voce e te donata ", dove si possono leggere ( qui ) alcuni componimenti:
    " Voglio imparare con te a collezionare varchi / squarci, catenacci spezzati / . Credo di esserne certa: non siamo qui per essere felici/, ma per lasciarci spalancare /. "
    Non trovo molte parole da aggiungere alla narrazione questi ( suoi ) abissi , abitati da una dolcissima ossessione.

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  3. Grazie a te, per la tua sensibile attenzione.
    Abbi una serena giornata !

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  4. Ecco, leggere di questi abissi pone - o dovrebbe porre - a disagio. Perché noi siamo tuttavia lontani da questa presa di coscienza, possiamo immaginare, forse, ma non sarà mai sufficiente perché non è il gesto preciso a restituire immagine, ma piuttosto un prima e un dopo che rimangono addosso a chi narra di stazioni, mentre noi guardiamo dal treno.

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  5. Caro Franco, è precisa la tua analisi, ma non è detto che " tutti guardino dal treno ".
    E' sempre così arduo mettersi nei panni degli altri !

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    1. Assolutamente no, c'è chi è impastato di sensibilità e suona medesime corde che tanti spesso neanche scorgono, io per primo.

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  6. Sono bellissime. Una persona che, evidentemente, ha saputo imparare dalle difficoltà, imparare dal dolore,. Non è così facile, più facile è chiudersi nell'egoismo, come spessissimo facciamo noi "sani", noi "facili".
    Bellissime. Grazie di averle pubblicate

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  7. te lo potrei raccontare.
    e tu raccontare a me.
    e in fondo è quel che fai

    grazie e ciao

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  8. Un'analisi che guarda da entrambi i lati - in quest'ultimo commento - con estrema lucidità. Grazie!

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  9. I commenti - da tutti i punti di vista - permettono di chiarire, con soddisfazione di tutti.
    il mio " grazie! " a te che mi permetti di esprimermi con libertà.

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  10. Già - come dicevo anche a Franco - con reciproca soddisfazione. Sentirsi " capiti e accolti " oggi è diventata una grazia rara.

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