lunedì 4 novembre 2024

PER SEMPRE VIVI


                                                      La morte, esperta dei cambi di scena...



La compresenza della vita e della morte quale esperienza esistenziale, rappresenta una costante nell'opera di questo poeta che si interroga sul mistero di questi due opposti in un dialogo di presenze e assenze tra luoghi biografici e volti della memoria. Una compresenza del vuoto / pieno che si fà coabitazione nel ricordo e si rivela in una presenza che ha già, in sé, l'altra faccia della mancanza. Nelle quattro sezioni del libro ( Apparizioni, Sogni, Silenzi, Dialoghi con mio padre ), si delinea un percorso esistenziale che si snoda tra bagliori accecanti e dolorose verità : la coscienza della precarietà umana, della fine e della perdita, la condivisione dell' orrore della malattia, la dimensione della morte e infine il fiato della vita, cioè l' amore. Nel silenzio e nel ricordo, in un dialogo perenne in absentia, l' amore è il cuore nevralgico di un'ontologia della finitudine umana, capace di sublimarsi nel dono del poeta al mondo.





Spegni la luce, andiamo

nella grande sala dove fa più freddo

o in cucina, dove si allargano i sorrisi

nei primi giorni di aprile.

Dieci volte si muore specie di notte

quando si cerca una mano tra le ombre

nella culla di un sogno finito male

nel fischiettìo del vicino insonne

con la memoria lunga dei contadini

sconfinati nelle albe aranciate.

Dieci volte si sopravvive ad ogni morte

ad ogni vapore mellifluo

se il cuore si stringe

per chi non c'è più da decenni

incoronato con il santo di una chiesa

introvabile nelle lunette

anche dopo la messa della domenica.



                                                    ***


Ne sogno pomeridiano c'è un angolo di giardino

la fermata per i nonni nella luce ondeggiante

nella lunga traversata primaverile.

Nel tempo corro per abbracciarli

ma la pioggia li ha già cancellati

in un vento leggero e remoto

risucchiato da ricordi tremuli

dalla catenina d'oro al collo.

Ritrovo solo l'ippocastano del millennio

respirare nel suo regno di terra e fuoco

fino al cuscino del letto vuoto

mentre un taxi passa ancora tra le case

diretto nelle frange del cielo

nel paradiso del rientro dei morti.



                                              ***


Dentro di me c'è un cuore magico

nella casa di Jorge Luis Borges

specchiato nel suo doppio

un volto che mi assomiglia

il segno di una ruga sotto l' occhio.

Il poeta avrà un gatto tra le mani

e salirà da una crepa del pavimento, cieco

libero dal suo corpo, ma con più udito

e un sorriso che lascerà aperta ogni porta

il confine tra ciò che accade e ciò che non siamo.



                                                    ***


Qui c'è aria di aldilà

più non so dire.

Qui sembra tutto finito

e se mi dicessero

che il vento è il mio fiato

ci crederei stringendomi a me

per l' ultima volta.

Invece domani mi sveglierò

alla solita ora

da questa morte provvisoria

che viene a parlarmi di notte,

quando si annoia.

E' discreta, non mi chiede

di seguirla nel crepuscolo cinereo

sa bene che si nasce e si muore 

più volte senza scongiuri

fino all' alba.

La morte entra ed esce da me

mi acquieta, non ne ho paura.



                                              ***


Svapora il fumo notturno

all'interno degli androni

per i sonnambuli della riviera

che hanno gli zigomi scavati

e un profilo più affilato.

Il grigio dell' alba non si riempie

per i sogni incorporei

degli uomini di mare,

schiusi come i gusci

delle vongole tra le reti.



                                             ***


Non toglierò la mia tua ombra di dosso

se non sarò pronto per andarmene.

Ho scritto così tanto sulle scomparse

che quando succederà la signora morte

esperta dei cambi di scena

mi farà un inchino.




                        Alessandro  Moscè    da     Per sempre vivi



5 commenti:

  1. Mi piace l'idea della Morte ad inchinarsi dinanzi alle nostre supposizioni, ammesso di averne azzeccate almeno un paio.. ma probabilmente resteremo tutti abbacinati dalla sopresa, voglio immaginare. Ma sarebbe facile previsione anche questa..

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  2. Penso che , pur avendo scritto tanto sulle scomparse - così dice il poeta - sia una metafora improbabile che la sig.ra Morte ci venga a prendere con un inchino. La Morte fa semplicemente il suo mestiere. Sta a noi " prepararci" ad accoglierla... In fondo, perché no? visto che sappiamo dall'inizio che prima o poi ci verrà a cercare... C'è ADDIRITTURA ( si fa per dire, viste le dimensioni del fenomeno ) chi la va a cercare! E ci sono infiniti ( e fantasiosi ) modi per farlo...

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  3. La morte è ineluttabile ed è proprio vero quel che canta il poeta: siamo come attori, come comparse che, dopo la nostra recita, dobbiamo uscire di scena per lasciare il palco a nuovi attori e comparse in vecchi o rinnovati scenari.

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  4. Tutto vero. L' unica differenza che si può fare riguarda il concetto che abbiamo della morte, e di conseguenza l' atteggiamento che assumiamo , il che è un campo molto vasto : si va da chi la desidera, la chiede come promessa del Paradiso, a chi la aborre e fa di tutto ( il possibile ) per allontanarla; a chi scappa ( ricordi Samarcanda di Vecchioni ? ) a chi va in Svizzera ( e altrove ) per anticiparla...
    Per me rimane un Mistero che vorrei vivere senza angoscia.
    Ma penso che invece di rimuovere il pensiero della stessa, bisognerebbe prepararsi. il che non vuol dire vivere da depressi e stare su una sedia ad aspettare che arrivi, ma essere consapevoli che è un aspetto della Vita che ci tocca. Ma proprio tutti.

    Benvenuto !

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