La morte, esperta dei cambi di scena...
La compresenza della vita e della morte quale esperienza esistenziale, rappresenta una costante nell'opera di questo poeta che si interroga sul mistero di questi due opposti in un dialogo di presenze e assenze tra luoghi biografici e volti della memoria. Una compresenza del vuoto / pieno che si fà coabitazione nel ricordo e si rivela in una presenza che ha già, in sé, l'altra faccia della mancanza. Nelle quattro sezioni del libro ( Apparizioni, Sogni, Silenzi, Dialoghi con mio padre ), si delinea un percorso esistenziale che si snoda tra bagliori accecanti e dolorose verità : la coscienza della precarietà umana, della fine e della perdita, la condivisione dell' orrore della malattia, la dimensione della morte e infine il fiato della vita, cioè l' amore. Nel silenzio e nel ricordo, in un dialogo perenne in absentia, l' amore è il cuore nevralgico di un'ontologia della finitudine umana, capace di sublimarsi nel dono del poeta al mondo.
Spegni la luce, andiamo
nella grande sala dove fa più freddo
o in cucina, dove si allargano i sorrisi
nei primi giorni di aprile.
Dieci volte si muore specie di notte
quando si cerca una mano tra le ombre
nella culla di un sogno finito male
nel fischiettìo del vicino insonne
con la memoria lunga dei contadini
sconfinati nelle albe aranciate.
Dieci volte si sopravvive ad ogni morte
ad ogni vapore mellifluo
se il cuore si stringe
per chi non c'è più da decenni
incoronato con il santo di una chiesa
introvabile nelle lunette
anche dopo la messa della domenica.
***
Ne sogno pomeridiano c'è un angolo di giardino
la fermata per i nonni nella luce ondeggiante
nella lunga traversata primaverile.
Nel tempo corro per abbracciarli
ma la pioggia li ha già cancellati
in un vento leggero e remoto
risucchiato da ricordi tremuli
dalla catenina d'oro al collo.
Ritrovo solo l'ippocastano del millennio
respirare nel suo regno di terra e fuoco
fino al cuscino del letto vuoto
mentre un taxi passa ancora tra le case
diretto nelle frange del cielo
nel paradiso del rientro dei morti.
***
Dentro di me c'è un cuore magico
nella casa di Jorge Luis Borges
specchiato nel suo doppio
un volto che mi assomiglia
il segno di una ruga sotto l' occhio.
Il poeta avrà un gatto tra le mani
e salirà da una crepa del pavimento, cieco
libero dal suo corpo, ma con più udito
e un sorriso che lascerà aperta ogni porta
il confine tra ciò che accade e ciò che non siamo.
***
Qui c'è aria di aldilà
più non so dire.
Qui sembra tutto finito
e se mi dicessero
che il vento è il mio fiato
ci crederei stringendomi a me
per l' ultima volta.
Invece domani mi sveglierò
alla solita ora
da questa morte provvisoria
che viene a parlarmi di notte,
quando si annoia.
E' discreta, non mi chiede
di seguirla nel crepuscolo cinereo
sa bene che si nasce e si muore
più volte senza scongiuri
fino all' alba.
La morte entra ed esce da me
mi acquieta, non ne ho paura.
***
Svapora il fumo notturno
all'interno degli androni
per i sonnambuli della riviera
che hanno gli zigomi scavati
e un profilo più affilato.
Il grigio dell' alba non si riempie
per i sogni incorporei
degli uomini di mare,
schiusi come i gusci
delle vongole tra le reti.
***
Non toglierò la mia tua ombra di dosso
se non sarò pronto per andarmene.
Ho scritto così tanto sulle scomparse
che quando succederà la signora morte
esperta dei cambi di scena
mi farà un inchino.
Alessandro Moscè da Per sempre vivi
Mi piace l'idea della Morte ad inchinarsi dinanzi alle nostre supposizioni, ammesso di averne azzeccate almeno un paio.. ma probabilmente resteremo tutti abbacinati dalla sopresa, voglio immaginare. Ma sarebbe facile previsione anche questa..
RispondiEliminaPenso che , pur avendo scritto tanto sulle scomparse - così dice il poeta - sia una metafora improbabile che la sig.ra Morte ci venga a prendere con un inchino. La Morte fa semplicemente il suo mestiere. Sta a noi " prepararci" ad accoglierla... In fondo, perché no? visto che sappiamo dall'inizio che prima o poi ci verrà a cercare... C'è ADDIRITTURA ( si fa per dire, viste le dimensioni del fenomeno ) chi la va a cercare! E ci sono infiniti ( e fantasiosi ) modi per farlo...
RispondiEliminaLa morte è ineluttabile ed è proprio vero quel che canta il poeta: siamo come attori, come comparse che, dopo la nostra recita, dobbiamo uscire di scena per lasciare il palco a nuovi attori e comparse in vecchi o rinnovati scenari.
RispondiEliminaTutto vero. L' unica differenza che si può fare riguarda il concetto che abbiamo della morte, e di conseguenza l' atteggiamento che assumiamo , il che è un campo molto vasto : si va da chi la desidera, la chiede come promessa del Paradiso, a chi la aborre e fa di tutto ( il possibile ) per allontanarla; a chi scappa ( ricordi Samarcanda di Vecchioni ? ) a chi va in Svizzera ( e altrove ) per anticiparla...
RispondiEliminaPer me rimane un Mistero che vorrei vivere senza angoscia.
Ma penso che invece di rimuovere il pensiero della stessa, bisognerebbe prepararsi. il che non vuol dire vivere da depressi e stare su una sedia ad aspettare che arrivi, ma essere consapevoli che è un aspetto della Vita che ci tocca. Ma proprio tutti.
Benvenuto !
Scusa la svista, volevo dire " bentrovato"!
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