Berrà tutta la luce che scalpita dentro il mio sangue...
" Il mondo intatto", opera prima di Laura Recanati, parla di terra, di segreti, di inverni lucidi e di nullificazione dell' esperienza umana. C'è una continua richiesta di luce - nel testo - la volontà di prenderla per poi fuggirla, e ciò si mescola brillantemente con la musicalità con cui l' autrice condisce il verso, creando un chiaroscuro sinestetico di melodia e ombra che conduce a un taccuino delle assenze. Il mondo intatto è un libro di stanze solitarie, di piccole morti, di tentativi - mancati - di salvezza.
L' ESILIO
Era scorgendo una trama diversa
del sole spalmato sull' erba
una diversa intelaiatura di raggi.
Credevo di poter decifrare
le segrete equazioni che dettavano
l' esilio mio da me, il mio arcano
starmi senza.
***
K
Ti toccavo le mani
e non sentivo le mie. Le tue,
due quarzi freddi.
Tagliuzzavi la bistecca avvizzita in mille pezzi
e ammucchiavi i bocconi ai bordi.
Il rumore del coltello
somigliava a una risata.
Ed eri così magra.
Mi hai raccontato di quando
quella notte in macchina col tubo del gas.
***
Il giorno veniva sempre obbediente.
Girava la manovella, accendeva le luci spente.
Osservavo il quotidiano quadretto tacere
e non sapevo perdonare
la presenza delle cose.
Mi dicevo : dev' essere l' arma di dio
questa presenza che soverchia l'ignoto
e sfila il dubbio come una spada dal fianco
ma il sangue resta e grida
nell' eco di caverne vuote, da un luogo
oltremare remoto.
Oltrecarne remoto.
***
Ho sempre amato quell' ora del giorno
in cui il sole non alle spalle
ma davanti al corpo getta l'ombra del corpo.
Allora camminavo come uno spettro
fradicia di luce nel giardino dell' ospedale.
E poggiando i piedi, ogni passo
da se stesso preceduto
coincidendo perfettamente mi sembrava
che fosse proprio dove doveva essere.
La mia gemella oscura mi indicava la via. Io
non ero che lo strascico calmo
la redine troppo a lungo tirata e lasciata
per aver fatto sanguinare il palmo.
Noi amavamo quell' ora del giorno.
Camminavamo come spettri
nel giardino dell' ospedale, eravamo
entrambe dissolventi
esiliate e incompiute
un malinteso di luce.
***
Un taglio qui.
Un altro qua. Vedi, così.
Tutto può essere una lama
ogni cosa alla giusta angolatura si affila.
Così il tuo dente scheggiato
ma anche una stella smagrita
o la lettera che ogni giorno mi scrivi
col tuo inchiostro bianco più bianco
di questa quiete che si aggruma
agli angoli della bocca.
Presto verrà la notte con la sua ghigliottina
farà un taglio netto, un tonfo.
Decapiterà il giorno.
Berrà tutta la luce
che scalpita dentro il mio sangue.
Laura Recanati da Il mondo intatto
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