domenica 17 novembre 2024

IL MONDO INTATTO DI LAURA

 


                                     Berrà tutta la luce che scalpita dentro il mio sangue...



" Il mondo intatto", opera prima di Laura Recanati, parla di terra, di segreti, di inverni lucidi e di nullificazione dell' esperienza umana. C'è una continua richiesta di luce - nel testo - la volontà di prenderla per poi fuggirla, e ciò si mescola brillantemente con la musicalità con cui l' autrice condisce il verso, creando un chiaroscuro sinestetico di melodia e ombra che conduce a un taccuino delle assenze. Il mondo intatto è un libro di stanze solitarie, di piccole morti, di tentativi - mancati - di salvezza.




L'  ESILIO


Era scorgendo una trama diversa

del sole spalmato sull' erba

una diversa intelaiatura di raggi.


Credevo di poter decifrare

le segrete equazioni che dettavano

l' esilio mio da me, il mio arcano


starmi senza.



                                                ***


K


Ti toccavo le mani

e non sentivo le mie. Le tue,

due quarzi freddi.

Tagliuzzavi la bistecca avvizzita in mille pezzi

e ammucchiavi i bocconi ai bordi.

Il rumore del coltello

somigliava a una risata.

Ed eri così magra.


Mi hai raccontato di quando

quella notte in macchina col tubo del gas.



                                                   ***


Il giorno veniva sempre obbediente.

Girava la manovella, accendeva le luci spente.


Osservavo il quotidiano quadretto tacere

e non sapevo perdonare

la presenza delle cose.


Mi dicevo : dev' essere l' arma di dio

questa presenza che soverchia l'ignoto

e sfila il dubbio come una spada dal fianco

ma il sangue resta e grida

nell' eco di caverne vuote, da un luogo

oltremare remoto.

Oltrecarne remoto.



                                            ***


Ho sempre amato quell' ora del giorno

in cui il sole non alle spalle

ma davanti al corpo getta l'ombra del corpo.


Allora camminavo come uno spettro

fradicia di luce nel giardino dell' ospedale.


E poggiando i piedi, ogni passo

da se stesso preceduto

coincidendo perfettamente mi sembrava

che fosse proprio dove doveva essere.


La mia gemella oscura mi indicava la via. Io

non ero che lo strascico calmo

la redine troppo a lungo tirata e lasciata

per aver fatto sanguinare il palmo.


Noi amavamo quell' ora del giorno.

Camminavamo come spettri

nel giardino dell' ospedale, eravamo

entrambe dissolventi


esiliate e incompiute

un malinteso di luce.



                                                     ***


Un taglio qui.

Un altro qua. Vedi, così.

Tutto può essere una lama

ogni cosa alla giusta angolatura si affila.


Così il tuo dente scheggiato

ma anche una stella smagrita

o la lettera che ogni giorno mi scrivi

col tuo inchiostro bianco più bianco

di questa quiete che si aggruma

agli angoli della bocca.


Presto verrà la notte con la sua ghigliottina

farà un taglio netto, un tonfo.

Decapiterà il giorno.


Berrà tutta la luce

che scalpita dentro il mio sangue.




                        Laura  Recanati    da   Il mondo intatto



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