sabato 18 marzo 2017

TU ABITI ALTRI INVERNI

 
 


                                                    Tu abiti altri inverni…


Tu abiti altri inverni,
abbandoni il tuo sguardo lentissimo
in altre stanze, in altre oscurità;
se socchiudi le labbra è per credere
al dominio dell'attimo:
fingi di ignorare il mio richiamo
e chissà con quale calma
disperdi l'assedio degli spettri
che ti invio da questa mia distanza.
O forse sono solo tormentate
memorie vaganti sulla terra,
senza un inferno dove riposare.


         Alessandro Quattrone  da       Prove di lontananza

2 commenti:

  1. Bellissima! La speranza di sapere che altrove c'è sempre qualcuno riempie di gioia. Anche se, a volte, questo altrove è troppo distante. Anche se, purtroppo, la lontananza o la distanza provoca sofferenza dell'animo.

    RispondiElimina
  2. Io, di questa poesia, trovo particolarmente intenso ed efficace l'ultimo verso " senza un inferno dove riposare...", cioè il paradosso di trovare pace anche nell'inferno. Che può essere non solo l'incomprensione del non-detto, ma anche lo struggimento del ricordo. Anche la lontananza può rappresentare un motivo di dolore, ma ci dà nel contempo la misura delle cose...

    RispondiElimina