( frida ) un casto cigno...assurdamente...
L'acqua del canale, da una chiusa in pietra,
si getta dentro quello stagno nero
dove, fuori stagione - assurdamente -
un cigno solitario, casto come neve,
galleggia, dileggio per la mente
opaca, che brama di trascinare
a fondo il riflesso bianco.
Il sole, l'occhio arancio di un ciclope,
austero, scende dietro l'acquitrino:
non si degna di ammirare più a lungo
una simile desolazione;
nere piume di pensieri, mi aggiro come un corvo,
tetra, nella tenebra che cala
invernale.
I giunchi dell'estate sono fissi
nel ghiacciaio come la figura
di te nel mio occhio; arido gelo
imbrina la finestra della mia ferita;
che conforto vorrà dalla roccia
se la percuoteremo, perché rinverdisca
il deserto del cuore?
Chi vorrebbe
addentrarsi in questo squallore?
Sylvia Plath da Poesie, 1956
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