mercoledì 11 gennaio 2017
LE COSE DELL'AMORE ( AMORE E DESIDERIO )
(...) Si fa presto a dire " amore ". ma quel che c'è sotto a questa
parola lo conosce solo il diavolo. E quando dico " dia - volo ",
dico lacerazione, tensione tra i massimamente distanti, come
massimamente distanti sono i punti della circonferenza che il
dia- metro congiunge. Si tratta di tensioni tra forze
incomponibili che agitano il fragile terreno delle nostre vicende
emozionali, lacerate tra le avventure del desiderio e il richiamo
della casa, tra il bisogno di trascendenza, in cui propriamente
consiste la natura dell'uomo che il desiderio alimenta, e il
terrore di perdere protezione, stabilità e sicurezza da cui l'
uomo non può prescindere.
Amore è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita
emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa,
ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove
- a nostra insaputa - scorre, in modo tortuoso e contraddittorio,
la vitalità della nostra esistenza.
Tutti - chi più chi meno - abbiamo esperienza del fatto che si
nutre di novità, di mistero e di pericolo e ha come suoi nemici
il tempo, che gioca a favore della realtà, produce il disincanto
e tramuta l'amore in un affetto privo di passione o nell'
amarezza della disillusione. L'amore svanisce perché nulla nel
tempo rimane uguale a se stesso, specialmente quando si ha a
che fare con le persone che la vita costringe a un
inarrestabile cambiamento. Ma non è il cambiamento a
degradare l'amore, siamo piuttosto noi a fare di tutto per
degradarlo. E ci sono ottime ragioni per cui siamo interessati
a questo degrado. La prima ragione è " l'impotenza psichica"
di cui parla Freud a proposito dell'autolimitazione che noi
operiamo nella nostra capacità di desiderare e di sostenere
il desiderio, per cui, scrive Freud :" Dove amiamo non
proviamo desiderio, e dove lo proviamo non possiamo amare"
( da "Contributi alla psicologia della vita amorosa" . n.d.r.).
Privo di desiderio, l'amore garantisce tenerezza, intimità,
sicurezza, ma non prevede l'avventura, la tensione e il senso
del rischio che alimentano la passione. Dal canto suo il
desiderio senza amore è stimolante, eccitante, vibrante, ma non
ha l'intensità e il senso di un'elevata posta in gioco che rendono
profonda la relazione. Non ci è dato, se non per brevi attimi,
di fare esperienza nello stesso tempo dell'amore e del
desiderio verso la stessa persona. E questo perché l'amore, che
nasce sotto il segno della stabilità e dell'eternità, vuole ciò
che il desiderio rifiuta. Il desiderio infatti non sa cosa vuole.
E' un atto infondato che trova insopportabile ogni gesto della
ripetizione volto a confermare se stesso. Come una forza
incontrollata, irrompe nella stabilità dell'ordine, producendo
nel senso, da tempo codificato, quel contro- senso che fa
ruotare i discorsi senza immobilizzarli attorno ad un
dispositivo reale. Per questo nel discorso provoca la parentesi,
l'interposizione. Insinuandosi come un incidente nella propria
vita , la fa traboccare, esponendola ad un altro senso, quasi
sempre fuorviante rispetto all'esigenza unitaria di una
biografia. E questo perché il desiderio, a differenza dell'amore
che vuole costruzione e stabilità, è un movimento verso un
punto di perdita. Non produce un altro linguaggio parallelo,
autonomo o alternativo a quello dell'amore, ma solo eventi il
più delle volte tra loro irrelati, che mirano alla dissoluzione di
tutto ciò che pretende di porsi come unico, come esemplare,
come subordinante la ricchezza e la varietà del molteplice.
Per questo, nel suo impulso, il desiderio non predispone una
risposta e non contiene una soluzione. Non si lascia presiedere
da alcuna logica. Se mai è ciò che rompe la logica del discorso
la sua grammatica, la sua sintassi. Il desiderio è ciò che nel
discorso fa problema . (...)
Umberto Galimberti da Le cose dell'amore
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