lunedì 28 aprile 2025

I LARI DI PAOLA

 



                                                                   Finché ci sono le rondini è estate...



                                                                     

ESTATI CHE


Finché ci sono le rondini 

è estate, il cuore sta

da qualche parte

poggia su questi

picchi guizzanti

incastonati nel vuoto

che stride a strapiombo.


E' un grido fuori e dentro.

Sono arrivare

le consanguinee.



                                               ***


C' era una dolcezza - la sera - all' imbrunire.

Un arrendersi all' abbraccio del buio

un lasciarsi andare. Nessun sospetto

che significasse la fine.

Tutto era attesa

rilascio cominciamento.

O forse la fine era dolce,

come una ricompensa.



                                                ***


Te la ricordi la sera

della malinconia ?

Era settembre 

nel bosco vivo

e calava il sole

ma c'era ancora

così tanta luce

che sembrava il giorno

non dovesse mai finire.

Erano le cose ferme

che cambiano

cadono

scaldano.

Come un ingresso in un  altro

mondo un andare incontro

a tutto quello

che doveva capitare.

Un venire ( qui ) un accadere.

L' inizio collocato

al vero centro

della fine.

L' odore d' esser sazi

( e poi non esserlo più ) :

quell' amore per le cose compiute.



                                                      ***


SENZA VOCE


A volte mi pare

di aver subito l' oltraggio

che è tuo.


E s' innalza il mio grido

al cielo e alla terra.


E non serve.



                                                     ***



caro padre,


quando gli occhi ti si allargano

di meraviglia al primo sguardo

a settantasette anni

sulle cose che sempre sono state

davanti agli occhi che

non vedevano


caro padre quando dici sì 

che va tutto bene

basta che cessi il male

e l' angoscia per tutto questo dolore

( di ora e di allora

è la stessa cosa )


caro padre 

quando il mondo viene eliso

nello spazio dell' attesa

di un domani leggero

concepibile

come un ricominciamento

così vicino alla fine


caro padre quando

senti il mio abbraccio più certo

cinquantuno anni dopo

gli otto o dodici che soli ti ricordi

in mezzo al vuoto pieno

di parole amare e silenzi feroci


caro padre che scopri il mondo

come avrebbe potuto essere

( che c'era e hai negato

fino a diventare inerme )


caro padre che porti le cose

con la fiducia dell' amore

per un breve tratto

tanto umano e presente

che vale finalmente

vivere e vivere

insieme

( per non morire

adesso ).



                                                  ***


Sei quieta e contenta

come non sei mai stata

alla fine della vita.

Dici tanti di quei Sì

tutti convinti e compresi

per dire che sei giunta

alla meta, e non ti spiace.

Hi i movimenti misurati ed essenziali

degli anziani, che non hanno più nulla

da sprecare e più nulla da investire.

Ti aggiri nell' orto

ti chini alle colture

alle erbe alle piante ai fiori

per prendertene cura

come speri qualcuno

stia facendo con te.

Guardi vicino e vedi

così tanto oltre. Oltre

questo caco, questo fico,

queste ortensie e questi gigli

oltre la salvia e l' erba cipollina

la canasta e i grasselli

la melissa e i mughetti

le felci ancora attorte

e l' alto lauro che separa,

finalmente, dal male

che hai accolto

con fede e con dolore

per serbarlo nel cuore,

farne concime.

Sei come quando sono

aggrappata alla roccia, in alto, *

e sto patendo, ma la roccia mi porta

leggera e mi dice che non è

un patire : è un amare.

Sono forse i tuoi capelli

poco bianchi o forse la tua pelle

così fresca a tradire la tua età

per una ragazzina che in valle

circolava con le trecce e il broncio,

in bianco e nero, sfumato seppia.



                                                     ***


cara Mari,  *


è il giorno dei morti,

e tu ormai - di fatto - potresti

considerarti tale

visto che non sei più tornata

e neanche riapparsa

da qualche parte

nota, nota al altri, o ignota


non ti ho più pensata

si direbbe in un certo senso

inaccurato

perché ti ho pensata, a volte,

( quante ? )

ma non sufficientemente

non abbastanza per dire

di essere stata 

con te

di aver continuato a stare

con te


ti ho lasciata

andare dove sei

voluta ( o dovuta ? )

finire, si potrebbe dire

oppure

che ti ho rimossa,

- come si dice -

dalla mia coscienza

per non sopravvivere

( si sopravvive meglio con i morti )

ma per stoltezza di vita :

perché anch'io ho cominciato

a morire

e in modo molto meno

significativo


cara Mari

sarebbe ora

cominciassi a pensarmi 

un po' tu

( a tenermi un po' in vita )

per lo meno il necessario

a farmi bene

finire.




                      Paola  Loreto     da    Miei Lari



Paola è una provetta scalatrice


Mari è una sorella scomparsa misteriosamente e di cui non si sono avute più notizie.



8 commenti:

  1. Memoria e dolcezza in questi versi che descrivono i sentimenti umani dinnanzi alla fine della vita.

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  2. A me hanno colpito molto: ero addirittura commossa. Questo per dire quali e quante corde interiori può smuovere la poesia.
    Grazie per la visita .

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  3. Di tutto a volte cogliamo una (piccola) parte, secondo la nostra misura.
    Di questi bei versi uno m'è risuonato "le felci ancora attorte" e l'ho usato per l'inizio di una poesia.
    Niente è del tutto nostro e quel (poco o tanto) è in prestito, a buon rendere. :)

    Que la nuit se passe paisiblement pour vous tous

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  4. E' vero che la poesia, quando esce dalle mani dell' autore, è patrimonio comune, dunque hai fatto bene a usare quel verso come inizio di un' altra creazione.

    La notte è stata comunque tranquilla, tenendo conto che ieri ho avuto un malore.
    Buona giornata a te!

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  5. Nel rinnovar l'augurio per innumerevoli tranquille notti e sereni giorni,
    se ne hai voglia, uscita dalla porta,
    dai un'occhiata alla poesia della felce attorta.

    très cordialement

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  6. L' ho letta e l' ho trovata molto particolare, anche nella metrica ( cui dai risalto ).
    Buon pomeriggio.

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  7. Grazie dei commenti, buon giorno di festa a te e a tutti i tuoi lettori.

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