Un punto d' ascolto prossimo alle nevi...
Scrittore dal verso nitido, depurato come da un' antichissima decantazione, siciliano di nascita, ma modenese d' adozione, Elio Tavilla è un autore appartato, sconosciuto ai più. Le sue poesie, raccolte in piccole, preziose plaquette stampate al computer per pochi fruitori, nascono da una profonda concentrazione interna in cui nulla è affidato al caso. Sono versi che hanno la capacità di definire con esattezza il farsi di un pensiero, gli elementi naturali, la memoria nel suo sorgere e dissiparsi, senza mai imprigionare nulla entro gabbie concettuali, sempre rispettando l' inafferrabilità del loro mistero. Segni di una ricerca della verità secondo le parole dell' autore : " che è nel mondo, ma non è verificabile nel mondo e di cui possiamo solo esprimere il mistero e la fatica di un avvicinamento ".
LA DISFATTA
fare caso alla bocca quando
tocca il cibo, allungarvi le dita
e restare in ascolto. Mica come
quella retta parallela che tagliava
il buono dal marcio senza il sentimento
che si deve in queste cose.
***
il perché delle lacrime, diceva
lo sai ? Lo sai come distende le ali
l' autunno al primo dispiegarsi
dell' inverno ?
Un punto d' ascolto prossimo
alle nevi, lo aveva visto sciogliersi
dal ghiaccio che covava dentro
un primo amen e basta, tu per te
sei la linea fratta di demarcazione
visiva, i polsi dentro l' acqua
convinciti che è vero.
***
niente più acquazzoni, un inverno
così non si era visto mai
alla lunga viene fuori il marcio
le cose sistemate alla meno peggio sotto
al letto, ci si farebbe a pezzi
per uscir fuor di metafora : bugie.
Cotti dal gelo si prendeva a botte
l' autista fantasmatico che a volte
le tagliava la strada.
***
ora o mai più. Barchette
di stagnola come pegno
dell' amore.
D qualcuno viene un grido
che ogni notte si alza
dai cuscini ; la leggenda si disperde
sopra i fumi alti dei fornelli.
Ora sai che dire, mai più vorrai
sospendere le trame della sera all' apice
storielline di tormenti.
***
la viva, l' innocente, la
disfatta, la pervenuta al fondo
del dilemma : prendere o
lasciare ?
Te l' ho detto ieri sera
prima di dormire, la conserva
per la notte si distrugge
tu piangi per bene, la sfumata
la nera, la sempre più disparsa.
Elio Tavilla Inediti
Io faccio fatica con questa tipologia di versi, che "non ingabbiano", vero, ma svolazzano fin troppo liberi e sciolti. A noi cogliere. E se non colgo nè afferro misteri, sicuramente colpa mia.
RispondiEliminaNo, non credo. In effetti si tratta di una poesia ultra - ermetica e - se la conoscono in pochi - a parte la naturale ritrosia dell' autore - pure un motivo ci sarà.
RispondiEliminaHo già avuto modo di chiarire - su questo blog - che non condivido pienamente ogni post, ma qualche autore lo pubblico P.C.
In questo caso mi aveva incuriosito il fatto che fosse stato ripreso da Fabrizio Centofanti sul blog " La poesia e lo spirito ".
Grazie per l' intervento.
Come Franco, anch'io faccio fatica a cogliere e dare senso alle poesie dell'autore che ci presenti. In pochi versi trovo troppe (per me) suggestioni che non riesco a conciliare. Credo occorra leggere altro di questo autore per entrare nel suo pensare e così cercare di capirlo.
RispondiEliminaCiao.
Hai ragione, bisogna entrare un po' più nel discorso. A parte i saggi molto complessi e credo improponibili per un blog , del tipo " Tempi del diritto. Età medioevale, moderna, contemporanea " o " Le leggi dei notai nella Modena ducale - 1653, 1815 ", credo di poter trovare qualcosa su " La Disisperanza " che è un testo di poesia.
RispondiEliminaSperiamo bene.
Grazie , Sar , i per la tua presenza.