La conta dei danni indugia nella voce...
LA CONTA DEI DANNI
Dopo la tempesta il pioppeto
allignato lungo la carrabile
ha un'altra prospettiva: giacere
inerme, allineato a terra, composto
come il mio dolore.
La conta dei danni indugia nella voce
di mia sorella, si farà legna
con tutti quei caduti, un camposanto
senza croci e senza corpi
e si faranno nuovi solchi, anche la nebbia
avrà cura di quest' attesa senza rabbia.
Il respiro - ferito -
riposa nella voragine
dove già cresce l'erba.
Anna Salvini Inedito
Componimento che richiama alla mente gli artigli di vento e di pioggia che hanno germito la mia provincia , la mia regione e dà forza all'eco di dolori mai completamente sopiti.
RispondiEliminaIl tuo commento, insieme al testo della poesia, mi hanno suscitato un senso di malinconia: forse la Poesia ci ha un po' abituati a una visione idilliaca del paesaggio, ma non dobbiamo dimenticare - per dirla con Leopardi - che la Natura ci è al contempo Madre e Matrigna, e come tale e volte - e giustamente - si vendica delle ferite che li suoi figli ignominiosamente le procurano.
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