La trasparenza non è mai cosa semplice...
IL MIO UOMO
Mio padre batteva il grano
il mio uomo batteva me
e tutto il vede diventava rosso
e le spighe e l'oro
mio padre stava sempre in ginocchio
il campo era la sua chiesa
il mio uomo mi portava a Messa
di domenica.
***
ANCORA UN ATTIMO
Grandinava, non mi sono spostata
sei sparito col tuo ombrello di marca
nei sottopassaggi della metropolitana
la mia bocca pronunciava scintille
e c'era un cane che mi ascoltava
come tu non faresti mai
con la tua compagna.
***
SULLA STRADA ( BUSINESSMAN)
Non ho paura dei tuoi soliloqui
quando me ne sto supina e la strada mi entra nel midollo
io non temo nessuna parola
mentre tu mi scivoli accanto come fossi aria
brandendo gli strumenti del tuo lavoro
ti preferirei con una spada vichinga
un elmo - magari - o uno scudo rotondo
ma tu sei banale anche in questo
io da quaggiù registro la flaccidità del tuo passo
il tuo sesso invisibile, la punta delle dita infiammate
dal calore dello schermo, mentre io lo so
come si carezza un sesso o un fiore
io lo so e per questo a volte piango.
***
A CASA NELLA MIA BOCCA
Ho le labbra rotte come questa vetrina
mentre scandisco il tuo nome
ti è sconosciuto - lo so - non è una colpa
tornare a casa nella mia bocca
sdentata, credimi se ti dico che anch'io
succhiavo latte da bambina e mi riempivo di neve
la bocca che adesso pullula di schegge e coperte infeltrite
albe fradicie radici spaccate
pensi che io sia elementare e trasparente
ma la trasparenza
non è mai cosa semplice.
***
CI SONO COSE CHE SPLENDONO
Adoro i pomeriggi in cui la città si accascia
sotto un temporale improvviso
e i giardini si svuotano e quelli sul retro
vuoti da sempre hanno accensioni
di clorofilla lungo i marcapiani
l' ho presa in pieno fin dentro le ossa
tutta l'acqua di Milano
ma non ho mosso un muscolo
oltre i vetri opachi del Mc
i ragazzini sono al sicuro
e debolmente felici
accade spesso anche a te
debolmente felice oltre un vetro
ma ci sono cose che splendono.
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SANGUE
Mi sveno per irrorare la città
col mio sangue tumultuoso
così ho detto alla tizia del Pronto Soccorso
ieri sera perché oggi sono già qui
lembi cuciti vestiti puliti
bocca spalancata sul buio
rosso delle ringhiere fiorite
non tace, non le piace
morire.
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LA DIFFERENZA
Un tempo non tossivo mai
e i gatti si sarebbero fatti mettere un guinzaglio
pur di seguirmi
anche gli uomini
li ritrovavo sempre alle ore sbagliate
ma c'erano, con le dita affusolate
e tutto il resto che a me è sempre piaciuto,
sicuramente non spazzavo le sagrestie
per guadagnarmi un pasto caldo
è indecente come l'età ci trasformi tutte
in ombre senza sesso
barbone sciancate o bambole di plastica
dimmi tu la differenza.
Elisabetta Sancino da L' ocra in punta di lingua
Davvero tristi le poesie che parlano di quanto un uomo possa scendere in basso nel suo essere uomo.
RispondiEliminaImmagini molto intense. Brava l'autrice
Altrettanto triste e crudele è il testo della canzone ; parla di una bambina cui è stata tolta l'innocenza e poi uccisa ( " il gigante taglia il fiore..." ) ispirata a un fatto di cronaca.
RispondiEliminaMa quando cesseranno tutte queste vessazioni sulle donne?
adoro Italia el pais mas hermosa de Europa
RispondiEliminaGrazie, cara amica, per la tua visita. Spero che oltre alle Bellezze del mio Paese, tu ami anche i nostri poeti. Benvenuta qui!
RispondiEliminaMi piacerebbe sapere di dove sei, così magari potremmo instaurare un dialogo...
A presto!