Io non so se tra le pallide rocce il tuo sorriso...
L' originalità di Amelia Rosselli non si basa sui temi di cui nella sua poesia si parla. Non è difficile verificare che i temi che caratterizzano la sua opera poetica sono tradizionalmente lirici, per quanto strano possa sembrare l'uso di questo aggettivo. Il punto è che questa sensazione di stranezza a parlare propriamente di lirica, deriva dal fatto che la strategia usata dalla poeta per affrontare dei temi tradizionalmente lirici ha ben poco a che fare con la lirica, così come essa ci arriva dalla tradizione. Se pure i temi sono quelli, troppo violento e straniato è il flusso verbale che li esprime, finendo per apparire in sé più pregnante dei temi stessi; finendo quasi per costruire la sensazione di una sorta di iperrealismo emotivo, comunque, crudo, scabroso, devastante nell'effetto.
Io non so se tra il sorriso della verde estate
e la tua verde differenza vi sia una differenza
io non so se rimo per incanto o per travagliata
pena. Io non so se rimo per incanto o per ragione
e non so se tu lo sai ch'io rimo interamente
per te. Troppo sole ha imbevuto il mare nella
sua prigionia tranquilla, dove il fiorame del
mare non vuole mettere mano ai bastimenti affondati.
L' alba si muove a grigiori lontana. Io non so
se tra le pallide rocce io incontravo lo sguardo,
io non so se tra le monotone grida incontravo
il tuo sguardo, io non so se tra la montagna
e il mare esiste pure un fiume. Io non so se
tra la costa e il deserto rinviene un fiume accostato,
io non so se tra la bruma tu t' accosti. Io non so
se tu cadi o tu tremi, tu non sai se io piango
o dispero. Disperare, disperare, disperare, è
tutto un fabbricare. Tu non sai se io piango
o dispero, tu non sai se io rido o dispero. Io
non so se tra le pallide rocce il tuo sorriso.
Amelia Rosselli da La libellula, panegirico della libertà- 1958
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