Aspetto....
Persisterà l'idea
d'aver concesso
possibilità di salvazione.
O ancor meglio
grida d'aiuto,
varchi per ogni cunicolo.
Ma le orecchie forse
si spaventano,
mal percepiscono
l'angoscia.
Se mi chiami
e atrocemente invochi
il mio nome,
io sono cemento.
***
Mi dilato
mi diffondo
sulle cose che sospiro
inspiro
mordo l'aria
mi contamino col tempo
così da non guardarlo.
Le lucciole si nascondono
sotto le siepi.
***
Aspetto
lo sgranchirsi dell'aria
il lento flettersi
delle giunture
l'afflato tremulo
degli spifferi.
Attendo il non gesto
il non atto
il non detto
che possa fluire sghembo
dalla mia nuca
fin sulla schiena.
***
Di verecondo furore
di cupa angoscia
mi rivesto
e ribalto le mie viscere
sul soffio di ciò che
sommerge.
Persisto
nell'udire il rumore del fuoco
per trarne
metafore mute.
***
Ho cercato
del midollo, il midollo.
Ho scostato l'impaccio
vagliato il tremito
ancora prima che spuntasse
sulla tua bocca.
Sorse e si spense
piegato dal gelo
dal ferreo tuo spirito.
Mi piaceva l'impaccio
e il taglio della tua fronte,
le ginocchia
le falangi rovinate.
Togli dal mio capo
le mani intrise
d'olio nero.
Giorgia Leuratti da Inchiostro
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