Abbi cura di me , dico.....
Sognano i bambini, ma non raccontano
agli adulti i loro sogni, solo ad altri bambini:
è necessaria una simile statura per abitare
mondi invisibili. Di notte certe creature hanno fame
e noi non sappiamo prevedere la prossima carestia.
Se aperti, i nostri libri non cantano più.
***
Bisogna essere prossimi alla terra
avere già nel corpo l'ambizione della fossa.
Sentire nella carne l'appassire delle ore.
E come si fa urgente fare il bene
praticare la salvezza.
Avere già negli occhi un po' di quello che vedremo
quando gli occhi chiuderemo a questa luce.
Bisogna poi saperlo un po' di cielo
averlo imparato dall'allodola e dal gufo.
Seguire come cambia la stagione
intuirne nei colori le promesse.
E poi bisogna andare
quando è ora essere pronti.
Allora sarà chiaro finalmente
che avevamo fatto tante prove
che in fondo vivere è coltivare
il seme eterno dell'attesa.
***
Tutti siano benedetti
i baci che sorprendono gli occhi.
***
Vegliare si deve su ogni stelo
che sorregge un petalo solo
ora che cadere non ha età
e i nomi restano nomi, sulle labbra.
Necessario si fa, vegliare
per intuire il mormorìo del gelsomino
che fiorisce di nascosto nel buio
ma non cela all'occhio sveglio la sua bellezza.
Venuto è il tempo della veglia
per chi ha visto il mare gonfiarsi
e la pioggia scendere irruenta
i fiumi esplodere, il fango scorrere.
Abbiamo guardato gli occhi
dei padri oscurarsi giorno dopo giorno.
Li abbiamo visti diventare estranei al mondo
dirsi battuti.
***
Abbi cura di me, dico,
tutto affidando.
Poi con la fronte tocco terra,
chiedo perdono al vicino di casa
perché quando lo guardo
negli occhi non vedo
l'eterna sua giovinezza, non vedo
la fronte rugosa che chiama speranza
non vedo la sua adolescenza.
Vedo soltanto la forma del mento
l'imprecisione del colletto
della camicia, mal piegata
la giacca sgualcita.
Vedo il passo insicuro,stanco
adeguato al peso dei suoi settant'anni.
Vedo solo quello che misero
riesco a vedere.
La pelle che muore.
Massimiliano Bardotti da La disciplina della nebbia
Davvero molto intenso.
RispondiEliminaMolto bello
Davvero. A giugno di un anno fa, pubblicai qui - dello stesso poeta - " La terra e la radice " e mi piacque molto. Ma non sempre capita di trovare la stessa corrispondenza in tutti i testi del medesimo autore . In questo caso il piacere è stato doppio...
RispondiEliminaGrazie per il commento.