martedì 31 gennaio 2017
CUORE CORAZZA
Perché ti ho e non ti ho
perché ti penso
perché la notte è qui ad occhi aperti
perché la notte passa e dico amore
perché sei qui a riprendere la tua immagine
e tu sei meglio di tutte le tue immagini
perché sei bella dai piedi fino all'anima
perché sei buona dall'anima fino a me
perché dolce ti nascondi nell'orgoglio
piccola e dolce
cuore corazza
perché sei mia
perché non sei mia
perché ti guardo e muoio
e peggio ancora muoio
se non ti guardo amore
se non ti guardo
perché tu esisti sempre ovunque
ma esisti meglio dove io ti voglio
e la tua bocca è sangue
e senti freddo
io devo amarti amore
ti devo amare
perché se la ferita fa male per due
anche se ti cerco e non ti trovo
anche se
la notte passa e io ti ho
e non ti ho.
Mario Benedetti da Inventario, poesie 1948- 2000
Yasmin Levy - Una noche mas
ti chiedo ancora di ingannarmi...per una sola notte in più...
lunedì 30 gennaio 2017
ORFEO. EURIDICE. ERMES
Era l'arcana miniera delle anime.
Esse per quella tenebra vagavano,
mute vene d'argento. Tra radici
sgorgava il sangue che affluisce agli uomini,
e greve come porfido sembrava
in quel buio. Di rosso altro non v'era.
V'erano rocce,
boschi spettrali. Ponti sopra il vuoto
e quello stagno grande, grigio, cieco
che incombeva sul suo letto remoto
come cielo piovoso su un paesaggio.
E la striscia dell'unico sentiero,
scialba tra prati, fragile e paziente,
pareva lino steso ad imbiancare.
Per quell'unica via i tre venivano.
Primo, nel manto azzurro, l'uomo snello,
muto e impaziente, gli occhi tesi avanti.
Il suo passo ingoiava il sentiero
a grandi morsi, senza masticare;
dalle pieghe cadenti gli pendevano
le mani, grevi e serrate, ormai
dimentiche di quella lieve lira
che sulla sua sinistra era cresciuta
come tralci di rosa sull'ulivo.
E i suoi sensi sembravano divisi:
l'occhio correva avanti come un cane,
si voltava, tornava e ripartiva
e aspettava lontano, a ogni curva -
ma l'udito indugiava come odore.
Talvolta a lui pareva che intralciasse
il passo agli altri due che dovevano
seguirlo su per tutta la salita.
Allora aveva dietro solo l'eco
dei suoi passi e il vento nel mantello.
Ma diceva a se stesso che venivano,
a voce alta , e udiva il suono spegnersi.
Sì, venivano infatti, ma entrambi
avevano il piede troppo lieve.
Se si fosse voltato ( e non poteva,
poiché un solo sguardo frantumava
tutta l'impresa da portare a termine ),
li avrebbe visti, i due dal piede lieve,
camminare in silenzio alle sue spalle:
il dio del moto e dell'ampio messaggio,
con il casco sugli occhi luminosi,
l'agile verga tesa innanzi al corpo,
le ali oscillanti intorno alle caviglie;
e nella sua sinistra, in pegno, lei.
Lei tanto amata che una sola lira
levò lamento più che mai le prefiche;
e sorse un mondo di lamento in cui
tutto ricompariva: bosco e valle,
strada e paese, campo e fiume e bestie;
e intorno a questo mondo di lamento,
così come intorno all'altra terra,
un sole si volgeva, e tutto un cielo
pieno di stelle, silenzioso, un cielo
di lamento con stelle sfigurate -
lei, tanto amata.
Ma, tenuta per mano da quel dio,
con il passo frenato dalle lunghe
bende funebri, ella camminava
incerta, mite e senza impazienza.
Raccolta in sé e come trasognata,
non pensava a colui che le era innanzi,
né alla strada su, verso la vita.
Era raccolta in sé, e la impregnava
il suo stato di morte.
Se un frutto è pregno di dolcezza e d'ombra,
quella sua grande morte la colmava,
così nuova che nulla lei coglieva.
A una verginità nuova era giunta
e intangibile; il suo sesso era chiuso
come un giovane fiore verso sera,
e le sue mani così disavvezze
alla vita nuziale che persino
il contatto di quell'esile dio,
tanto lieve e gentile nel condurla,
la turbava per troppa confidenza.
Ormai non era quella donna bionda
che si univa nei canti del poeta,
non più il profumo e l'isola del talamo,
né più era il possesso dell'uomo.
Era già sciolta come lunga chioma
e già dispersa come pioggia in terra,
e diversa come un retaggio in cento.
Ella era già radice.
E quando all'improvviso
il dio la fermò e con dolore
pronunciò le parole - Si è voltato!,
lei non comprese e disse piano - Chi?
Ma lassù, scuro sull'uscita chiara,
stava qualcuno, irriconoscibile.
Stava e guardava un tratto del sentiero
in mezzo ai prati ove il dio del messaggio
si voltava in silenzio, mesto in viso,
e si avviava a seguire la figura
che già ripercorreva quel sentiero,
con il passo frenato dalle bende,
incerta, mite e senza impazienza.
Rainer Maria Rilke , 1904
ORFEO E EURIDICE
(...) Io ti ho chiamato inconsolabile, Orfeo. Ma solo
uno come me, col mio destino di morte voluta,
poteva capire di te certe cose. Che con lucida mente
hai scelto di voltarti, che dopo aver visto il nulla in
faccia hai deciso che non valeva la pena di rivivere
ancora. Per te Euridice era una stagione passata,
una pagina chiusa per sempre. Hai capito che i morti
diventano altro, che non sono ombra o ricordo.
E hai pianto, sì, ma non era lei che cercavi; chiedevi
di te, della stessa tua sorte. Nessuno finora aveva
avuto il coraggio di dirlo. (...)
Daniela Pericone da Orfeo e Euridice " Lo sguardo sull'ombra"
domenica 29 gennaio 2017
PAESAGGIO INVERNALE CON CORVI ( e un cigno )
( frida ) un casto cigno...assurdamente...
L'acqua del canale, da una chiusa in pietra,
si getta dentro quello stagno nero
dove, fuori stagione - assurdamente -
un cigno solitario, casto come neve,
galleggia, dileggio per la mente
opaca, che brama di trascinare
a fondo il riflesso bianco.
Il sole, l'occhio arancio di un ciclope,
austero, scende dietro l'acquitrino:
non si degna di ammirare più a lungo
una simile desolazione;
nere piume di pensieri, mi aggiro come un corvo,
tetra, nella tenebra che cala
invernale.
I giunchi dell'estate sono fissi
nel ghiacciaio come la figura
di te nel mio occhio; arido gelo
imbrina la finestra della mia ferita;
che conforto vorrà dalla roccia
se la percuoteremo, perché rinverdisca
il deserto del cuore?
Chi vorrebbe
addentrarsi in questo squallore?
Sylvia Plath da Poesie, 1956
ARCO - BALENO
Quando c'è il sole e piove
qualche goccia di troppo,
- gioiello e lama -
con gli occhi fissi sul soffitto del cuore
sento di amarti
come nessun altro dolore.
frida
Saint Privat - Poisson rouge
Quando c'è il sole e piove...
sabato 28 gennaio 2017
OTTOBRE
O aura dorata di foglie, tu crei per me
un mondo che era e resta ancor oggi di sopra del tempo.
Non ho bisogno di decifrare l' Eternità
mentre cammino lungo questa strada arborea ai bordi di un villaggio.
Anche la brezza, perfino la temperatura
e il tipo di movimenti è precisamente lo stesso
di quando spezzò il mio cuore per la gioventù che passa. Ora sono sicuro
di qualcosa. Un qualcosa che sarà sempre mio ovunque io sia.
Voglio lanciarmi sulla pubblica via senza dar peso
a nulla fuorché al mormorìo di preghiera che la terra offre.
E' ottobre su tutta la mia vita e la luce si impone allo sguardo
come quando mi afferrò in un boschetto vicino alla tana della volpe.
Un uomo sta arando il terreno per la farina dell'inverno.
E i miei diciannove anni pesano come un macigno sui miei piedi.
Patrick Kavanagh da Andremo a rubare in cielo
L'IRONIA DELLA COSA
Non ho la raffinata audacia di uomini
che hanno padroneggiato la penna
o il borsellino.
I complessi di molti schiavi sono nei miei versi.
Quando drizzo le spalle per guardare al mondo sfacciatamente,
vedo talenti che freddamente
mi condannano a un'attrizione umiliante.
La mia era una missione da mendicante,
sogni di bellezza per la quale non avrei dovuto avere occhi.
E accontentarmi di camminare nelle retrovie,
guardando le pietre che specchiano
le delizie di Dio:
un narratore di storie di seconda mano.
Non era giusto
per la mia mente echeggiare i registri alti della vita,
e avere visto la vigorosa energia
dei petali di un fiore.
Patrick Kavanagh da Andremo a rubare in cielo
Einaudi - Le Onde
...non era giusto per la mia mente echeggiare i registri alti della vita...
venerdì 27 gennaio 2017
VEDRAI CHE E' BELLO VIVERE ( TEREZIN )
Furono 15.000 i bambini internati in quel posto
di morte e ne uscirono solo 100. Vivi, ma segnati
a vita da un ricordo troppo cruento per essere ricordato
e troppo forte e grave per essere dimenticato.
Chi s'aggrappa al nido
non sa che cos'è il mondo,
ma sa quello che tutti gli uccelli sanno e
non sa perché voglia cantare
il creato e la sua bellezza.
Quando all'alba il raggio del sole
illumina la terra
e l'erba scintilla di perle dorate,
quando l'aurora scompare
e i merli fischiano tra le siepi,
allora capisco come è bello vivere.
Prova, amico mio, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
quando cammini tra la natura
per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:
anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,
vedrai che è bello vivere.
Da un bambino di Terezìn , 1941
mercoledì 25 gennaio 2017
LA RESA
Sul viso queste linee perfette
che la luce bagna appena.
Linee dall'alto che sfaldano la luce
ricadendo sulla bambina che dorme,
sui lineamenti dritti, dolci, verticali;
il viso della bambina è diverso
cambia come il giorno
come ogni giorno cambia
per assomigliare a se stessa, diversa,
al diverso che cederà nel nulla
che già l'accompagna, rendendo
possibile la sua presenza attuale,
eterna.
Sul viso quelle linee perfette
ogni giorno perfette nella loro incoerenza
col perfetto che è sempre visione.
La visione è qualcosa che si arrende;
ancora - ogni tanto - combatto
con la mia resa;
la lingua diventa l'eco di un campo,
una lancia sospesa nel lancio,
non cade, salta.
La resa non ha obiettivi,
non sa definirsi, si bagna appena
rendendo.
Gianluca D' Andrea da Transito all'ombra
Secret Garden - Frozen in Time
La visione è qualcosa che si arrende: ancora - ogni tanto - combatto con la mia resa...
L' ISOLA DI ARTURO
(...) I primi raggi di sole, interrotti e corruschi, si allungavano sul
mare quasi liscio. Io pensai che fra poco avrei veduto Napoli,
il continente, le città, chissà quali moltitudini! E mi prese una
smania improvvisa di partire, via da quella piazza, da quella
banchina. Il piroscafo era già là, in attesa. E a guardarlo, io
sentiii tutta la stranezza della mia tramontata infanzia. Aver
veduto tante volte quel battello attraccare e salpare, e mai
essermi imbarcato per il viaggio! Come se quella - per me -
non fosse stata una povera navicella di linea, una specie di
tranvai; ma una larva scostante e inaccessibile, destinata a chi
sa quali ghiacciai deserti !. Silvestro ritornava coi biglietti, e
i marinai andavano disponendo la scaletta per l'imbarco.
Mentre il mio balio conversava con loro, io, senza farmi
vedere, trassi di tasca quel cerchietto d'oro che N. mi aveva
inviato la sera prima, e di nascosto lo baciai. A riguardarlo, ad
un tratto, una debolezza inebriante mi oscurò la vista. In quel
momento, l'invio dell'orecchino, mi tradusse tutti i suoi
significati : d'addio, di confidenza, e di civetteria amara e
meravigliosa! Così, adesso, avevo saputo che era anche civetta
la mia cara innamoratella! Senza conoscersi, certo, ma lo era.
Difatti, quale altro saluto di donna potrebbe mai esprimere una
civetteria più bella di questa sua, nella sua ignoranza?
Mandarmi in ricordo non il segno d'una mia carezza o di un
bacio, ma di un maltrattamento infame. Come a dirmi: anche
i tuoi maltrattamenti sono cose d'amore, per me.
Provai la tentazione furiosa di tornare indietro, correndo fino
alla Casa dei guaglioni. E di coricarmi accanto a lei, di dirle :
"Fammi dormire un poco insieme a te. Partirò domani. Non
dico che dobbiamo fare l'amore, se tu non vuoi. Ma almeno
lascia che io ti baci qua, all'orecchio, dove ti ho ferito".
Già però il marinaio, ai piedi della scaletta, stracciava i nostri
biglietti per il controllo; già Silvestro saliva, assieme a me,
la scaletta. La sirena dava il fischio della partenza.
Come fui sul sedile accanto a Silvestro, nascosi il volto sul
braccio, contro lo schienale. E dissi a Silvestro : " Senti, non
mi va di vedere Procida che si allontana e si confonde, diventa
quasi una cosa grigia...Preferisco fingere che non sia esistita.
Perciò, fino al momento che non se ne vede più niente, sarà
meglio ch'io non guardi là. Tu avvisami, fino a quel momento."
E rimasi col viso sul braccio, quasi in un malore senza nessun
pensiero, finchè Silvestro mi scosse con delicatezza, e mi disse :
" Arturo, su, puoi svegliarti".
Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme,
sconfinata come un oceano. L' isola non si vedeva più. (...)
Elsa Morante da L' Isola di Arturo
Ida Rendano - Ninna Nanna
..quanno aggià aspettà pe sta cu te stasera, cu sta luna chiena…
domenica 22 gennaio 2017
PER UNO SOLO DEI TUOI CAPELLI...
Fammi la carità: dammi uno solo dei tuoi capelli
onde io possa cucirmi le palpebre
e conservare - non vedendo altre donne -
eterna negli occhi
la visione della tua bellezza...
***
Io amo Dio che ha fatto i sogni
ché, se non ho potuto stare con te nella realtà
ti ho abbracciata nei miei sogni.
***
Ieri sera e stanotte - in sogno -
la trave si era rotta ed io ero caduto in acqua:
la trave eri tu, l'acqua il mio pianto.
Perché te ne sei andata, amica mia?
***
Se io ti rapisco - o donna - si dirà : il ladro,
al cielo ha preso la stella e alla terra il fiore.
da Canti d'amore africani
Mina - Venti parole
...ragazzo vestito di bianco e d'arancio...per guanciale il tuo corpo mi dai...
sabato 21 gennaio 2017
LA RESA
Scivolo dentro al morso che mi dai,
dentro al male che ti regalo.
Punta al collo - dici - al centro
tra memoria e voce, nel rosso.
Forse è amore questo o solo
ritmo della specie
nella sintassi dei corpi.
E' la resa alla fine,
la testa china nel rettangolo bianco
di cadute e ricordi.
- Un cielo dentro l'altro.
Domani altri padroni
nel nome scelto per questa fine.
Gabriela Fantato da Northen Geography
Nancy Sinatra - Bang Bang
bang...bang...lui mi ha sparato e non ha preso il tempo per mentire...
VITA CONTEMPLATIVA & VITA ACTIVA
(...) Forse la più importante fra le conseguenze spirituali delle
scoperte dell'età moderna e, nello stesso tempo, la sola che non
poteva essere evitata perché strettamente connessa con la
scoperta del punto di Archimede e con il concomitante
insorgere del dubbio cartesiano, è stato il rovesciamento dell'
ordine gerarchico tra la Vita contemplativa e la Vita activa.
Per comprendere come fossero impellenti i motivi che
determinarono tale rovesciamento, prima di tutto è necessario
liberarsi dal pregiudizio corrente che ascrive lo sviluppo della
scienza moderna, a causa della sua applicabilità, a un
desiderio pragmatico di migliorare le condizioni della vita
umana sulla Terra. E' un fatto storico che la tecnologia
moderna trae origine non dall'evoluzione di quegli attrezzi che
l'uomo ha sempre inventato con il duplice scopo di agevolare
la propria fatica e di costruire un mondo artificiale, ma
esclusivamente da una ricerca conoscitiva assolutamente non
pratica e priva di utilità. Così l'orologio, uno dei primi
strumenti moderni, non fu inventato per finalità pratiche, ma
esclusivamente per lo scopo altamente " teoretico" di
effettuare certi esperimenti con la natura. Questa invenzione
- certo - una volta che l'utilità pratica ne divenne evidente,
mutò interamente il ritmo e la fisionomia della vita umana; ma
dal punto di vista degli inventori fu meramente accidentale.
Se avessimo dovuto contare solo sui cosiddetti istinti pratici
dell'uomo, non sarebbe mai esistita una tecnologia, e sebbene
oggi le invenzioni tecniche già esistenti abbiano un certo
potenziale che genererà probabilmente fino ad un certo punto
altri progressi, è improbabile che il nostro mondo tecnicamente
condizionato potrebbe sopravvivere, e tanto meno svilupparsi
ulteriormente, se finissimo per convincerci che l'uomo è
essenzialmente un essere pratico. (...)
Hannah Arendt da Vita Activa
SULLA BANALITA' DEL MALE
Nel 1961, Hannah Arendt ( filosofa- allieva di Heidegger - storica
e scrittrice tedesca naturalizzata statunitense ), seguì le 120 sedute del processo Eichmann ( il famigerato criminale nazista ) come
inviata del settimanale New Yorker a Gerusalemme. Il resoconto di quel processo e le considerazioni che lo concludevano furono
pubblicate sulla rivista e poi riunite nel 1963 nel libro " La
banalità del male". La prima reazione della Arendt alla vista di
Eichmann fu più che sinistra : lei sostenne che " le azioni erano
mostruose, ma che chi le compì era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso". Ciò che la Arendt scorgeva in Eichmann
non era neppure stupidità, ma qualcosa di ancor più negativo: l'
incapacità di pensare :il criminale aveva sempre agito all'interno
dei ristretti limiti permessi dalle leggi ( naziste ) e dagli ordini.
Quegli atteggiamenti erano la componente fondamentale di quella
che poteva essere vista come cieca obbedienza. Inoltre, egli non era l'unica persona che appariva normale, mentre gli altri
burocrati apparivano come mostri, ma vi era una massa compatta
di uomini " perfettamente normali " i cui atti erano mostruosi.
Dietro questa terribile " normalità" della massa burocratica, che era capace di commettere le più grandi atrocità che il mondo avesse mai visto, la Arendt rintracciava la questione della
" banalità del male ".
( f. )
venerdì 20 gennaio 2017
L' UNICO BACIO
Conserva di me - almeno -
l'ostia sconsacrata
di quell'unico bacio
che ti divorai per fame
e che forse a te
nemmeno più è rimasto.
Ma poi che importa.
In fondo, quelle più struggenti
sono proprio le pievi senza altare,
dove l'anarchia dell'erba
commuove più di un alleluja.
frida
RITRATTO DI DONNA
Deve essere a scelta.
Cambiare, purchè niente cambi,
è facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
Ha gli occhi - se occorre - ora azzurri, ora grigi,
neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
Dorme con lui come la prima venuta, l'unica al mondo.
Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
Ingenua, ma è un'ottima consigliera.
Debole, ma sosterrà.
Non ha la testa sulle spalle, però l'avrà.
Legge Jaspers e le riviste femminili.
Non sa a che cosa serva questa vita, e se costruirà un ponte.
Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.
Tiene nelle mani un passero con l'ala spezzata,
soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
una mezzaluna, un impacco, un bicchierino di vodka.
Dov'è che corre, non sarà stanca?
Ma no, solo un poco, molto, non importa.
O lo ama, o si è intestardita.
Nel bene, nel male e per l'amore di Dio.
Wislawa Szymborska da Elogio dei sogni
Barbra Streisand - Woman in love
Quando occhi incontrano altri occhi il sentimento è grande...
giovedì 19 gennaio 2017
JANET FRAME - IL PRINCIPE FELICE
Nella registrazione per bambini del Principe Felice,
prima che ogni foglia dorata si stacchi dal corpo del principe,
la voce comanda : Volta pagina, Volta pagina,
come se i bambini non sapessero quando voltarla
e bastasse loro una sola riga per molti anni,
scorrendo e rimbalzando rumorosamente sulle parole
e frantumando le lettere giuste per trovare un giaciglio.
Volta pagina, Volta pagina.
Quando poi il Principe Felice perde gli occhi
e danno il suo cuore sciolto ai poveri,
e prendono il suo corpo dalla piazza e lo bruciano,
non c'è più bisogno di comandare Volta pagina,
perché i bambini sono cresciuti e sanno quando voltarla,
e, sapendo - quando - non sapranno mai più - dove -.
Janet Frame da The Goose Bath
DESTINO
frida dal Parco Vigeland di Oslo
Se piango, non temere:
non ti sarò vento agli occhi
né scroscio improvviso
di un destino a caso.
Fa' che ti tenga
lasciandoti andare.
frida
Kristina Train - I'm Wandering
Sto vagando... semplicemente girovagando...
mercoledì 18 gennaio 2017
SESSO E CIBO : PASSIONE E UN PIZZICO DI IRONIA
1 ) Sesso e cibo sono i grandi motori della storia: conservano e
diffondono la specie, provocano guerre e ispirano canzoni,
informano le religioni, la legge e l'arte. L'intero creato è
processo ininterrotto di digestione e fertilità : tutto si riduce a
organismi che si divorano l'un l'altro, si riproducono, muoiono,
fertilizzano la terra e rinascono trasformati. Sangue, seme,
sudore, cenere, lacrime e l'incurabile immaginazione poetica
dell'umanità alla ricerca di un senso...
Isabel Allende da Afrodita
2 ) Fra cibo e sesso esiste una sottile parentela che si chiama
" incorporazione". Cibo e sesso infatti sono due modi per entrare
nel corpo e ricostruire quel corpo - a- corpo che abbiamo
conosciuto all'origine nel ventre di nostra madre.
Umberto Galimberti da Publimania
3 ) Il vincolo tra il cibo e il piacere sessuale è la prima cosa che
impariamo quando nasciamo. La sensazione del lattante
attaccato al capezzolo, immerso nel calore e nell'odore della
madre, sono puramente erotiche e lasciano una traccia
indelebile per il resto della vita.
Isabel Allende da Afrodita
4 ) La cioccolata dà dipendenza, è eccitante come il caffè: contiene
l'alcaloide teobromina, ma possiede anche un valore simbolico
nei rituali del corteggiamento amoroso. Quale donna non ha
visto crollare le proprie difese davanti a una scatola di
cioccolatini?
Isabel Allende da Afrodita
5 ) Io ti amo : secondo me tu sei la più bella invenzione dopo i
profiteroles .
Robin Williams ad Amanda Plummer da La Leggenda del Re Pescatore
6 ) Le Golose
Perché non m'è concesso
( o legge inopportuna ! ),
di farmivi dappresso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema o cioccolatte ?
Guido Gozzano da " Le Golose " Poesie Sparse
7 ) La banana è un animale imparentato con il figlio prediletto
dell'uomo, quel figlio nascosto che ogni uomo porta con sé nel
sul del corpo, un figlio che ama svisceratamente e che mai
scapperà da casa in tutta la sua tormentata vita di uscite e
rientri senza la benché minima possibilità di evadere dalle
proprie radici. Mangiare una banana ha sempre un pizzico di
atto irreparabile e suscita nelle donne la stessa curiosità della
scomparsa di un coniglio nel cappello del prestigiatore.
Mànuel Vasquez Montalbàn da Ricette Immorali
8 ) La vulva di pecora e le mammelle di vacca sono eccitanti
infallibili, stando alle testimonianze di Messalina e di altre
donne di dubbia virtù; ma per solidarietà femminile omettiamo
le ricette .
Isabel Allende da Afrodita
9 ) E per concludere, non si deve dimenticare il fico, che in tutte le
lingue simboleggia i genitali femminili : eccomi dunque tornato
al Mito del Paradiso !
Georg Groddeck da Il Mito dell' Es
Enrico Giacovelli da Ma l' amore sì
martedì 17 gennaio 2017
MELANIE KLEIN - LA PSICOANALISI DEI BAMBINI
(...) Fu partendo dalla considerazione della differenza che esiste
fra psiche infantile e psiche degli adulti che trovai la via per
giungere alle libere associazioni del bambino, e quindi alla
comprensione del suo inconscio. Le caratteristiche particolari
della psicologia del bambino mi hanno permesso di elaborare
la tecnica dell'analisi del gioco. Attraverso i giochi, il bambino
esprime in maniera simbolica le sue fantasie, i suoi desideri e
le sue esperienze reali. Egli usa lo stesso modo di esprimersi
arcaico e filogenetico, lo stesso linguaggio - per così dire - che
ci è familiare nei sogni, e noi lo possiamo comprendere
veramente solo se lo trattiamo nel modo in cui Freud ci ha
insegnato a trattare il linguaggio dei sogni, di cui
l'interpretazione simbolica costituisce solamente una parte. Se
vogliamo comprendere correttamente il gioco del bambino,
dobbiamo valutarlo in relazione a tutto il comportamento
durante l'ora di analisi, non dobbiamo accontentarci di
cogliere isolati significati simbolici, per straordinari che essi
possano essere. Dobbiamo invece tenere presenti tutti i
meccanismi e i modi di rappresentazione, che sono gli stessi
che caratterizzano il lavoro onirico, e non dobbiamo perdere
mai di vista il rapporto di ogni singolo fattore con la
situazione totale. L' analisi dei bambini ci ha indicato
ripetutamente che un singolo giocattolo o il singolo particolare
di un gioco possono assumere i più diversi significati. Ci è
possibile afferrarne il senso solo quando conosciamo le altre
correlazioni nel contesto del gioco stesso e ci è chiara la
situazione analitica generale della quale fanno parte. Una
bambola, per una bambina - per esempio - può rappresentare
a volte il pene, a volte il bambino che elle vuole rubare alla
madre, altre volte ancora lei stessa. Effettivi risultati analitici
si posso ottenere solamente se riusciamo a mettere in chiaro
il rapporto tra questi elementi del gioco e il senso di colpa
del bambino, interpretandoli fino ai loro minimi dettagli.
Tutto il caleidoscopio, spesso apparentemente privo di
significato che i bambini ci mostrano in una sola ora di analisi
-il soggetto dei loro giochi, il modo in cui giocano, i mezzi che
impiegano, le motivazioni di un cambiamento di gioco- tutto
questo insieme di atti ha una sua logica e può rivelare il suo
significato se lo si saprà interpretare così come noi
interpretiamo i sogni. Il gioco infatti è il mezzo di espressione
più importante del bambino. (...)
Melanie Klein da La Psicoanalisi dei bambini
John Williams - Lullaby For An Angel
Ninna Nanna per un angelo....
domenica 15 gennaio 2017
EPICURO : SUL TEMA DEL MALE
" La Divinità o vuole abolire il male e non può, o può e non
vuole; o non vuole né può ; o vuole e può. Se vuole e non può,
bisogna ammettere che sia impotente, il che è in contrasto
con la nozione di divinità; se può e non vuole, che sia
malvagia, il che è ugualmente estraneo all'essenza divina; se
non vuole e non può, che sia insieme impotente e malvagia;
se poi vuole e può - sola cosa conveniente alla sua essenza -
donde provengono i mali e perché non li abolisce? ".
Epicuro, Frammento 374
Mozart - Requiem, Dies Irae
" Perché - se esistono gli angeli, a nessuno di loro spetta il compito di impedire che sulla terra avvengano cose che dovrebbero accadere solo nell'Inferno più profondo ? "
Christine Lavant da Appunti da un manicomio
VORREI GUARDARE BENE NEGLI OCCHI...
Vorrei guardare bene negli occhi tutte le offese,
e dire loro che niente al mondo è privo di salvezza
e che nessuna di loro mi ha offeso davvero,
perché ogni volta lo specchio dell'umiltà
cresceva dietro i loro colpi.
Più di tutto devo consolare le prime,
quelle che Dio ha gettato sulla mia infanzia
da altre infanzie
nella minuscola aiuola del mio amore.
Ora è arrivato il tempo del perdono.
Sarà perché sto per morire,
o perché tutto ciò che nutriva la mia vita
cade nelle mani della morte.
Forse la gioia è davanti alla mia porta,
una gioia cristallina e dura
che viene dalla forza più profonda della terra?
Prima che arrivi, devo mettere le monetine della pace
sugli occhi di tutte le offese
e aver completato il perdono
con la commozione del cuore.
Christine Lavant da Poesie scelte da Thomas Bernhard
Gabriel Fauré - Sicilienne for Cello e Piano
Vorrei dire che al mondo niente è privo di salvezza....
LES MULHERES...
"Les Mulheres que escrevem vivem perigrosament"
Stefan Bollmann, Lisboa 2006
E' una storia vecchia, vecchissima, anzi. E vale non solo per le donne che scrivono, ma anche per quelle che pensano, che leggono, che amano e che vogliono vivere con dignità la loro vita di esseri umani indipendenti. O c'è ancora ( sotto sotto ) il concetto che siamo una " costola di Adamo? "
frida
Agorà - Alejandro Aménabar
Ipazia e il moto della terra
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