lunedì 7 novembre 2016
LOU SALOME' E NIETZSCHE
(...)Lou e Nietzsche parlavano sempre, inesauribilmente: talvolta
anche dieci ore al giorno, perché i pensieri si intrecciavano e si
moltiplicavano come gli alberi della foresta: talvolta la
conversazione continuava dopo cena, al capezzale di Lou;
entrambi si sentivano felici di aver appreso tanto l'uno dall'
altro. Lou cominciò un DIARIO e UN LIBRO DOMESTICO
dove, col suo mimetismo poroso, imitava ora l'uno ora l'altro
( Nietzsche o Rée ).
Nietzsche la annotava e la correggeva e vi aggiungeva le sue
annotazioni.A volte Lou credeva di essersi innamorata
del suo vicino: " Due persone si innamorano perché l'intimo di
una è la cassa di risonanza in cui riecheggia ogni suono
intonato nel petto dell'altra". Poi si chiedeva : " Ma siamo
veramente vicini?. No, malgrado tutto non lo siamo."
In quei giorni a Tautemburg, Nietzsche avvertì - come mai nella
sua vita - la presenza del destino alle sue spalle, che lo
spingeva " verso la felicità". Cosa poteva fare lui se non
abbandonarsi a quella figura radiosa, col suo consueto " amor
fati? ". Da quando aveva conosciuto Lou, non era più solo:
ora voleva reimparare ad essere un uomo, entrando
arditamente nella vita. Pieno di speranze, si proiettava verso
il futuro, che aveva preso per lui i lineamenti di una ragazza
ventenne. " Quello che non speravo più, di trovare un
compagno della " mia suprema felicità e sofferenza", mi appare
ora possibile - come aurea possibilità sull'orizzonte di tutta la
mia vita futura." C'era in lui - a tratti - una paurosa esaltazione:
un senso di euforia, trionfo e vittoria che avevano già il suono
tremendo di" Così parlò Zarathustra". Lou era un angelo, uno
strano angelo bizantino che il destino gli aveva inviato.
" Quando tornai a volgermi verso gli uomini
e la vita, credetti che mi fosse stato mandato un angelo - un
angelo che mitigasse cose che il dolore e la solitudine avevano
troppo indurito in me, e soprattutto un angelo del coraggio e
della speranza". O forse era qualcosa di molto più profondo:
una figura che aveva abitato dentro di lui, nella sua anima e
nei suoi scritti; con un gesto di giocoliere sovrano, egli l'aveva
tratta alla luce - e ora, lì fuori, c'era lei con la sua crudeltà e
il suo splendore, identica alla visione interna. Non gli restava
che educarla, curarla, perfezionarla, esaltarla, venerarla,
adattarla alla sua anima, come fosse il più fedele dei doppi.
Non so se Lou Salomé abbia mai visto Nietzsche come l'
incarnazione di un dio:uno di quegli dei terribili e venerati ai
quali era impossibile concedersi. Anche Lou li amava: aveva
in comune con lui l'inclinazione per tutto ciò che è nascosto :
era affascinata dalla sua solitudine, e insieme provava una
specie di reverente e impaurita resistenza verso i suoi
sotterranei misteriosi. Lo criticava. Secondo Lou, malgrado la
sua ribellione anticristiana, Nietzsche era un uomo religioso:
anzi, un eroe religioso. " Non c'è nulla di male ad essere senza
Dio, purchè ci si sia veramente liberati da Dio. L'odio di Dio
è l'ultima eco dell'amore di Dio".
Con la sua acutissima intelligenza, Lou aveva ancora una volta
colto nel segno. (...)
Pietro Citati da Sogni antichi e moderni
Friedrich Nietzsche
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