mercoledì 23 novembre 2016
LA STORIA DI CAINO : E SE FOSSE ANDATA DIVERSAMENTE?
(...) La storia biblica di Caino e Abele, in cui Caino - invidioso -
uccide il fratello, viene costantemente riproposta come
parabola della rivalità fraterna: in realtà, può offrire molti
altri spunti. Nella storia di Caino scopriamo un riflesso della
vita emotiva dei ragazzi d'oggi: il loro desiderio di essere amati
e rispettati, e la loro propensione a rispondere all'umiliazione e
alla vergogna con rabbia e violenza invece che con la
riflessione e la comunicazione.
Questo breve racconto della Genesi si apre in modo abbastanza
semplice: i due fratelli, entrambi desiderosi di compiacere il
Signore, fanno ciascuno un'offerta, Caino prendendo i frutti del
suo lavoro nei campi, e Abele il miglior agnello del suo gregge.
Il Signore esprime compiacimento per l'offerta di Abele, ma
disprezza quella di Caino. Le Scritture non spiegano perché il
Signore risponda in modo così diverso al dono dei due
giovani, ma Caino si sente umiliato. Nella storia, Caino soffre
visibilmente -" la sua faccia si sconvolse" - e tuttavia non dice
una parola per esprimere i propri sentimenti.
" Perché sei tu sdegnato, e perché vai con la testa bassa?" è la
tagliente domanda del Signore a Caino. In altre parole " falla
finita! ". Il Signore dà poi a Caino una dura lezione,
ammonendolo di fare il bene e di tenere alta la testa. Il giovane
resta silenzioso, sebbene debba sicuramente soffrire e
ribollire di collera per il rimprovero, visto che subito dopo
attira il fratello in un campo e lo uccide. Quando il Signore,
ben sapendo dell'atto omicida di Caino, gli chiede che ne sia
stato di Abele, lui risponde: " Non lo so: sono forse io il
custode di mio fratello? ". Il Signore mette Caino di fronte alla
sua menzogna e lo bandisce nel paese di Nod, lontano dalla
sua famiglia e da qualsiasi futuro egli avesse immaginato per
sé. Messo di fronte alle conseguenze irreversibili della sua
azione, Caino piange, preso dal rimorso e dall'
autocommiserazione : " La mia iniquità è tanto grande che io
non posso sopportarla!". Sebbene il Signore segni Caino per
proteggerlo da ogni pericolo nel suo esilio, egli - con la
famiglia dispersa e il fratello morto - sarà oppresso per tutta
la vita. Palesemente assenti da tutta la storia sono i genitori
biologici dei due giovani, Adamo ed Eva, con i quali Caino
avrebbe potuto parlare o dai quali avrebbe potuto ricevere un
consiglio che lo riconducesse alla ragione. (...)
Dan Kindlon e Michael Thompson da L' Intelligenza emotiva
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento