L' amore è una questione di fede...
NOTTE A SAN CERIACO
Appoggiati si era al muro
della chiesa
e neanche pareva la notte,
coi suoi leoni,
tanto era forte il biancore-
della Luna
sul travertino. Ancora ti
ricordo pallida e
lacerata, con mani fredde e
poco tempo,
confusa nel paesaggio: c'era
il suono dei cantieri, di
pochi gabbiani,
del buio del mare. Non ci
volle molto
per dire tutto quello che
andava detto.
Bastò azzerare le distanze
fra le tua mano e il mio
petto, e morire.
***
L' ATTRACCO DEL MAESTRALE
Andrò a ritroso nella
nostra corsa
fino al disgaggio, le gambe
incrociate
dolenti - e gli occhi
annegati nel vento:
di mare erano i tuoi, i miei
lontani sulle scogliere di
Moher.
Tu non eri pronta - e
neanche io.
A lungo lasciammo la
sabbia
raschiare dal viso l'ultimo
sguardo
finché un sibilo metallico
segnalò l'attracco del
Maestrale.
( Poesie 2022)
***
CORSO TRIESTINO, ABISSO DI GROPADA
Non basterà il sermone
a districare il quesito.
Abbiamo smarrito dell'incontro
la caduta: a chi domanderemo
la forma originaria - il cippo,
la
radice - di questa scottante
rimanenza?
Mossi da richiamo, sciami
danzano lo sfondo che sfoca:
lì si perde il nubifragio, lì
svetta indomito
lo scranno del precipizio:
ne lambisci i confini ( ? ).
Continueremo il nostro esodo
nel tempo della goccia.
***
MESSICO - CHAPAS, CAMPO ESPLORATIVO RIO LA VENTA
Non ha fine la muraglia
graffiata dal monarca
che scorre inesorabile.
Perdute altezze
ombreggiano
la vita.
Qui il verde, mia cara,
fiorisce nel sogno - dilaga
e come un labirinto
mi stringe le sembianze.
Poi è il suono
a ridarmi la via:
ancora canta - del Sole
la caduta.
L'intricato Sufismo
della foglia.
Gli aspri colori
della ruggine.
Il dispiegarsi
d' antichi richiami.
Diafana verticale.
Come chi conta le stelle
metteremo insieme le parole,
setacceremo a fondo
il letto di arenaria,
confonderai la tua pelle
con le gemme del rio:
" L' amore
è una questione di fede".
***
SIVIGLIA E GROTTE ANDALUSE
Eri la palma
spezzata
nella verticale della visione,
il poster della Settimana Santa.
Eri la spada, la Passione,
la polvere deposta
ai piedi della Madonna. Eri
la sua corona di ruggini,
le guglie abbandonate,
il moresco che ha invaso
i giardini della torre.
Non chiedermi del tempo,
del moto dell'immobilità,
perché ho intravisto la rovina
nelle assenze del paesaggio,
fra questi monumenti funebri
scritti in lingua viva.
E mi spaventa tutto questo:
che abbiamo seppellito il
tramonto,
che la rondine becchi
la cenere del nido.
Eugenio Griffoni Inediti
( Poesie 2023 )
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