giovedì 18 gennaio 2024

NIENTE DI TIEPIDO PER IOLE

 


                                                   Le foglie cantano... i fiori dicono sorrisi...




Dio ranuncolo, fammi crescere dall'ala

della montagna dove la vanga non può conficcarsi

e l'aria esiste per i prati che ridono;

dove tutto è smisurato di bellezza,

anche la terra pregna di fango

che sgrava la vacca, che fa muggire il vitello.

Fammi essere quel vitello

che vibra, che cresce e poi marcisce

per concimare le radici del tuo esempio giallo.



                                                    ***


Una lettera per i prati,

una lettera per ringraziarli di essere prati

che sanno - che verdissimamente incitano -

all' altissima forma del vuoto.

Con ogni filo d'erba la sostengono,

col grano e con la brina;

senza timore la confondono

fino al vento e alla pioggia,

così che ogni cosa diventa

corpo che marcendo canta;

e gli alberi cantano, le foglie dicono sorrisi,

le api semplicemente ronzano, gli uccelli volano

di un volo felice di essere volo,

azzurro e vivace e libero.

Così, anch'io cado di mio vento,

in quel modo che sangue e ossa

fondono verde con bocca e l'odore

squillante dell'erba e l'altissimo prato e me.



                                                  ***


Si accosta al corpo fiorito

- è l'erba accasa sul sentiero -

entra - mentre tutto è sospeso -

tocca una a una le consonanze :

pietra con pietra

cielo con cielo

spazi vuoti con spazi vuoti

le unghie dell' aquila precisamente insieme

alle unghie dell'altra aquila.


Conta finemente il poco che viene

il tanto che va via.



                                                 ***


I fiori mi hanno detto

di lasciare le chiavi

di togliermi i vestiti

e di andare dentro il verde

fino a quando brucia

fino a quando la pelle brucia

fino a quando gli occhi bruciano

e le spalle, la nuca, le corde lasciate cadere bruciano,

fino a quando divento verde

e mi riempio di muschio e puzzo di fango

e mi disfo in melma e marcisco.


I fiori poi mi hanno detto

di restare ferma

anche quando la pioggia mi avrebbe sotterrato

e le radici mi avrebbero infilzato

e la terra mi avrebbe spinto

a impastarmi con altra terra.


I fiori mi hanno detto

di tenere stretta la paura

di tenere stretto il silenzio

di tenere stretto il dolore

di tenere stretti i larici la vigna il sole.


I fiori mi hanno detto

di credere a loro che sanno.




                          Iole Toini    da    Niente di tiepido




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