lunedì 4 dicembre 2017
IL DOPPIO SGUARDO DI SOPHIA ( L' eterno femminino e il diavolo ) 3
(...)Il mito faustiano, così come Goethe l'ha rappresentato,consente
di entrare nelle maglie della tensione moderna e superare ogni
limite e condizionamento, sia quelli legati al corpo, sia quelli
legati al sentimento e all'etica. Avere tutto, subito e senza
confine, è una faccenda diabolica, possibile solo al prezzo di
vendere l'anima. Quello del Faust goethiano è un mito moderno
per antonomasia. La sua figura infatti incarna il desiderio
moderno di affrancarsi da qualsivoglia decreto umano e nello
stesso tempo da qualsivoglia sottomissione al divino.Il desiderio
di possedere, di godere e di divenire visibili, si fa veramente
sprezzante di ogni limite, si fa superumano ed è condotto dal
capriccio del diavolo al quale l'uomo e la donna concedono
ignari la loro complicità, nella demenziale speranza di ottenere
eterna giovinezza, bellezza inalterabile, potere mondano, sesso
senza implicazioni di sentimento, nessuna restrizione economica
e - sogno dei sogni , illusione assoluta - speranza di eludere la
morte. Il tutto sorretto dalla presunzione intellettuale di
spiegare ogni cosa e di conoscerla senza residui attraversi i
doni che Prometeo ha concesso all'uomo rubandoli agli dei,
cioè il fuoco con cui è stato possibile mettere a punto gli
strumenti della scienza e della tecnica. Sono più che mai miti
maschili quelli che sorreggono l'idea di evoluzione. Miti di
potere che solo l' ethos differente dell'anima femminile, nel suo
superiore stadio sofianico, potrebbe stemperare ed equilibrare.
Un'illusione totale e devastante alimenta il mito faustiano:
sviscerare ogni segreto e depotenziarlo della sua carica
perturbante. Depotenziare il femmineo mistero dell'esistenza
come se l' Io potesse impadronirsene a suo vantaggio . Anche
la donna moderna corre questo rischio: a forza di differenziare
l' Animus - volontà dell' Io , determinazione, difesa,
progettualità sociale - rischia di mutare antropologicamente in
non si sa bene che cosa, ma comunque qualcosa di molto simile
al maschile. Ma il rovescio della tensione verso una presunta
oggettività sempre circoscrivibile della conoscenza, che in
realtà fa aleggiare la mefistotelica promessa di eterna
giovinezza, è l'illusione più radicale e assurda che l'essere
umano possa coltivare: aggirare la morte e, gabellandola con
sofisticherie scientifiche sempre maggiori, rimandarla all'
infinito: ucciderla. (...)
Carla Stroppa da Il doppio sguardo di Sophia ( L'eterno femminino e il diavolo )
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