giovedì 11 dicembre 2025

LA DISADORNA ( 2 )

 


                                                          Dimmi cos'è essere luce in questo lamento...



Migrazione, provvisorietà, stato di necessità sono dimensioni costitutive dell' essere umano, creatura sempre immemore delle proprie alterne sorti e dell' oscurità improvvisa che può impadronirsi di ogni esistenza. Ma nell' ombra di ogni perdita e impermanenza, nel dolore che si annida in ogni vissuto, c'è un punto radioso che - se scavato con grazia - ha in sé un portato chiaro, radicato in un bene inestinguibile : figure femminili tutelari, sacralità dell' amore e del desiderio, fondali d' impronta celeste che racchiudono sogni vivi e lucenti nel proprio morbido grembo. La poeta non ignora il pianto, la separazione, ciò che finisce o fallisce ma - al mancato - si espone, si piega e conosce rifugi che ancora sanno l' incanto della gentilezza. L' amicizia, il ricordo, le abitudini condivise, le promesse e le transizioni esistenziali, affiorano dall' accostamento - o dallo scontro - della sfera pubblica e di quella privata, persino da quelle relazioni ipotetiche nate nel solco di affinità elettive mai realizzate : " Eppure non ci siamo mai incontrati / solo un suono che lega le palpebre / il nostro modo di parlare col vento ".




Bruciano le ferite sulle mani

la polvere confonde controluce

- non guardarmi, non toccarmi

sono soltanto un essere sgualcito

diceva la fanciulla

coi capelli intrecciati

e un segno leggero sulla scapola

la punta di una fioritura, un' ala.



                                                     ***


Tu che lo sai, dimmi cos'è

essere luce in questo lamento

che arriva da lontano.


Essere luce nel fragore

nel desiderio, nella speranza

quando la vita si schianta.


Dimmi il peccato nella mano tesa,

nella lingua del corpo che si fa canto.



                                                  ***


E' il cielo delle falene bianche

solcato per un solo giorno.

E' la possibilità del gesto

che non è stato.

Che non ti ha salvato.



                                              ***


E' l' ora esatta

in cui tu mi accarezzi le caviglie.

Dal cielo in fiamme ci osserva

Dio, con la sua luce languida,

un alito caldo che avvolge la nuca.

E' il battito irregolare della fuga,

ad ogni stazione una preghiera

la perfezione blu del desiderio.



                                                   ***


Disadorna falena

quieta voli accanto

mentre mi porti il saluto dei morti :

stanotte una nenia antica, più dolce.




                         Rossella  Renzi  da     Disadorna




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