lunedì 29 dicembre 2025

IL NATALE DI EFREM

    

                                                                                  Efrem il Siro



                                                                                                                                                                                                    

PERCHE' - SIGNORE - IL PREZZO DELL' AMORE E' DI ESSERE DETESTATI ?


Natale non è la festa della bontà, ma  - in queste parole  - sembra invece la sfida definitiva lanciata dall' amore alla morte, l' inizio del duello finale.


" A causa tua eccomi detestata, o tu che tutti ami". Rimango folgorato da questo passaggio di Efrem il Siro, è il sesto inno sulla natività, e a cantare è Maria. Parole affilate le sue, coraggiose : non è vero che l' amore dilata amore, che chi ama è sicuramente riamato, non sarà così per il figlio che la donna tiene in braccio, per l' incarnazione dell' Amore, perché colui che tutto ama  morirà detestato.

Respiro profondamente, sollevo lo sguardo dal libro, cerco conforto nel piccolo presepe che mi guarda dall' alto, provo a salvarmi dall' agguato di queste righe : perché - Signore - il prezzo dell' amore è di essere detestati ? Il bambino nella culla rimane muto, le luci elettriche lampeggiano irridendo la mia ingenuità; torno ad affondare gli occhi nelle pagine del libro " eccomi perseguitata " continua la Madonna di Efrem, " per aver concepito e partorito l' unico rifugio degli uomini ". Ora le sue parole mi sembrano commosse, quasi stupite, la colpa dell' odio è quella di aver partorito l' unico rifugio per gli uomini, e forse comincio a capire. Non un rifugio, ma l' Unico, dice Maria: significa che Cristo ha reso inabitabile tutto il resto.

Maria è detestata dagli uomini per averci sottratto l' illusione di poter trovare salvezza anche altrove; l' amore fa paura perché è esclusivo, totalizzante.

" Ecco che freme il mare contro tua madre, come contro Giona ". Nel mio poverissimo presepe, Maria ha le braccia spalancate in posizione innaturale, le parole di Efrem trasformano ai miei occhi un goffo atto di adorazione in una richiesta di aiuto. Donna naufragata nella violenza degli uomini ,chiede al figlio di guardarla, di salvarla, " ecco che Erode il flutto vittorioso, vuole affogare il signore dei mari". La tensione è al culmine : Maria guarda quel bambino fonte di amore e di odio, guarda quel figlio fragile e pericoloso ed esplode in una domanda commovente, parole che mi sembrano la genesi di qualsiasi cammino di fede : " Dove devo fuggire ? Insegnamelo tu, o maestro della madre tua.". 

Le lacrime mi salgono agli occhi : la madre si mette nelle mani del figlio, la fede diventa una fuga per la sopravvivenza: quella in Egitto sarà solo la prima.  Natale non è la festa della bontà ma - in queste parole - sembra invece la sfida definitiva lanciata dall' amore alla morte, l' inizio del duello finale. Maria sembra la prima ad accorgersene: la nascita dell' Amore risveglia la belva, la morte farà di tutto per cancellare quel bambino. Dove fuggire ?

Nelle parole di Efrem sembra che il bimbo abbia suggerito al cuore di Maria la risposta: così la donna canta la preghiera che faccio mia davanti a questo presepe che non ha nulla di artistico, ma che è stato dei miei nonni e che mio padre ha conservato e mi ha consegnato e che ora è qui con me. Presepe dozzinale, ma carico del ricordo di persone che ho amato e che mi mancano, carico quindi del mormorìo tetro della morte, così la Madonna di Efrem mi salva, mi aggrappo alle sue parole, diventano mia preghiera per la sopravvivenza, mio augurio per voi : " Fuggirò con te per ottenere vita, per mezzo tuo, in ogni luogo. Con te la fossa non è più una fossa, perché per mezzo tuo si sale al cielo. Con te il sepolcro non è più un sepolcro, perché tu sei anche la resurrezione ".



                                  Alessandro  Dehò



venerdì 19 dicembre 2025

GLI ATTRAVERSAMENTI DI BARTOLOMEO

 

                                                                   Quando l' anima è in quiete silenziosa...




ORTIGIA IL CASTELLO


Sul camminamento

tra sassi disossati da secoli

e passi turistici andati

mi abbraccia la pace.


" Vola con noi ! " mi chiamano le rondini

a picco radenti alle feritoie.


Misuro a cuore quanti palmi

dista il muro di cinta dal fondale,

il tramonto frigge scarlatto la spuma.


Dopo questa abluzione di cielo addosso,

dopo questa luce nuziale

che mi ricongiunge all' Essere,

come posso tornare indietro

a forma corrotta di cellule impazzite e scorie corporali ?


Non ha un corpo il vento, non lo hanno il fulmine, il tuono

e le nuvole, ma quando questi si elevano alle sfere più alte,

lì essi trovano il loro corpo di luce. Allo steso modo quando l' anima

è in quiete silenziosa, essa si eleva e abbandona il corpo,

raggiunge il suo spirito supremo e trova il suo corpo di luce.


Lo iodio e il sale marino

dissolveranno ogni attaccamento

quando sarò eco della risacca.




                        Bartolomeo  Bellanova   da    Attraversamenti


giovedì 18 dicembre 2025

NON SOLO TEGOLE

 


                                                                            Dall ' Inverno  di  Vivaldi




NON SOLO TEGOLE


Quell' inverno

era stato così bianco

da rompere

quella sesta tegola

a sinistra

appena sopra il cuore


che la casa

finì col congelarsi.

Improvvisamente.




                                           frida



IL NOME DI EURIDICE

 


                                                            Da quando è partita non nasce più un fiore...



Come tutte le ninfe, Euridice accompagna le processioni degli dei, quando uomini e bestie diventano inni viventi, prede e sacrifici. E' allora che il desiderio e la follia rapiscono come l' intrico della foresta ; si entra convinti di poterne uscire, ma dopo pochi passi si è persi per sempre. Euridice aspettava l' amato : sapeva che il segno di Orfeo - la sua lira che è anche un arco - non può esistere senza la discesa nell' Ade ; forse Euridice sapeva che Orfeo doveva perderla una seconda volta. La lira di Orfeo - come l' arco di Apollo -  uccide da lontano : lo sguardo è la freccia che mira al cuore della morte: Se la poesia dà una seconda morte, allora essa non è più potestà di Hades. Il dominio sulla morte è insidiato dal canto : questa è la follia del poeta.

In quell' attimo dove il bacio e la morte hanno preso quel nome nascosto nel cuore.




IL TEMPO VEGLIA


Non è gradito, almeno

non lo è stato, poter vedere oltre.


Le forme contorte,

gli splendori, gli strazi.


Queste parole ridotte

a un' assenza.


Il tempo veglia e non veglia

nel cuore del poeta.



                                          ***


QUEL CHE IL MARE SCROSTA


Il tempo di leggere

quel che il mare

scrosta dai muri.


L' andatura lenta

nel sole impazzito

di ogni barca lontana.


L' onda profonda

che scava lo spirito

di questa ferita.



                                             ***


LE ACQUE SORGENTI


Sei il veicolo di questi versi

anomali.

Senti una mano sulla spalla,

mentre tenti di finire questa

riga.

Le acque sorgenti del destino.



                                          ***


IL GRANDE VIALE DELLE ANIME


I luoghi che hai trovato oltre

la sabbia, i luoghi

dei quali non sai piangere

hanno lottato per giungere

alla penna. E ora

l' attimo, nel grande

viale delle anime, non può

essere riconosciuto.



                                              ***


COME UNA PORTA


Lascia quel che resta  dello spirito

lontano dai palmi rivolti al cielo.


Quando giustizia e natura coincidono

chiudi nei tuoi versi la paura.


Stridi come una porta,

che non può aprirsi né chiudersi.



                                               ***


L' INCONSISTENZA DELLE MANI


Traduci e disperdi la paura.

Disperdi lacrime e parole.

L ' inconsistenza delle mani.


                                   Ecco la notte

                                   in cui il cuore

                                   viene cancellato.





              Gianluca  Chierici   da     Devi ancora inventare Euridice



mercoledì 17 dicembre 2025

L' OMBRA DI CHI PASSA

 

                                                                             Lei che è pura astrazione...




RITARDANDO IL BALZO, ECCO CHE LASCIA


Ritardando il balzo, ecco che lascia

la preda in un illusorio palpitare,

lei che è forte di segreta ferocia,

pura astrazione

in grado di evitare la fame

e splendere comunque di digiuno.




                        Alessandro  Quattrone    da    L' ombra di chi passa



martedì 16 dicembre 2025

OVERDOSE

 


                                                                A. Steffani - Morirò tra strazi e scempi...



OVERDOSE


M' hanno trovata accartocciata

sul marciapiede della notte,

l' ago piantato in vena.


Uccisa da un' overdose di vita

tagliata con troppo dolore.





                                            frida


sabato 13 dicembre 2025

DI VERDE VESTITA

 


                                                                        Mi porto questo silenzio....




SILENZIO


Le parole le dò 

alla carta;

mi porto questo silenzio

carico di compagnia;

leggo gli sguardi che

tengo anche dopo aver

abbassato la palpebra.




                           Emanuela  Zoccolotto   da    Di verde vestita


giovedì 11 dicembre 2025

LE OCHE SELVATICHE DI MARY

 


                                                                        Bruno Liljefors -  Oche selvatiche




OCHE  SELVATICHE


Non devi essere buono.

Non devi camminare sulle ginocchia

per cento miglia nel deserto in penitenza.

Devi solo lasciare quell' animale morbido del tuo corpo

amare ciò che ama.

Parlami della disperazione, la tua, e io ti parlerò della mia.

Intanto, il mondo va avanti.

Intanto, il sole e i cristalli della pioggia

girovagano per i paesaggi,

su praterie e alberi profondi,

montagne e fiumi.

Intanto, le oche selvatiche, alte nel cielo blu,

volano verso casa.

Chiunque tu sia, non importa quanto sei solo,

il mondo offre sé stesso alla tua immaginazione,

ti chiama come le oche selvatiche,

brusco e seducente - mostrandoti sempre il tuo posto

nella famiglia delle cose.




                              Mary Oliver   1935 - 2019   da  Voci americane  ( Trad. di  Stefanie Golisch )



L' AMORE E' TUTTO

 

                                                                Discorso di sant' Agostino sull' amore




" Se tacete, tacete per amore.

   Se parlate, parlate per amore.

   Se correggete, correggete per amore.

   Se perdonate, perdonate per amore.

   Sia sempre in voi la radice dell' amore, perché solo da questa           radice può scaturire l' amore.

   Amate, e fate ciò che volete.


   L'  amore nelle avversità sopporta, nella prosperità si modera,     nelle sofferenze è forte, nelle opere buone è ilare, nelle tentazioni è   sicuro, nell' ospitalità generoso, tra i veri fratelli lieto, tra i falsi,   paziente.


  E' l' anima dei Libri sacri, è virtù della profezia, è salvezza dei   Misteri, è forza della scienza, è frutto della Fede, è ricchezza dei   poveri, è vita di chi muore.


 L' amore è tutto. "



LA DISADORNA ( 2 )

 


                                                          Dimmi cos'è essere luce in questo lamento...



Migrazione, provvisorietà, stato di necessità sono dimensioni costitutive dell' essere umano, creatura sempre immemore delle proprie alterne sorti e dell' oscurità improvvisa che può impadronirsi di ogni esistenza. Ma nell' ombra di ogni perdita e impermanenza, nel dolore che si annida in ogni vissuto, c'è un punto radioso che - se scavato con grazia - ha in sé un portato chiaro, radicato in un bene inestinguibile : figure femminili tutelari, sacralità dell' amore e del desiderio, fondali d' impronta celeste che racchiudono sogni vivi e lucenti nel proprio morbido grembo. La poeta non ignora il pianto, la separazione, ciò che finisce o fallisce ma - al mancato - si espone, si piega e conosce rifugi che ancora sanno l' incanto della gentilezza. L' amicizia, il ricordo, le abitudini condivise, le promesse e le transizioni esistenziali, affiorano dall' accostamento - o dallo scontro - della sfera pubblica e di quella privata, persino da quelle relazioni ipotetiche nate nel solco di affinità elettive mai realizzate : " Eppure non ci siamo mai incontrati / solo un suono che lega le palpebre / il nostro modo di parlare col vento ".




Bruciano le ferite sulle mani

la polvere confonde controluce

- non guardarmi, non toccarmi

sono soltanto un essere sgualcito

diceva la fanciulla

coi capelli intrecciati

e un segno leggero sulla scapola

la punta di una fioritura, un' ala.



                                                     ***


Tu che lo sai, dimmi cos'è

essere luce in questo lamento

che arriva da lontano.


Essere luce nel fragore

nel desiderio, nella speranza

quando la vita si schianta.


Dimmi il peccato nella mano tesa,

nella lingua del corpo che si fa canto.



                                                  ***


E' il cielo delle falene bianche

solcato per un solo giorno.

E' la possibilità del gesto

che non è stato.

Che non ti ha salvato.



                                              ***


E' l' ora esatta

in cui tu mi accarezzi le caviglie.

Dal cielo in fiamme ci osserva

Dio, con la sua luce languida,

un alito caldo che avvolge la nuca.

E' il battito irregolare della fuga,

ad ogni stazione una preghiera

la perfezione blu del desiderio.



                                                   ***


Disadorna falena

quieta voli accanto

mentre mi porti il saluto dei morti :

stanotte una nenia antica, più dolce.




                         Rossella  Renzi  da     Disadorna




martedì 9 dicembre 2025

INVITO AL VIAGGIO

 


                                          Ti invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto...





TEOREMI  PROFETICI


Partono da distanze siderali

le sfide di un sincronico battito,

e dai teoremi profetici

sgorga tangibile il gesto :

unico e solo baluardo

a qualsiasi effimero dire.




                                               frida



lunedì 8 dicembre 2025

ABBI CURA DI ME

 

         Eppure ci sarà un posto dove restare e rintanarsi ad aspettare...





TERRA FERMA


d' altro canto

non saprei come inoltrare

la risposta a lettera di anonimo

spedita da oltremare : chiede ragione

di così tanta acqua tra le sponde


mentre riversa oceani di stupore

sull' incredulità.


Parlavo di terra ferma :

in rotta di deriva.



                                                      ***


BALBUZIENTE


appesa a una gruccia nell' armadio

sgualcita cantilena mette punti

per ricucire trame

di un impensato originario ordito

come esercizio di logopedia :

è balbuziente l' anima smarrita.



                                                         ***


LA MUTA


eppure ci sarà dove restare

- se mai desiderio di una sosta -

e rintanarsi ad aspettare

quando verrà premura.


Né rotta né deriva

né scie di correnti calcolate :

l' attesa che un riflesso 

cambi pelle,


assistere l' affanno della muta

mentre è sospeso il tempo

che non ha figura

prima che voli via un pensiero.



                                                 ***


HO TRASLOCATO


ho traslocato l' anima in esilio

e i sassi

che mi porto dietro :

da ripetuti danni

macerie

già destinate alla disattenzione


come per ricomporre :


l' inventario

mette in cornice pezzi di memoria,

strappi nella trama

e autoinganni;

disadattata più di quanto basta

lucida a specchio,

sembianze d' irrealtà,

dolore fondo

nel disumano estraneo d' altro mondo.



                                                       ***


ORNITOLOGIA


parliamo del volo degli stormi,

parliamo dei gabbiani,

dei ritorni.

E le briciole di pane.

Dici che non funziona l' ornitologia ?

non importa,

sfrutto la libertà della poesia.

Nessuno ha mai vietato

un certificato di morte post - datato.



                                                   ***


LAVORO ONIRICO


lasciami dire quello che mi pare,

anche se non è proprio un sentimento

quello che provo ai margini del cuore,

lì dove c'è stata una lesione

che se non fosse per l' anestesia

forse direi dolore.

E non ho sogni da portare a compimento :

anche il lavoro onirico è andato in confusione.



                                                        ***


E TE NE ACCORGI DOPO


certe volte si fa sera e te ne accorgi dopo,

troppo tardi

per ricongiungere memorie di realtà.

D' altra parte neanche i sogni si ricordano di sé.



                                                      ***


LUCE E ACQUA


quale luce splende, quale lunghezza d' onda

sull' onda lunga dell' imprecisione ?

e questa irrilevanza di pensieri

fatti di particelle in movimento

e ( spreco ) di energia.

Bastasse una mimetica intonata nel colore

a confondere le acque

- tanto per diluire l' ineleganza del dolore.



                                                   ***


TERRA CHE SEI


hai cancellato dal paesaggio quello che non ti bagna

- lo so che preferisci il mare -

e tu - terra che sei - esclusa dalla vista

lo sai che non ci sei ?

perché quest' acqua senza approdi

ti sgomenta

come l' insensatezza di annegare

in un fondale asciutto.



                                                  ***


ALLA MIA PORTATA


questo mondo così com'è, alla mia portata

credevo che lo fosse,

come uno stagno che contiene il mare,

ma le sponde sono così lontane

che da un lato il sole nasce mentre dall' altro muore,

e tra un saluto, un commiato e dirsi addio

neanche si avverte il cambio di respiro.



                                          ***


VISTO DAL VERO


non passa niente da fessure d' ombra

per quante parole presti alla mimesi,

la cosa che -manco a dirlo - sembra un' emozione

e chissà cos'è dal vero.

In ogni modo, sempre di storie piccole si tratta,

che se ne parla a fare ?

minime storie insoddisfatte

e tutti senza pace,

pronti a sgranare inutilmente gli occhi :

vedi ? non vedi ?

vado ? e dove andare ?

cosa inventare ?

se neanche sai cos'è che ti dovrebbe soddisfare.

E tutti gli anni di abbandono,

quelli serviti a te

nel tempo personale

per far cadere un' ultima illusione

tra gli artifici dell' animazione.

Ma il cancro di che colore è, visto dal vero ?

ci pensavo ieri

mentre ancora trattavo il prezzo di una rosa - rossa - dal fioraio.




                          Luciana  Riommi   ( analista junghiana )



domenica 7 dicembre 2025

IN ATTESA DI NEVE

 

                                                                     E tu, incantato in attesa di neve...



Quando avremo le chiavi

a serrarci

e nessuno aprirà,

saranno i sogni

pastrani come grembi di vento.


E tu,

incantato nell' attesa di neve,

sarai per me

come il dado che s' arresta

al responso migliore.


Di te 

e di quale futuro

dirà la spiovenza di un tetto,

l' erba loquace mangiata dagli occhi,

l' irruenza dei passi.


Dirà di te

la ripa 

mansueta ad ogni acqua

o lo stormo che scarta

in ascesa ;


il cammino della mano

in punta di dita

che adesso ti chiede

- in amore -

una resa.




                                             frida



CARTE DA DECIFRARE ( Amore e Psiche )

 

                                                                          L' amore è carte da decifrare...



"  Nonostante i legami in corso,

le sofferenze, i dolori, i traumi, le iniezioni

di fiducia, le perdite, le conquiste, le gioie,

il luogo in cui siamo diretti è la terra della psiche

abitata dagli avi,

il posto dove gli esseri umani rimangono

pericolosi e divini,

dove gli animali danzano ancora,

dove quel che è abbattuto ricresce

e dove i rami

degli alberi più vecchi

fioriscono più a lungo.

La donna nascosta

che custodisce la scintilla d' oro

conosce quel posto.

Lei sa.

E anche tu. "




     Da  " Danza delle Grandi Madri "  di  Clarissa Pinkola Estés  ( analista junghiana )

                            


sabato 6 dicembre 2025

IL SONNO DELLE DONNE

 


                    Il sogno di Dante ( Gabriel Rossetti ) al momento della morte di Beatrice



Le leggi nel sonno, le Donne

perché - dormendo - si svelano,

come risalissero le acque

amniotiche ripiene di sogni a colori.

E vedi ogni delizia spirata

in quell' abbandono interrotto

da lampi di blu.


Ciglia chiuse che dicono

chi si voleva essere prima

dei giorni tristi e violenti.

Lo leggi bene quel sonno,

come di querce

sempre vive alla radice.




                                              frida



                                 

LA MIGRANZA



EMIGRERO' NELLE TUE SPALLE


Emigrerò nelle tue spalle e,

nella notte che accantona il visibile,

appenderò sprazzi d' inverno

su foglie d' albero

a rendere bianco il ventre.

Saluterò il passaggio del tuo volto

con bocca stupita

ché la mia vita non basta a contenerti.


Dalla finestra gelata

di mani brinate

sento

che l' improvviso

si muta in calpestìo di passi.



                                                

                                                   frida



LUZ DE DICIEMBRE

 

                                                                  Respirandoti / vento fra i capelli...



LUCE DAI TUOI OCCHI


Oggi, domani

oggi

avrà i tuoi occhi.


Nuova

dai vestiti di cielo

ho raccolto nei silenzi


gemme

levigate dall' acqua

sulle sponde di un sogno.


Respirandoti

vento fra i capelli, fronde

illuminate dal sole.


Ogni notte

si leverà dal sonno

- schiudendo al desiderio -


luce dai tuoi occhi.




                                           frida



venerdì 5 dicembre 2025

TRANSMISSION

 

                                                                           Tu m' indovini perché mi sai...



M ' INDOVINI D' ACQUA


Tu m' indovini perché mi sai

da che ti sono dentro - nel profondo.

Tu cogli una bellezza d' acqua

ispida, un mare colmo di pieghe - dove

sostare a prendere respiro - l' oceano

delle buone braccia per stare a galla

quando muove una burrasca.  E vortici

improvvisi per farsi trascinare a fondo

- negli abissi - e lì smarrirsi. E  freddo

per la mente vigile, e caldo per gli abbandoni

nel sogno, tra i pesci colorati della cura,

tra la passione liquida e la sabbia

nuova del fondale, dove scavi.




                                             frida



VIVERE NELLA LUCE

 

                                                               Guarigione del cieco nato    -    El Greco 



La " Guarigione del cieco nato " è l' ultimo dei miracoli di Gesù narrato da Marco, quello definitivo prima di entrare in Gerusalemme. Come a dire che per comprendere il senso della croce, abbiamo bisogno di guardarla con gli occhi della fede. Il cieco , consapevole della sua infermità, torna a vedere, mentre i discepoli restano ciechi pur avendo gli occhi  ( Un conto è guardare, un conto è vedere ). Questo cieco che implora è icona di ogni uomo che mendica luce, compassione. L' evangelista Marco descrive non solo il racconto di una guarigione, ma anche il prototipo del discepolo e del suo cammino : l' ascolto, la preghiera, la chiamata, l' incontro personale con Gesù e la sequela. Nel Vangelo di Marco, il cieco guarito è l' unico discepolo che segue Gesù ad occhi aperti; poi - sul Golgota - sarà il centurione il primo a " vedere", mentre il giorno dopo la morte, saranno le donne a vederci. Gli Apostoli arriveranno a " vedere " molto dopo.
La Storia di Gesù di Nazareth è la storia di uomini che sono rimasti ciechi, che non sono riusciti a " vedere ", che non sono riusciti a penetrare il Mistero.




                                                                    " Chi è fatto per la luce,

                                       sa di essere cieco ".


                                               ( Dal Vangelo di Marco )



giovedì 4 dicembre 2025

FLOWERS

 


                                                                                  Andremo adagio...



                                               Andremo insieme a cogliere quei fiori

                                              che spargemmo. Tenendoci per mano

                                             nel modo che solo noi, noi soli sappiamo.

                                             Andando adagio. Come si conviene.



                                                                    frida                                                               



VENI, VENI EMMANUEL

 

        Gaude... gaude...

                                                                               


AVVENTO


Come un pastor, nel bosco innevato

gregge di fiocchi sospinge il vento,

e qualche abete - ecco - ha indovinato

ch' avrà di sacre luci presto ornamento.


I  rami verso i bianchi sentier spingendo

ogni fruscio spia nell' attesa ansiosa,

e sfida il vento e va così crescendo

incontro a quella Notte radiosa.




                    Rainer Maria Rilke   " Schmargendorf , im Dezember 1897 "


                      

lunedì 1 dicembre 2025

UN POSTO SULLA TERRA



                                                       Ho lasciato scritto sullo specchio - torno presto -...




SCRIVO  L' ADESSO


Se resterò in silenzio per coltivare un frutto

o metterò paglia per preservare dal freddo una radice,

la mia gioia sarà il grido prima del raccolto, ché di certo

non potrò sfamarmi con esso ; né diverrà dimenticanza

il gusto, perché il sapore del sempre si coltiva col silenzio.


So che sono di ghiaccio solo dopo essermi sciolta e so

che sarò cenere prima ancora di diventare fiamma.

Ma che sia prima o dopo, il tempo non corroderà l' Adesso,

l' Adesso che non gela e che non brucia e quel vivere altrove

dove il tempo non passa, quello limpido e lucente che disegna

nei tuoi occhi la Bellezza, e una fiaba in cui mi incanto

con la pelle grondante stille di eternità.




                                                frida