giovedì 28 agosto 2025

OGNI GIORNO UN CIELO DIVERSO


                                                                           E non è la quiete delle ombre...



"  Scrivo in versi da vent' anni e ho pubblicato sei libri di poesie, troppi. In Italia si produce un numero spropositato di libri perché quasi  nessuno confessa, per profitto o per ipocrisia, che quello che scrive non vale assolutamente niente. Per molti anni ho utilizzato la poesia come esercizio intellettuale per dar voce alle mie frustrazioni e per lungo tempo mi sono considerato un essere umano dotato di una sensibilità superiore, un uomo migliore degli altri. Finalmente, rileggendo le mie opere, un giorno mi sono ritrovato ridicolo e inutile, soffocato da tutto quel personalismo e da quella visione claustrofobica che traeva nutrimento dalle mie misere vicende di giovane uomo arrabbiato con il mondo. Infatti in quel periodo ho cominciato a realizzare che la poesia non poteva limitarsi a un' analisi sterile delle proprie disgrazie, ma che poteva e doveva diventare un luogo d' incontro dove svestire i propri egoismi alla ricerca di una giustizia che potesse risuonare in tutti gli esseri viventi. Così ho deciso di continuare a scrivere solo con l' impegno e l' obbligo di non usare più la parola " io " e ho avuto enormi difficoltà nel portare a termine un testo, perché da troppi anni cercavo la poesia non più lontano dalla distanza tra il mio corpo e la mia ombra. Chi davvero insegue una nuova strada con impegno e sincerità, tuttavia viene sempre accolto dalla provvidenza e in quel periodo di sperimentazione mi è giunto in lettura il libro " Sulla Poesia " di Giorgio Caproni, che è per me l' opera di riferimento a cui devo tutto il mio scrivere attuale ".

Luca  Bresciani



Così è - credo - il libro che vi propongo oggi , edito da Ronzani nel 2022.



Se la polvere ci parlasse

di sé non racconterebbe niente

ma ci direbbe delle crepe e dei ragni

e dell' infelicità dei pavimenti.

Svelerebbe l' ambizione dell' armadio

di non vivere con un fianco cieco

e la pena del chiodo nel sostenere

ciò che gli è impedito di ammirare.

Infine ci chiarirebbe la morte

dopo l' appello delle sveglie

quando dalla tenda alla trapunta

un nugolo d' oro ci circonda.



                                                    ***


Le camere da letto

obbediscono al sonno

diventando degli ostensori

dove possiamo tornare sacri

e non è la quiete delle ombre

a innalzare lo sguardo delle lancette

ma la traccia di un cielo comunque

che si mischia alle coperte.

Un principio che ci riporta

al principio di ogni esistenza

nell' aldilà più vicino alla materia

che ancora si affida alla vita.



                                                   ***


Nuove luci nella notte

sfuggono da due finestre

nel punto in cui la montagna

ci ha abituati a un' assenza.

Forse quelle fronde sfoltite

aprono allo scambio di intese

tra frammenti che ogni sera

risalgono la propria caduta

e viene da scacciare i vetri

e imbrigliare i sipari

per costringere al coraggio

chi ci chiama dal buio.



                                           ***


Grigio il fondo degli specchi

il trattenere dei rubinetti

e grigio il muscolo delle stanze

nell' abduzione delle tende.

Qui non abita il distacco

ma il contatto senza bisogno

e non v'è avviso per rendere noto

che tutto in noi è incustodito.

Veglierà per condannarci

la giustizia degli oggetti :

mandria di materie forme

che tutto crea e ci distrugge.



                                                  ***


Non pronunciamo i nomi

di chi ci rende felici

preferendo un titolo generico

mamma - amore - amico

o lavoriamo in abbreviazioni

utilizzando codici intricati

per non svelare a chi origlia

la nostra strategia di salvezza.

Non nominiamo i nostri cari

per sfilarli dalla lista dei caduti

lasciando scollare quel bersaglio

che ebbero in anticipo sul mondo.





                              Luca  Bresciani    da   Ogni giorno un cielo diverso



4 commenti:

  1. la prima mi è molto piaciuta (le altre meno, a parte i tre bellissimi versi "la giustizia degli oggetti:/mandria di materie forme/che tutto crea e ci distrugge) forse perchè ritrovo della polvere la medesima visione che ho io, custode, velo pietoso sulle cose, come a preservarne la memoria.
    massimolegnani

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  2. A me piace molto questo autore ( si può trovare altro sul sito ) e in particolare quest' ultima raccolta che ( a parte le finesse che gli sono caratteristiche ) trovo risponda egregiamente agli intenti prefissati.
    Grazie per il passaggio.

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  3. Omaggio minimalista che apprezzo molto.. quest'anno in Valtournenche avevo anche io una montagna disegnata sulla finestra che nel corso dei giorni mi ha abituato dall'assenza dell'orizzonte e alla presenza di scenari che dovevo disegnare io, e le montagne lo fanno, giocare da sipario e noi a scoprire il palcoscenico con tutta la calma del mondo.

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  4. Minimalista - si - ma colmo di significati.

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