mercoledì 6 marzo 2024

DOGALI & MARE DI DENTRO

 


                                                          Potresti contenere la mia paura...




Nell'attraversare il paesaggio di questa breve antologia, viene in mente il clima e l'ambientazione aspra e metafisica di " Ossi di seppia" di Montale. Ma - oltre a questo - in tutte queste poesie si avverte una condizione più solipsistica, di stallo del sé, dove la percezione sensoriale è vissuta come un inganno : lo sguardo non è più chiamato a recepire le cose e a plasmarle secondo la modulazione della luce, bensì  a giudicarle : il poeta è una sentinella rimasta senza frecce. Il mondo esterno, quello dei fenomeni, dei movimenti e del divenire, si è tramutato in un luogo di clausura : il mare artificiale della città, come quello reale - visibile però nella lontananza del pensiero e del sogno - sono quasi un'unica, non pacificata dimensione. Anche la presenza dell'amore è fittizia, un residuo platonico, un richiamo al riscatto e alla salvezza; crea, però, solo l'illusione della rottura di questa crisalide dei sensi, di questo isolamento, di questo ripiegamento nei meandri dell'interiorità. E' poco più di un'immagine, un'apparizione, un'evocazione che si sovrappone a quella stessa del mare : il " tu" - infatti - resta volutamente generico, inespresso.

In " Dogali " emblema bellico ed efficace allegoria di questo serrato confronto con il vuoto, si disvela un campo di tensioni ancora possibili nell ' " infinita riserva dei dialoghi". Ma la stagione che si dispone ad accogliere generosamente i gesti, le parole e gli incontri, viene declinata al passato. E' come una breve - seppur intensa - estate che irrompe nel deserto dell'inverno: una rapida parentesi, cioè.




Diciamo, così, la nostra più 

bella

stagione è nell'anima - le cose

viste e toccate,

dentro il tempo che viene.

Facciamo che niente

porti via la speranza che ci

guida.

Tu che piano respiri accanto a

me.

Sono, in poche parole,

proiettato 

in avanti. Domani,

nei luoghi che saranno per noi

importanti.



                                            ***


Questo respiro,

il suo attraversare le strade

in punta di piedi -

e la sete da colmare

e il vuoto da colmare.

Domani e poi domani -

l'infinita riserva

dei dialoghi.



                                             ***


E sull'erba di giugno

abbiamo dimorato - sul più

bel prato dei nostri incontri.

Non  possiamo che salutare

il nuovo giorno insieme,

perché tu ed io facciamo

ormai

una sola parte.

La generosa estate

ci ha regalato

tutti i suoi frutti.



                  da         "Dogali "



                                     ***


Abbi fede. Tieni in vita la conchiglia

e il sasso

per me qui rinchiuso in città. Ti vedo

sparire di tanto in tanto, poi torni

con un nuovo messaggio di sole.



                                             ***


Piove a dirotto e là sullo scoglio

dei miei segreti c'è tutta la solitudine

del mare. Sì, eccomi piccolo e solo

mentre mi giro intorno, amore. Sai

la fatica delle parole che ritornano

a frotte nei giorni della conta e del

destino segnato. Inseguo l'altra faccia

della medaglia, la lieve incrinatura 

del legno.



                                         ***


Prendi, prendi la mia mano,

è scivolata e non so più dove

potrò rifugiarmi. La mia mano,

Potresti darmi un legno

di fortuna,

contenere la mia paura.




                     Alberto Toni    da     Mare di dentro e altre poesie



2 commenti:

  1. Difficile aggiungere qualcosa all'esaustiva introduzione. Quel che posso dire tra tutti i domani già vissuti e pronosticati è che mi sento risucchiato dall'immagine di "essere proiettato in avanti...nei luoghi che saranno per noi importanti"

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  2. Direi che mi sembra meglio " essere proiettati in avanti" anziché vivere di ricordi ( anche se il passato e i ricordi determinano quello che siamo oggi ).
    Se poi questo domani sarà importante per noi, per la nostra vita e la nostra crescita, non è dato saperlo . Ma almeno ci sostenga la speranza...
    Grazie!

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