mercoledì 20 marzo 2024

GERARD D' HOUVILLE, pseudonimo...

 


                                     ... di Marie Louise Antoinette d' Hérédia  ( 1875 - 1963 )




VOTO


Non ho voluto niente dagli uomini

dimentichi e bugiardi;

sotto l'uva e le mele

dormo in fondo ai frutteti.


Satiri, piccoli Fauni lieti,

voi che venivate dai boschi

a denudare le mie pesche gialle

sugose tra le dita,


è alla vostra banda folle

che affido la mia tomba;

le porgerete offerte

di miele caldo e grappoli;


il limone che rischiara

l'albero cupo dove risplende in oro,

il funereo melograno,

unico frutto che ancora assaporo,


carnosi e conici

i fichi che l'estate spacca

e le fragole impudiche

che spiccano e s'arrossano,


accanto ai biondi canestri

e vasi colmi di latte,

nel cavo delle coppe tonde

al mio seno somiglianti.


Fanciulli del fogliame fondo,

ahi che con voi non ho potuto

vivere l'età della bellezza

libero il corpo felice e nudo!


Della mia gioiosa giovinezza

pensate ai cari giorni andati ...

ero forse Faunessa

per i miei lunghi occhi rialzati.



                                       ***


IL VASAIO


Oggi sono triste. Ascolta, caro vasaio,

ti porto tutto intero il dono del mio corpo,

se tu nella durevole tua argilla vuoi con arte

rendere eterna, forse, una forma fragile.

In una rosea terra alla mia carne simile,

plasma il contorno del mio più caro bene:

i miei piccoli seni come acute punte.

Che resti almeno questo delle grazie ingenue

che ti offro, se da ogni parte dell'anfora funerea

dove la mia bellezza tutta deve riposare,

polvere sparsa e cenere grigia inerte,

invece dell'ansa, cavità alla mano che l'ha presa,

tu riempi la cavità di questo doppio contorno

quasi infantile e pronto appena per l'amore.

...E chi pensoso, sotto un suolo secolare,

troverà un giorno la mia urna funeraria,

saprà che io fui donna e donna teneramente,

talvolta innamorata e maliziosa,

e si domanderà davanti alla terra scura

perché per tanta ombra nacque tanta luce.



                                       ***


PICCOLA MORTA


Sul tuo seno tenebroso, bimba triste dormente,

o Terra! io riposo, e mi stringo la bambola

unica mia confidente, dagli occhi dipinti che sa

i miei segreti, che non li dirà.


Così piccola, ero così saggia e pensosa

che occupai poco posto, feci poco rumore;

trascuravo la gioia e i giochi dell'età

e pensavo alla morte, le notturne ore.


Non ero ancora donna quando sono morta;

per questo la mia tomba, stretta come il letto,

non chiude alcun profumo né belletto,

né il mio primo specchio lucido d'acciaio.


Ho voluto, lontano dall'ombra e dai funebri marmi,

che penda quello specchio nei boschi che amavo,

vi si dondola, splendido frutto, tra gli alberi

in alto, perché nessun dito lo colga.


E che possa il mio specchio, tra salici e betulle,

vedere l'astro femmineo lento farsi rotondo,

poiché tra i capelli sfioranti le spalle

non vide crescere seducente il mio seno.



                                             ***


TALLO


Quando mi stenderete sulla pira di sandalo,

prima che diventi una cenere leggera,

allontanate dalle mie dita la moneta di metallo.


Voglio che ciò che fu la mia grazia passeggera

incanti d'un bacio ancora il nocchiero dell'inferno

quando voi di questi baci non avrete che la polvere.


Poiché la noia della vita e a turno il terrore

della morte hanno sempre tormentato i miei pensieri,

poiché divino e triste fu il mio terreno amore,


che io non torni mai nelle cose passate

e della mia bellezza si parli un giorno,

quando sarò lontana, a memorie stancate.


La mia anima, fiore funebre, o notte ti profumerà;

farfalla tenebrosa che la sorte ha fatto diurna,

la sua ala d'ombra errante nell'ombra si perderà.


Ed io che fui sì grande, piccolissima un'urna 

d'argilla o di cristallo trasparente conterrà

la mia carne voluttuosa e il mio cuore taciturno.




                          Gerard  d' Houville  da  Il vestito azzurro e altre poesie



Nessun commento:

Posta un commento