mercoledì 6 settembre 2023

POESIE DI CAPPELLO

 



                                                           Si tratta di far parlare il vuoto...




Quelle di Pierluigi Cappello sono parole intrise di una malinconica tenerezza, di un ricordo evanescente prontamente intrappolato in un verso sempiterno. Con semplicità è riuscito a tirar fuori la sua interiorità, mostrando delle sfumature che - in fondo - appartengono a tutti. Ha rappresentato sapientemente il vuoto, il margine, donandoci delle immagini visive nitide con colori, visioni e sfumature impercettibili. Leggendo i suoi versi, riconosciamo la nostra umanità.





SCRITTA DA UN MARGINE


Non si tratta di riempire,

si tratta di far parlare il

vuoto. L' ortensia

si è piegata al frutto della

luce

ma non c'è tensione oltre le

siepi di lauro,

nella tenue foschia di mezzo

mattino. Sarà

il tremolare delle gemme di

marzo, sarà

l'aria spartita dal raschio di

un autocarro

e il ricomporsi del silenzio

che chiude una scia.

Dalla testolina di un passero,

la prospettiva

accompagna lo sguardo alle

quinte di alberi alti

dove il cielo si rompe in

turgore e il bianco

ha il sapore di un inno; si vive

appena sopra la superficie

del sogno

e tutto accade a un passo da

qui.



                                            ***


LE PAROLE


Annodammo   la   nostra

infanzia    ai   capelli   delle

nuvole

e non fu la pioggia, fummo la

pioggia;


la mano dell'uomo ci sradicò

dall'aria

e lungo i canyon della nostra

pelle

attecchì il pensiero;


le nuvole furono scrittura,

la   nostra   voce   un   nodo

sciolto,

noi da una parte, da un'altra

parte del cielo.



                                                ***


RISVEGLIO


Ci si risveglia un giorno e le

cose sembrano le stesse

mentre invece dietro a noi si

è aperto un vuoto

dopo che tutto è stato fatto

per trattenere la vita

in mezzo a un panorama di

pietre sparse e tegole rotte.

Allora uno mette il dentifricio

sullo spazzolino

mescola lo zucchero al caffè

con l'attenzione che aveva da

scolaro

quando ritagliava sulla carta

file di bambini che si tengono 

per mano,

piccoli pesci che baciano

l'aria.




                                   Pierluigi  Cappello



2 commenti:

  1. Il risveglio, a volte, è davvero faticoso!
    E oggi non è come ieri.
    Ci si barrica dietro la routine quotidiana che si adempie con la stessa puntigliosa attenzione del fanciullo ignaro di tutto il resto.
    Quanto si pagherebbe per ritrovare la stessa semplicità?

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  2. La legge fondamentale della vita è che non si torna ma indietro.
    Così come poche cose sono davvero definitive : si cambia in peggio ma- per fortuna - si può cambiare anche in meglio.
    E questo ci autorizza a mantenere viva la speranza, al di là delle contingenze negative.

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