Si tratta di far parlare il vuoto...
Quelle di Pierluigi Cappello sono parole intrise di una malinconica tenerezza, di un ricordo evanescente prontamente intrappolato in un verso sempiterno. Con semplicità è riuscito a tirar fuori la sua interiorità, mostrando delle sfumature che - in fondo - appartengono a tutti. Ha rappresentato sapientemente il vuoto, il margine, donandoci delle immagini visive nitide con colori, visioni e sfumature impercettibili. Leggendo i suoi versi, riconosciamo la nostra umanità.
SCRITTA DA UN MARGINE
Non si tratta di riempire,
si tratta di far parlare il
vuoto. L' ortensia
si è piegata al frutto della
luce
ma non c'è tensione oltre le
siepi di lauro,
nella tenue foschia di mezzo
mattino. Sarà
il tremolare delle gemme di
marzo, sarà
l'aria spartita dal raschio di
un autocarro
e il ricomporsi del silenzio
che chiude una scia.
Dalla testolina di un passero,
la prospettiva
accompagna lo sguardo alle
quinte di alberi alti
dove il cielo si rompe in
turgore e il bianco
ha il sapore di un inno; si vive
appena sopra la superficie
del sogno
e tutto accade a un passo da
qui.
***
LE PAROLE
Annodammo la nostra
infanzia ai capelli delle
nuvole
e non fu la pioggia, fummo la
pioggia;
la mano dell'uomo ci sradicò
dall'aria
e lungo i canyon della nostra
pelle
attecchì il pensiero;
le nuvole furono scrittura,
la nostra voce un nodo
sciolto,
noi da una parte, da un'altra
parte del cielo.
***
RISVEGLIO
Ci si risveglia un giorno e le
cose sembrano le stesse
mentre invece dietro a noi si
è aperto un vuoto
dopo che tutto è stato fatto
per trattenere la vita
in mezzo a un panorama di
pietre sparse e tegole rotte.
Allora uno mette il dentifricio
sullo spazzolino
mescola lo zucchero al caffè
con l'attenzione che aveva da
scolaro
quando ritagliava sulla carta
file di bambini che si tengono
per mano,
piccoli pesci che baciano
l'aria.
Pierluigi Cappello
Il risveglio, a volte, è davvero faticoso!
RispondiEliminaE oggi non è come ieri.
Ci si barrica dietro la routine quotidiana che si adempie con la stessa puntigliosa attenzione del fanciullo ignaro di tutto il resto.
Quanto si pagherebbe per ritrovare la stessa semplicità?
La legge fondamentale della vita è che non si torna ma indietro.
RispondiEliminaCosì come poche cose sono davvero definitive : si cambia in peggio ma- per fortuna - si può cambiare anche in meglio.
E questo ci autorizza a mantenere viva la speranza, al di là delle contingenze negative.