lunedì 17 febbraio 2025

LE CHAT DE BAUDELAIRE ( per la Giornata del Gatto )

 


                                                                                        Jeanne Duval



Il gatto era un animale che affascinava veramente Charles Baudelaire: gli dedicò infatti più di una poesia. Lo attraeva la sua bellezza, ma anche l' aura di mistero che contorna questo felino sfuggente e sornione. Il gatto è una poesia lirica che trova posto  nella sezione " Spleen e ideale " de Les Fleurs du Mal, una raccolta pubblicata per la prima volta nel 1857, tanto scandalosa da far guadagnare a Baudelaire e al suo editore una condanna e una pena pecuniaria.

In questa poesia il gatto diviene anche il simbolo della donna amata, l' ammaliante ballerina Jeanne Duval che Baudelaire continuerà ad amare - tormentatamente - per tutta la sua vita.



LE CHAT


Vieni, mio bel gatto sul mio cuore

amorevole;

trattieni le unghie della tua

zampetta,

e lasciami affondare dentro i tuoi

begl' occhi,

misti di metallo e d'agata.


Quando le mie dita accarezzano

piano

la tua testa e il tuo dorso elastico,

e quando la mia mano si ubriaca di

piacere

mentre si posa sul tuo corpo

elettrico,


la mia donna contemplo nel mio

animo. Il suo sguardo

come il tuo, amabile bestia,

profondo e freddo, taglia e fende

come un dardo,

e, dai piedi fino alla testa,

un' aria sottile, un pericoloso

profumo,

si diffondono attorno al suo corpo

brunito.



              Charles  Baudelaire     da     Les Fleurs du Mal



4 commenti:

  1. Forse lo avrei voluto un micino minuscolo, siamo stati vicini ad averlo, poi ha prevalso il senso di "libertà", se così vogliamo definirla; quando finiscono per essere evidenziate più le scocciature, gli obblighi, le attenzioni e le cure per l'eventuale animale in casa, allora meglio lasciar perdere..
    mi consolo con la gatta di mia sorella, quando vado a trovarla, guardo i braccioli sbeccati dei divani, le sedie malconce, televisori, vasi e suppellettili varie messe in sicurezza e mi diverto ad accarezzarla con un sorriso..

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  2. Io ho un cane barboncino, Tobya, che non è esagerato dire che è un compagno affettuoso e fedele. Fa parte della famiglia ( anche senza cadere nelle esagerazioni di molti che considerano gli animali domestici come loro figli ). E' intelligente e sempre pronto alle coccole: capisce e si fa capire.
    Prima di lui ho avuto il Cipolla, un piccolo maltese che è stato in famiglia per ben 19 anni : devo dire che il loro accudimento non mi è mai pesato e durante i viaggi gli avevo trovato un' altra casa sicura con due maltesine pronte ad accoglierlo.
    E prima ancora c'era stato Nicolò ( detto Cocò ), un bellissimo esemplare di coker...
    e poi..... la candida Dolly... e poi Nerone.... e poi... e poi....
    Si sarà capito che io - senza la presenza di un cane fedele - scelgo di non stare !

    E i gatti ? direte. C'è stato anche il tempo di questi adorabili felini, che andavo a raccattare lungo le ripe di un torrente ( vicino a casa ) dove - neonati - li andavano a buttare...
    Sono sempre dell' idea che TUTTI gli animali ( con diverse caratteristiche ) abbiano qualcosa da insegnarci, oggi più che mai.

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  3. Annoiare no di certo. E quanta compagnia fanno e quanto bene fa sperimentare la fiducia incondizionata che ripongono in noi... ( e per giunta non sono così permalosi e suscettibili come gli umani ! ).
    Buona giornata, Alberto.

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