mercoledì 5 luglio 2023

SOFFICI, POETA E PITTORE



                                             Ardengo Soffici - Millenovecentodiciannove, il reduce




Ardengo Soffici fu uno degli intellettuali più controversi del primo Novecento italiano. Il 1 Gennaio 1913, insieme a Papini, fondò la rivista Lacerba, che divenne l'organo ufficiale del Futurismo.

Nel 1915 giunse la Guerra, che Soffici aveva con forza auspicato sui fogli della rivista come reazione contro la " Kultur " germanica. Egli vi partecipò e, conclusa la guerra, lo scrittore divenne collaboratore de " Il popolo d' Italia", del " Corriere della Sera " e di " Galleria ".

Nl 1925 Soffici firmò il Manifesto degli intellettuali fascisti , ma successivamente si allontanò da Mussolini, pur rimanendo fedele al regime fino alla sua caduta. Del fascismo amava il ritorno al classicismo, alla grandezza di Roma e le tante correnti culturali e rivoluzionarie che nella prima fase di vita lo componevano: dal futurismo all'irredentismo, dal socialismo rivoluzionario a una forma di sindacalismo. Tale rapporto però venne meno con la stipulazione del Patto d' Acciaio con la Germania nazista e con l'entrata in vigore delle leggi razziali.



Palazzeschi eravamo tre

noi due e l'amica ironia

a braccetto per quella via

così nostra alle ventitré

il nome chi lo ricorda

dalle parti di San Gervasio

Silvio Pellico o Metastasio

c'era sull'angolo in blu

mi ricordo però del resto

l' ombra d'oro sulle facciate

qualche raggio  nelle vetrate

agiatezza e onorabilità

tutto nuovo le lastre azzurre

del marciapiede annaffiato

le persiane verdi il selciato

i lampioni color caffè

giardini disinfettati

canarini ai secondi piani

droghieri barbieri ortolani

un signore che guardava in su

un altro seduto al balcone

calvo che leggeva il giornale

tra i gerani del davanzale

una bambinaia col bebè

un fiacchere fermo a una porta

col fiaccheraio assopito

un can barbone fiorito

di seta che ci annusò

un sottotenente lucente

bello sulla bicicletta

monocolo e sigaretta

due preti una vecchia e un lacchè

che bella vita dicesti!

ammogliati una decorazione

qui tra queste brave persone

i modelli della città

che bella vita fratello

e io sarei stato d'accordo 

ma un organetto un po' sordo

si mise a cantare Ohi Marì

e fummo quattro oramai

a braccetto per quella via

peccato la malinconia

s'era invitata da sé.




             Ardengo Soffici       Poesia pubblicata su Lacerba  il 15 Luglio 1913



2 commenti:

  1. Hai detto bene : " sottile". In effetti, al di là dell'apparenza di una " normalità " persino un po' dimessa, a ben guardare ,la poesia rende bene l'dea di uno spirito anticonvenzionalmente futuristico.

    Grazie per la visita.

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