sabato 1 novembre 2025

UNA POETA ALLA FINESTRA

 


                                                                                  Tomba di Forugh



Gli intellettuali del suo Paese - soprattutto giovani - ogni anno in occasione della morte della poeta, si riuniscono attorno al suo sepolcro, accendendo candele e leggendo sue poesie, di fronte ai versi dell' epigrafe, che recitano : " Io parlo dall' estremità della notte /. Dall' estremità della tenebra / dall' estremità della notte io parlo /. Se verrai a casa mia, oh caro / portami una luce / e una piccola finestra / per guardare la stradina affollata e felice // ".



Forugh Farrokhzad ( la voce ribelle della poesia persiana ) nasce a Teheran nel 1935 e pubblica a vent' anni la sua prima raccolta di poesie ( Prigioniera ). Dopo una vita matrimoniale durata appena tre anni, è costretta a una difficile scelta tra la famiglia e la Poesia. Forugh sceglie la Poesia e perde per sempre il diritto di vedere il figlio. Dopo la pubblicazione del secondo  volume" Il muro "  e terzo " Ribellione ", in seguito al suo incontro con il regista  Golestàn, inizia la sua attività cinematografica. Nel 1963 pubblica la sua più importante opera poetica " Un' altra nascita " , mentre il 13 Febbraio 1967  - a trentadue anni - perde la vita in seguito ad un incidente automobilistico.





UNA  FINESTRA


Una finestra per vedere

una finestra per sentire

una finestra che come la bocca di un pozzo

giunga in fondo al cuore della terra.

E si apra lungo questa continua grazia azzurra,

una finestra che nel favore notturno del profumo di nobili stelle

trabocchi di piccole mani della solitudine,

e da lì potremo invitare il sole

all' esilio dei gerani.


Mi basta una finestra.


Vengo dal paese delle bambole

sotto l' ombra degli alberi di carta

nel giardino di un libro illustrato

dalle stagioni secche dell' esperienza dell' amicizia e dell' amore

dai sentieri polverosi dell' innocenza

dagli anni fiorenti nelle pallide lettere dell' alfabeto

da dietro i banchi di una scuola malsana

quando i bambini ormai sapevano

scrivere sulla lavagna la parola pietra

e stormi confusi di uccelli volavano da vecchi alberi.


Vengo dal cuore fra le radici di piante carnivore

e la mia testa ancora

trema all' urlo terribile di una farfalla

crocifissa sull' album con uno spillo.


Quando la mia fede era impiccata alle fragili corde della giustizia

e in tutta la città facevano a pezzi il cuore dei miei occhi,

quando soffocarono con il fazzoletto nero della legge

gli occhi infantili del mio amare,

e dalle tempie pulsanti della mia speranza

sgorgavano fiotti di sangue,

quando la mia vita ormai non era più nulla,

nulla se non il tic - tac di un orologio,

capii che dovevo amare

amare, amare follemente.


Mi basta una finestra,

una finestra nell' ora dell' intesa, dello sguardo., del silenzio.

Adesso l' albero di noci è talmente cresciuto

che spiega alle sue giovani foglie

la presenza del muro.


Chiedi allo specchio 

il nome che ti salverà,

la terra che freme sotto i tuoi passi

non è più sola di te ?


I profeti del nostro tempo

hanno forse portato le scritture della rovina ?


Queste esplosioni continue,

le nuvole sporche

sono forse l' annuncio di un canto sacro ?


Tu, amico, tu, fratello, tu che hai il mio stesso sangue

quando arriverai sulla luna

scrivi la storia della strage dei fiori.


Sempre i sogni

s' infrangono dall' alto e muoiono,

io annuso il quadrifoglio

che spunta sulla tomba di antichi sensi.


La donna che divenne polvere nel sudario dell' attesa e del pudore

era forse la mia giovinezza ?

Salirò di nuovo - io - per la scala della curiosità

per salutare il buon Dio che cammina sul tetto di casa ?

Sento che il tempo è trascorso

sento che è un istante la mia parte

tra le pagine di storia

sento che il tavolo è il pretesto di una pausa

tra i miei capelli e le mani di questo triste sconosciuto.


Parla, parla con me

esiste forse qualcuno che conceda a te il suo corpo caldo ?

E da te non desideri altro che sentire la terra che scorre ?

Parla, parla con me,

salva

al riparo della mia finestra :

sono amica del sole.




                         Forugh  Farrokhzad    da     E' solo la voce che resta



2 commenti:

  1. Molto intensa, e molto carica di sensibilità e sentimenti. Mi ha proprio parlato dentro, chissà, forse attraverso la mia finestra. Che una finestra è abbastanza se ci sono occhi desiderosi di guardarci attraverso.
    Un abbraccio

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  2. Ma che bel commento, Alberto! Mi è piaciuta molto l' idea della finestra dell' anima, da cui non solo si vede fuori, ma i " curiosi " possono anche guardare dentro e vedere cosa c'è. Un bel modo di comunicare...
    Ricambio l' abbraccio.

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