La prima sera non riuscivo a parlare...
Le poesie di Anna Lisa si muovono con precisione chirurgica fra i detriti del quotidiano e i relitti di intimità, portando alla luce ciò che resta - e ciò che ferisce - nell' amore quando diventa esperienza incarnata, urbana e quasi clinica. L' autrice, con una scrittura essenziale e tagliente, sembra scolpire la lingua più che scriverla, e ogni verso ha il peso specifico di un gesto definitivo.
ASFALTO
Per essere toccata
di nuovo da te
mi sono stesa
dove di notte passi
coi tuoi fari opachi
accompagnato,
non solo.
Ho aspettato
il tuo piede destro,
il cambio automatico.
Hai pensato
forse ho preso un cane.
Non un latrato
e ti ho lasciato andare.
***
PIZZERIA
Il cameriere ci ha condotto
al tavolo per due,
di fianco alla vetrina,
sulla strada principale
illuminata.
Così possono vedere i passanti
che non si vende e non si compra
questo amore.
Così possono vedere i passanti
sullo scontrino la percentuale e l' iva
del nostro scambievole dolore.
***
GIUGULARE
La prima sera
non riuscivo a parlare.
Visto che sei dottore,
ti ho chiesto:
misurami i battiti del cuore.
Hai messo due dita
sulla giugulare:
tachicardia.
Diagnosi banale.
Speravo almeno tu,
mani al collo,
non mi avresti fatto male.
Anna Lisa Vitolo Inediti
la prima, asfalto, è un romanzo gotico, in poche righe, dall'epilogo struggente.
RispondiEliminamassimolegnani
Grazie per questo tuo sentito e acuto commento che - hai ragione - è un romanzo in poche righe .-
RispondiEliminaLa cosa bella dei commenti è che illuminano qualcosa che era rimasta nell' ombra.
Nella prima ho avvertito il mito nefasto del farsi tappetino, e senza un fiato per giunta, con l'illusione di essere noi, tante volte, a lasciare andare.
RispondiEliminaSuccede anche questo - in amore - ( o nel presunto sentimento ) : di perdere la dignità. E di solito questo nefasto atteggiamento si accompagna al vittimismo e il gioco è fatto. Bisognerebbe imparare per tempo ( o attraverso una buona e tattiva educazione ) a volersi bene. Chi si abbandona a questi sentimenti deleteri ( che possono anche durare una vita, trasposti su diverse ma ripetitive esperienze ) dimostra di non amarsi affatto , pensando ( in modo distorto ) che facendosi vedere deboli e bisognosi si possa attirare a sé le persone ( specie se amate ), quando accade esattamente il contrario . Credo che tutti noi abbiamo bisogno ( specie se pensiamo a un' esperienza di vita condivisa ) di gente che sappia stare in piedi ( e saldamente ) invece di avere dei " tappetini".
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