mercoledì 2 luglio 2025

L' AMORE DI ANNA LISA



                                                                   La prima sera non riuscivo a parlare...




Le poesie di Anna Lisa si muovono con precisione chirurgica fra i detriti del quotidiano e i relitti di intimità, portando alla luce ciò che resta - e ciò che ferisce - nell' amore quando diventa esperienza incarnata, urbana e quasi clinica. L'  autrice, con una scrittura essenziale e tagliente, sembra scolpire la lingua più che scriverla, e ogni verso ha il peso specifico di un gesto definitivo.





ASFALTO


Per essere toccata

di nuovo da te

mi sono stesa

dove di notte passi

coi tuoi fari opachi

accompagnato,

non solo.

Ho aspettato

il tuo piede destro,

il cambio automatico.

Hai pensato

forse ho preso un cane.

Non un latrato

e ti ho lasciato andare.



                                                   ***


PIZZERIA


Il cameriere ci ha condotto

al tavolo per due,

di fianco alla vetrina,

sulla strada principale

illuminata.

Così possono vedere i passanti

che non si vende e non si compra

questo amore.

Così possono vedere i passanti

sullo scontrino la percentuale e l' iva

del nostro scambievole dolore.



                                                       ***


GIUGULARE


La prima sera

non riuscivo a parlare.

Visto che sei dottore,

ti ho chiesto:

misurami i battiti del cuore.

Hai messo due dita

sulla giugulare:

tachicardia.

Diagnosi banale.

Speravo almeno tu,

mani al collo,

non mi avresti fatto male.




                      Anna  Lisa  Vitolo        Inediti


4 commenti:

  1. la prima, asfalto, è un romanzo gotico, in poche righe, dall'epilogo struggente.
    massimolegnani

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  2. Grazie per questo tuo sentito e acuto commento che - hai ragione - è un romanzo in poche righe .-
    La cosa bella dei commenti è che illuminano qualcosa che era rimasta nell' ombra.

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  3. Nella prima ho avvertito il mito nefasto del farsi tappetino, e senza un fiato per giunta, con l'illusione di essere noi, tante volte, a lasciare andare.

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  4. Succede anche questo - in amore - ( o nel presunto sentimento ) : di perdere la dignità. E di solito questo nefasto atteggiamento si accompagna al vittimismo e il gioco è fatto. Bisognerebbe imparare per tempo ( o attraverso una buona e tattiva educazione ) a volersi bene. Chi si abbandona a questi sentimenti deleteri ( che possono anche durare una vita, trasposti su diverse ma ripetitive esperienze ) dimostra di non amarsi affatto , pensando ( in modo distorto ) che facendosi vedere deboli e bisognosi si possa attirare a sé le persone ( specie se amate ), quando accade esattamente il contrario . Credo che tutti noi abbiamo bisogno ( specie se pensiamo a un' esperienza di vita condivisa ) di gente che sappia stare in piedi ( e saldamente ) invece di avere dei " tappetini".

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