Vi aspetto.... Tornate !
Nel deserto civile e culturale che contraddistingue questi anni, la fievole voce di Ferruccio Benzoni riemerge - quasi per miracolo - dall' ombra che per troppo tempo ha avvolto questo poeta discreto, confinato in una marginalità tragica che lo ha portato su solitari sentieri, dove ha cercato di preservare ciò che fugge : gesti, amici scomparsi, la dolcezza dell' amore, forse la Bellezza. E quanto più il poeta ha percepito l' inverno di tutte le cose, il gelo personale e collettivo, tanto più si è contrapposto al Nulla, nell' umana speranza che non tutto sia perduto.
A MIA INSAPUTA
Vorrei per una volta tutti
della mia vita i volti s' affollassero,
e uno in particolare contro
invetriata senza desideri.
Sorridono e all' implorante:
" Vi aspetto, tornate " -
socchiuso lasciano il battente
neanche spettasse a me seguirli ( chi qua chi là scomparendo )
o fossi dei loro già, senza saperlo.
***
DI GIUGNO
Altre calamità
non sempre dicibili non
miniaturizzabili sempre
- e il sole a bruciapelo
di un' estate irrompente soccorrendo
tutto il verde delle robinie.
Ma vedi come l' età aiuta a mitigarne lo sfarzo ( lo spasimo )
adducendo brividi in un poco
d' ombra serale
vociferando
piovaschi da una sventagliata
bassissima di rondini...
Così un inverno è divampato
e i suoi bracieri gelandosi
in un marzo stentoreo - ma non credere ai miei crepuscoli a
un infortunio d' amore, tu sai
non esiste grazia senza l' orrore.
***
CANZONCINA
Canicola in presagio d' autunno.
Pure un' ombra serpeggia s' insinua,
ma non diradare i tuoi passi.
Lasciami un bricco di caffè e rum
per quando non ci sei e una gloria
s' infoltisce di serpi e foglie.
Verrà un crepuscolo d' inverno.
Il tuo tailleur pesante che sa
di verdeamaro squillante.
Ma lasciami lagrimare
diradando i tuoi passi
- non esimermi da un sole svenato -
dall' insonnia, dalla calvizie.
***
A MIO PADRE
Neanche con te che ora mi sorridi
con occhi nuovi in sogno
tra il viola delle nubi il giallo
asfissiante dei crisantemi -
lo slancio d' un volo ch'è finito,
neanche con te troverebbe ali.
E mentre t' allontani ( rimuori )
timido come da una riva ti guardo,
ti sorrido, dopo quanti anni ?
***
NOTIZIA D' ADDIO
- " Ferruccio, Ferruccio..."-
Dal tuo profilo spigoloso
di grazia il pigolìo.
Odoravi d' ascelle. Di bucce
di mele aspre, lisce.
Assonnati gli occhi in prestito
un giorno solo alla terra.
" Ferruccio, Ferruccio..."
Aspettavi tra i binari ridendo.
Ridendo fuggivi in una folata
lumescente di liquidi vetri.
( Sia pure su un treno spettrale, sparisti ).
E io ( io ) non così vecchio, roso
dallo sconforto, dall' ebbrezza di
un giorno rivederti.
Oltre la porta, nella sera
strofinata di fiammiferi
il tempo franava aizzando
un etilismo di rimpianti.
Ferruccio Benzoni da La sete intatta
Io non giurerei sull'assioma "non esiste grazia senza l'orrore", forse statisiticamente, ma non siamo di fronte a equazioni matematiche dimostrabili; probabilmente siamo più noi ad attribuire eccessi di tragedia e di meraviglie ad armi pari, e quindi non mancano le occasioni di crogiolarci nel disastro o quelle dove non scorgiamo bellezza neanche se ci ammanta interamente.
RispondiEliminaPoi parliamo sempre di sensazioni soggettive, sia chiaro..
Quando mi trovo di fronte ad una poesia, non sempre conosco la biografia dell' autore. Spesso la studio, ma dopo aver interpretato ( e gustato ) a mio modo la lirica in questione . In questo caso però, essere a conoscenza delle vicende personali di Benzoni fa la differenza, altrimenti riesce difficile capire " l' eccesso di tragedia " come lo chiami tu, che ha infornato la sua vita e che ne ha determinato la morte.
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