Sono venuta a potare il respiro...
L' intravisto è ciò che osserviamo con difficoltà, per frammenti, con " l' occhio appoggiato alla crepa". Un impedimento - dunque - che nei versi dell' autrice diventa forza per conoscere meglio sé stessi e l' altro da sé ; uno sguardo obliquo che apre orizzonti in cui situare i ricordi. E quanto più fortemente la poeta percepisce l' altrove, tanto più sembra toccare il profondo di sé, per guardarsi veramente e riorientarsi. E così, insieme alla consapevolezza , a poco a poco affiorano le istantanee di un dialogo con un " tu " : una comunicazione difficile, fatta di frasi interrotte, frammenti, silenzi. Quella della Biagini è una poesia ermetica, difficile a volte da cogliere compiutamente, intrisa di metafore, che sta nel mondo in modo dialettico, cogliendone il conflitto e dandogli voce, raccontando ad occhi aperti, " quanto rimasto dalla cancellatura".
LE CORNATE
Quel ruvido che sveglia
scoperchia il bulbo e spinge
fuori il vedersi
così il tremendo
confondersi tra provare e pensare
affiora come un capillare dopo l' urto,
si fa disegno chiaro, direzione.
***
LIBRI FULGURALES
Coi visi bianchi
come licheni
facciamo nodi
all' erba prima
di scendere
nel fumo e il
suo ferro,
gli scalini
che ci affettano
le ombre.
***
BIDENTAL
Sotto un cielo color
bucchero leggiamo
i resti della cena,
ricostruiamo un
ciglio d' antenato,
un dito, la direzione
del prossimo nostro
andare
quando
un lampo ti illumina
gli anelli concentrici
del viso :
ti vedo
l' orecchio smangiato,
un frammento di ceramica
per mano, una lingua
che può scomparire
all' improvviso.
***
Stasera un cane mi
guida nella notte, scompare
a tratti. Ascolto
il brusìo del racconto,
dell' erba che spunta
dal tavolo : alla curva di
questa strada della fame
c'è odore di volpe,
c'è il traslucere del ricordare
e le sue uova. Pensarmi qui
è una camicia di spilli, è il dopo
del sasso nell' acqua
oltre il prato.
***
Sono venuta a potare
prima un respiro di
acqua e poi di sasso,
a stare al passo con
l' evaporare delle alghe
sono venuta a cercare
le voci arrochite, le corde
sfilate, le tracce
che si perdono nell' erica
sono venuta a sudare
le tossine della mia storia,
a portare le spore sotto
le suole, ad aprire il
libro del lì
sono venuta a studiare
il disfare, la piega dell' erba,
a mandare avanti la coda,
a vedere il colore di un odore
in controluce
ho seguito l' altro cane che sono
cercare nella biblioteca delle ossa.
Elisa Biagini da L' intravisto
"Leggo di versi armati,
RispondiEliminaa far strage di punteggiatura,
imporre la rilettura,
mimetizzare concetti
fino a distrarne
un senso convenzionale.
Liriche a celarsi, torri d’avorio
a tutela estrema.
Nessuna apertura,
alcuna comunicazione apparente.
Un giardino privato da decodificare.
E meglio che nessuno intuisca.
Non ricordavo la poesia
come campo minato,
laboriosa trincea.
Parola da disinnescare
con estrema cautela,
che non deflagri
tra cuore e tendine
ma resti guardinga
appena,
evocando agonie"
Scrissi questo a proposito di poesia troppo ermetica, ma vuole essere solo un punto di vista, che non cerca approvazione. E non riguarda in toto la poesia che presenti, spesso evocativa, e non necessariamente di agonie.
Hai scritto una bella poesia, molto chiara nei concetti a piacevole a leggersi.
RispondiEliminaMi ha colpita un aggettivo - del tuo commento - a proposito della poesia di Biagini.
Il termine è " evocativa". E' lo stesso che era venuto in mente a me ( ed è il motivo per cui ho deciso di postarla).
Ma sono in pensiero : ormai accade frequentemente che diciamo le stesse cose, magari usando gli stessi termini.
Sarà mai che ci leggiamo nel pensiero?
Vabbé l' intelligenza artificiale, ma noi ..... siamo AVANTI !
Inconfutabili affinità elettive.. 🤗
EliminaSenza dubbio ! Ed è stupefacente e divertente allo stesso tempo constatare come si sviluppa, quasi avesse una sua recondita " programmazione ! ".
EliminaL' intravisto (a differenza di quel che vediamo) lascia spazio alla nostra immaginazione e creatività. Ci lascia la facoltà di sbagliare ma, comunque, ci rende liberi di credere in quel che immaginiamo.
RispondiEliminaIl tuo pensiero non fa una piega dal punto di vista logico: un po' più difficile ricavare questa convinzione dalle liriche della poeta Biagini... Ma si sa che spesso ( e questo è il caso ) le poesie vanno decodificate perché sono più evocative e oniriche che logiche !
RispondiEliminaNon fa comunque male riflettere un su principio ineccepibile da qualsivoglia spunto esso ci provenga...
Grazie , Fabio, per il tuo intervento.