giovedì 27 marzo 2025

L ' INTRAVISTO DI BIAGINI

 


                                                                    Sono venuta a potare il respiro...




L' intravisto è ciò che osserviamo con difficoltà, per frammenti, con " l' occhio appoggiato alla crepa". Un impedimento - dunque - che nei versi dell' autrice diventa forza per conoscere meglio sé stessi e l' altro da sé ; uno sguardo obliquo che apre orizzonti in cui situare i ricordi. E quanto più fortemente la poeta percepisce l' altrove, tanto più sembra toccare il profondo di sé, per guardarsi veramente e riorientarsi. E così, insieme alla consapevolezza , a poco a poco affiorano le istantanee di un dialogo con un " tu " : una comunicazione difficile, fatta di frasi interrotte, frammenti, silenzi. Quella della Biagini è una poesia ermetica, difficile a volte da cogliere compiutamente, intrisa di metafore, che sta nel mondo in modo dialettico, cogliendone il conflitto e dandogli voce, raccontando ad occhi aperti, " quanto rimasto dalla cancellatura".





LE CORNATE


Quel ruvido che sveglia

scoperchia il bulbo e spinge

fuori il vedersi


                           così il tremendo

confondersi tra provare e pensare

affiora come un capillare dopo l' urto,

si fa disegno chiaro, direzione.



                                                 ***


LIBRI FULGURALES


Coi visi bianchi 

come licheni

facciamo nodi

all' erba prima

di scendere

nel fumo e il

suo ferro,

gli scalini

che ci affettano

le ombre.



                                                ***


BIDENTAL


Sotto un cielo color

bucchero leggiamo

i resti della cena,

ricostruiamo un

ciglio d' antenato,

un dito, la direzione

del prossimo nostro

andare


                      quando

un lampo ti illumina

gli anelli concentrici

del viso :


                       ti vedo

l' orecchio smangiato,

un frammento di ceramica

per mano, una lingua

che può scomparire

all' improvviso.



                                            ***


Stasera un cane mi

guida nella notte, scompare

a tratti. Ascolto

il brusìo del racconto,

dell' erba che spunta

dal tavolo : alla curva di

questa strada della fame

c'è odore di volpe,

c'è il traslucere del ricordare

e le sue uova. Pensarmi qui

è una camicia di spilli, è il dopo

del sasso nell' acqua


                                 oltre il prato.



                                                    ***


Sono venuta a potare

prima un respiro di

acqua e poi di sasso,

a stare al passo con

l' evaporare delle alghe


sono venuta a cercare

le voci arrochite, le corde

sfilate, le tracce

che si perdono nell' erica


sono venuta a sudare

le tossine della mia storia,

a portare le spore sotto

le suole, ad aprire il

libro del lì


sono venuta a studiare

il disfare, la piega dell' erba,

a mandare avanti la coda,

a vedere il colore di un odore

in controluce


ho seguito l' altro cane che sono

cercare nella biblioteca delle ossa.




                       Elisa  Biagini    da      L' intravisto



6 commenti:

  1. "Leggo di versi armati,
    a far strage di punteggiatura,
    imporre la rilettura,
    mimetizzare concetti
    fino a distrarne
    un senso convenzionale.

    Liriche a celarsi, torri d’avorio
    a tutela estrema.
    Nessuna apertura,
    alcuna comunicazione apparente.

    Un giardino privato da decodificare.
    E meglio che nessuno intuisca.

    Non ricordavo la poesia
    come campo minato,
    laboriosa trincea.

    Parola da disinnescare
    con estrema cautela,
    che non deflagri
    tra cuore e tendine
    ma resti guardinga
    appena,
    evocando agonie"

    Scrissi questo a proposito di poesia troppo ermetica, ma vuole essere solo un punto di vista, che non cerca approvazione. E non riguarda in toto la poesia che presenti, spesso evocativa, e non necessariamente di agonie.

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  2. Hai scritto una bella poesia, molto chiara nei concetti a piacevole a leggersi.
    Mi ha colpita un aggettivo - del tuo commento - a proposito della poesia di Biagini.
    Il termine è " evocativa". E' lo stesso che era venuto in mente a me ( ed è il motivo per cui ho deciso di postarla).
    Ma sono in pensiero : ormai accade frequentemente che diciamo le stesse cose, magari usando gli stessi termini.
    Sarà mai che ci leggiamo nel pensiero?
    Vabbé l' intelligenza artificiale, ma noi ..... siamo AVANTI !

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    1. Inconfutabili affinità elettive.. 🤗

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    2. Senza dubbio ! Ed è stupefacente e divertente allo stesso tempo constatare come si sviluppa, quasi avesse una sua recondita " programmazione ! ".

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  3. L' intravisto (a differenza di quel che vediamo) lascia spazio alla nostra immaginazione e creatività. Ci lascia la facoltà di sbagliare ma, comunque, ci rende liberi di credere in quel che immaginiamo.

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  4. Il tuo pensiero non fa una piega dal punto di vista logico: un po' più difficile ricavare questa convinzione dalle liriche della poeta Biagini... Ma si sa che spesso ( e questo è il caso ) le poesie vanno decodificate perché sono più evocative e oniriche che logiche !
    Non fa comunque male riflettere un su principio ineccepibile da qualsivoglia spunto esso ci provenga...
    Grazie , Fabio, per il tuo intervento.

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