lunedì 31 ottobre 2016
FILO SPINATO
Su un acceso rosso tramonto,
sotto gli ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
ieri i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
E' il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino i fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.
Pietro , bambino ebreo, ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin
Vai, vedrai...
Oh mio fanciullo, vedrai che un sorriso
nasconde spesso un gran dolore...
Vai, vedrai...follia dell'uomo...
domenica 30 ottobre 2016
TI HO
Ti ho, come marchio a fuoco sulla pelle.
Ti ho, nella bocca di labbra appese.
Ti ho, spasimante al seno nutrito.
Ti ho, nelle mani fra parole tese.
Ti ho, in una vita d'assenza agli occhi.
Ti ho, per sempre - sapendo di non averti.
Ma tu resta qui, Amore grande.
E io ti avrò.
frida
INCONTRI
" Gli incontri più importanti sono quelli
già combinati dalle anime, prima
ancora che i corpi si vedano "
Paulo Coelho
LA RIPRODUZIONE E' FEMMINA?
(...) Possiamo sostenere che il maggior investimento femminile
nella riproduzione sia biologicamente predeterminato?.
Se ci limitassimo a considerare il fatto che tra le quattromila
specie di mammiferi ( comprese le oltre duecento specie di
primati ) è sempre la femmina a sostenere il peso di
fecondazione, gestazione e allattamento, la risposta sarebbe
positiva. Ma non esiste una legge biologica nel mondo
animale che corrisponda a quanto osservato negli umani.
Esiste - per esempio - un tipo americano di cavalletta
( Anabrus simplex) in cui è il maschio a investire maggiormente.
Il maschio dell' Anabrus produce con grande sforzo una grossa
spermatofora piena di sostanze nutritive e le femmine entrano
in competizione per assicurarsi il maschio dotato della
spermatofora più voluminosa. In alcuni pesci tropicali della
famiglia degli Anabantidi, come il pesce combattente ( Betta
splendens ), la costruzione del nido, la custodia delle uova e
le cure degli avannotti per le prime quarantotto - settantadue
ore sono affidate ai maschi della specie, non alle femmine.
E' il maschio a costruire un nido di bolle, prodotte inglobando
aria nella saliva e ancorandolo allo stelo di una pianta
acquatica. E' il maschio che spinge la femmina sotto il nido
dove - al termine di un lungo corteggiamento che ha lo scopo di
favorire la produzione di uova - la abbraccia per favorire la
deposizione. E' sempre il maschio che raccoglie in bocca le
uova, prima che cadano sul fondo - fecondandole - e che le
depone nel nido dove le accudisce fino alla loro schiusa,
rimettendole a posto in caso di caduta accidentale. Ed è sempre
il maschio che rincorre gli avannotti riportandoli nel nido
almeno fono a quando non si rendano sufficientemente
indipendenti. L' onere della riproduzione nella razza umana è
dunque prevalentemente a carico delle femmine non tanto per
ineluttabilità biologica, quanto per convenzioni che si sono
sviluppate a partire dalla durata della gestazione, dell'
allattamento e dell'allevamento della prole: col tempo queste
convenzioni hanno finito per determinare quella suddivisione
dei ruoli -fra maschi e femmine - che, se pur in modo meno
marcato, continua a caratterizzare gran parte delle società
umane. (...)
Maria Rita Parsi da La natura dell'amore ( La belva umana e le sue passioni)
Bluese brothers - John Landis
Ma quanto incidono le cavallette ?
sabato 29 ottobre 2016
BRIVIDI D' ACQUA
Fa' che durino ancora
questi brividi alla pelle che vibra
di vita propria, e questo vortice
breve, come vento che strappa
lacrime e mozza il fiato,
e lascia poi
un senso di sole alle iridi d'acqua
e una sete di abbracci muti.
frida
HOMO FEROX
Gioacchino Assereto- Martirio di San Bartolomeo
(...)L' uomo si differenzia dagli animali perché è assassino: è l'
unico primate che uccide e tortura i membri della propria specie
senza motivo né biologico né economico, traendone soddisfazione.
E' proprio questa aggressione " maligna", biologicamente non
" adattiva " e " non programmata filogeneticamente " che
costituisce il vero problema e il pericolo per l'esistenza dell' uomo
come specie. (...)
Erich Fromm da Anatomia della distruttività umana
Piccole cose di valore non quantificabile - Paolo Genovese
Mi sono stati rubati tutti i miei sogni...
giovedì 27 ottobre 2016
L ' AMORE ADDOSSO
Prendimi le mani in questo dormiveglia
di ombre e di luci: voglio adesso un bacio
in controluce, che sia caldo e che graffi il cuore.
Voglio essere vento contro l'aria immobile
di quest'ora indecisa, persa in un tempo
dolce e violento; voglio il delirio riflesso
sui vetri e certezze che scendano leggere
sulla pelle a ricamare tatuaggi indelebili.
Non voglio voltarmi e voglio l'amore addosso
in quest'alba che dipinge ombre su specchi
di cristallo e che colora di seta le dita.
frida
Por una cabeza
Voglio l'amore addosso... ( da una poesia di frida )
Viaggio nell' isola antica ( Ceylon )
lunedì 24 ottobre 2016
PERCHE' MI SAI
Io ti racconto di bozzoli di seta
di quelli
che esplodono in farfalle
le mani sempre aperte
a mostrare le parole
e vento fra i capelli.
E poi
ho mille baci stretti
che anelano a scucire.
frida
domenica 23 ottobre 2016
DEL MOTO ASCENSIONALE
So che l'amore è la cura sensibile
di una curva in salita.
Lo stupore di chi lancia un giavellotto
a trafiggere il sole.
E' la scoperta fusione fredda
di due corpi in lontananza.
Oh sapore di versi nebulizzati
su due occhi di pece!
Mi porti con te,
zattera su acque altissime,
ma la risacca dei passi non porta
a dire come saremmo stati.
Bisogna meritarselo , il silenzio,
nelle ossa dei chiostri
perché ci accolga
- come la terra i semi - .
frida
INGARBUGLIATI GIORNI
Forse
dovremmo tentare la fuga
seguendo il filo spinato
d'un pensiero senza capo né coda.
Certo
potremmo scorticarci la pelle
restando appesi tra il dire e il fare
e un'imprecazione stretta fra i denti.
Oppure
- se vuoi - potremmo stare qui
acquattati tra il chiaro e lo scuro respirando
l'aria dalla feritoia degli occhi o ancora
Forse
potremmo tuffarci in quella ruga increspata e sottile
che segna il confine fra cuore e ragione, lasciandoci
alle spalle il domani e tornare sui passi, magari
Magari
potremmo invece discendere
lungo le viscere - che ci vuole coraggio -
ché li dentro si muore.
frida
Quechua Song
( come ) voce che grida nel deserto
sabato 22 ottobre 2016
LA GRANDE FESTA
(...) Quando considero la piccola durata della mia vita assorbita
nell'eternità che la precede e la segue " scriveva Pascal,
"quando considero il piccolo spazio che io occupo e quello
pur così piccolo che io vedo, inabissato nell'infinita
immensità degli universi che io ignoro e che mi ignorano,
mi spavento e mi sorprendo di vedermi qui piuttosto che là,
perché non v'è ragione che io sia qui piuttosto che là, per
cui sia adesso piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo?
Per ordine e per opera di chi sono stati destinati a me questo
luogo e questo tempo?. Memoria hospitis unius diei
praetereuntis ( Ricordo dell'ospite di un giorno che
subito passa, Libro della Sapienza )."
Severo e temibile discorso che vuole ricordarci la brevità
del nostro stare al mondo, la vanità delle nostre stupide
presunzioni. Giusto, caro Pascal, hai ragione, ma pure ti
dico che un corpo vivo ha bisogno di prolungarsi nel tempo
con l'immaginazione, anche dopo la sua fine terrestre,
immergendosi in un sogno di continuità rassicurante. Non
è abbastanza crudele la vita quotidiana perché non sia
legittimo un sogno di pace nel dopo vita?. La crudeltà del
nulla paralizza le membra e le rende nemiche di se stesse.
La nostra mente rifiuta di mettersi addosso cilici segreti:
vuole trovare la gioia del vivere e del morire. In vista di un
giardino dei pensieri lontani. Un giardino soffice, fitto di
alberi ombrosi dove pascolano leoni e cervi, senza
mangiarsi l'un l'altro. Mi piace immaginarlo così, nella mia
mente che invecchia, il giardino dell'aldilà. Un luogo
delicato e accogliente in cui i nostri amati morti- fatti leggeri
e savi - camminano agili, riflettendo. Ci saranno angeli?
Ci saranno, santi, martiri, divinità, si vedrà l'ombra di un
dio potente e punitivo?. Forse no. Forse sarà la voce della
poesia a tenere in movimento le menti. E le parole penderanno
dai rami come frutti. E si faranno canto mentre la lira di
Orfeo riprenderà a suonare scendendo dal cielo stellato.(...)
Dacia Maraini da La Grande Festa
Dulce Pontes - Your love
Suggestioni nello spazio
L ' ABBRACCIO
(...) Orio Valls, che si occupa di neonati in un ospedale di
Barcellona, dice che il primo gesto umano è l'abbraccio.
Dopo essere venuti al mondo, al principio dei loro giorni,
i bimbi agitano le mani come per cercare qualcuno.
Altri medici, che si occupano di coloro che hanno già
vissuto, dicono che i vecchi, alla fine dei loro giorni,
muoiono cercando di alzare le braccia. Ed è così, per
quanto si voglia rigirare la questione, e per quanto se ne
parli. A questa cosa - così semplice - si riduce tutto: tra
due batter d'ali, senza altre spiegazioni, si riduce il viaggio...
(...)
Eduardo Galeano da Il Libro degli Abbracci
PENSIERO D'ALBA
Ci attende in controverse latitudini, l'anima.
Si mostra nell'ancestrale abbraccio di un altrove
mai dislocato da sé. Eppure il ponte levatoio
carrucola negli anelli forgiati da quest'aria
che non rapprende promesse
e la chiave che apre ogni speculare se stesso
è qui, nel colore dell'alba.
L' essenza muove il passo che attraversa la carne
e si offre restando accanto e dentro, preservandoci
da un futuro qualunque.
frida
Sei parte di me
E' questo che cerco di dirti da circa una vita...e lo tengo per me.
venerdì 21 ottobre 2016
BRUMA DI FREDDO FIATO
Imbiancata diffonde la brinata precoce
su quel rosso di bacca, mia speranza di foglia.
Resterò come posso a scrutare la corsa
delle tacite gocce che - tradite dal peso -
in discioglier di neve fanno perle sul vetro.
Il sipario del fiato, come manto di bruma,
mi nasconde il viaggio del cielo che passa e
spegne il clangore d'un treno, quella nota che suona.
Aspettando che sgeli questo freddo pensiero,
nel tepore mi avvolgo, che di te non svanisce.
frida
Vecchioni - Luci a San Siro
Io quando ho amato, ho amato dentro gli occhi suoi...
Oltre il giardino - Hal Ashby
La vita è uno stato mentale
ROBERT WALSER & MARCO ERCOLANI (Elogio dell'apocrifo )
" Se un uomo sano scrive male, allora è malato in qualità di poeta.
Se un uomo malato scrive bene, allora appartiene in qualità di uomo
a coloro che sono sani. " Robert Walser
Mio giovane amico, mi son fatto aprire io le porte di questo luogo: è per un insopprimibile bisogno etico che ci sono entrato
dentro, quasi senza accorgermene. Sì, mia sorella era d'accordo.
Etico è sparire. Non esserci più in mezzo alle persone che credono
di essere vive. E quale luogo migliore di questo può affermarlo in
modo definitivo, con la complicità della vostra inutile scienza?
Ora posso intrecciare canestri e legare pacchi. Guardare scorrere
le stagioni. Scrivere poesie e godere della loro inesistenza. Il tempo
in cui dovevo dire chi sono ( ma sono pentito dei monologhi di
Simon nei Fratelli Tanner, tante - troppe parole - che sequenza di
pagine uguali! ) è passato da un pezzo. Ho anche avuto troppo
tempo per dirlo, ma allora i pianeti giravano con orbite graziose
e io li assecondavo. Oggi li sento immobili e li guardo come un
solo punto , non mi vanto di loro, e certo non loro di me.
Mi guardo le dita: c'è aria che le separa, tanta, troppa aria, e
vibra fastidiosa nelle orecchie!
Marco Ercolani da Preferisco sparire
MARIA
Ti splende sull'umile testa
la sera d'autunno, o Maria!
Ti vedo sorridere mesta
tra i tocchi di un'avemaria:
sorride il tuo gracile viso;
né trova - il tuo dolce sorriso -
nessuno:
così, con quelli occhi nuovi
si fissano in ciò che tu trovi
per via, che nessuno ti sa;
quelli occhi sì puri e sì grandi,
coi quali perdoni, e domandi
pietà:
quelli occhi sì grandi, sì buoni,
sì pii, che quando li apristi,
ne diedero dolci perdoni!
Ne sparsero lacrime tristi!
Quelli occhi cui nulla mai diede
nessuno, cui nulla mai chiede
nessuno!
Quelli occhi che toccano appena
le cose! Due poveri a cena
dal ricco, ignorati dai più;
due umili in fondo alla mensa,
due ospiti a cui non si pensa
già più !
Giovanni Pascoli da I Canti di Castelvecchio
De André - Ave Maria
Gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illumina il viso...
mercoledì 19 ottobre 2016
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