giovedì 15 maggio 2025

NEVE, VENTO E SASSI DI NATALE

 



                                                     I ricordi sono il fumo di una lampada a olio...




Fonte prima di ispirazione di questo testo di Luigi Natale, madre, matrìa, materna, è la Sardegna, antica terra di riti agresti che nutre versi ricchi di oggetti e odori, frutti e fiori. I temi della terra e della natura, in un presente vivo ma eterno, e la spontaneità del dettato poetico, sono frutto di soste, riprese e legature ben più complesse di quello che appare. Quello che arriva al lettore è un' emozione che viene da una comunicazione attenta e abile, non definibile se non come ricerca personale di particolare sensibilità. C'è un respiro unico nei versi di Luigi Natale, tanto apprezzato dalla critica quanto appartato e lontano dall' esibizionismo letterario odierno, un respiro che è privo di fretta e che si riallaccia non al tempo in sé, quanto all' essenza dello scorrere di questo tempo dalla mattina alla sera, da un giorno al giorno successivo fino a comporre una vita.






NEVE  VENTO SASSI

Siamo dentro i nomi

di ciò che abbiamo amato.

Una lunga distesa di licheni

un raggio di sole obliquo

davanti ai nostri passi.

Neve, vento e sassi.

Una parola lavorata

quando c'è qualcosa da difendere.

Ricopiare l' amata tua voce

dal volo lieve di una foglia.



                                                     ***


PAROLA PER PAROLA


Tra arature, semine e raccolti

un contadino scruta le nuvole scure all' orizzonte,

il cielo una scheggia d' amore dimenticata in un cuore

che un giorno qualcuno ritroverà.


Lui raccoglie tra le mani tutta un' epoca fuggita e la

e la spreme parola per parola.



                                                     ***


DAVANTI ALLA VITA


Il segreto è aspettare il vento

su questo mare giallo di ginestre

ascoltare cos' altro ci può dire.


Accogliere chi si è perduto

pochi istanti nei secoli del cuore

per non dimenticare con chi vive

l' urgenza lontana.


Abbracciare parole distanti

dove più nessuno abita

una casa con la stalla in rovina

quattro alberi davanti alla vita.



                                                       ***


Un uomo seduto contro il muro

intreccia un cesto d' asfodelo di tenerezza.

Una voce per restare e una per andare

canta nell' aria più dolce di un sambuco in fiore.


La luce delle rose selvatiche

sotto l' ombra resta cieca;

noi la notte ritorniamo a cercare

le stelle lontane

per non separare il sorriso che più non ricordiamo

e sognare quello che non vediamo.



                                             ***


Nei profili degli ulivi

i ricordi sono il fumo in una lampada a olio.

Noi aspettiamo l' ultimo raccolto d'uva

prima che l' autunno cada dietro al muro

e calmo guarisca i corpi trasparenti

fermi all' ora del tramonto.


Non tenere lontane le rive del mare,

porta il tuo passo all' aria

insieme alla goccia di sangue sulla spina

quando il sognare dei bambini

non si stanca di ascoltare il cielo.


Mentre noi si rivive il vuoto largo dei campi.




                        Luigi  Natale    da     Neve  Vento Sassi



6 commenti:

  1. Su questo mare giallo di ginestre (*)
    attendi il vento che dia lor voce,
    aprendo i nomi come le finestre
    per scrutare l'acqua giunta alla foce.

    Non si sa donde venga e dove vada,
    seppure il mistero ancor più grande
    è nel motivo che la cosa accada
    e lo scritto risponda alle domande.

    Il caso oppur un ordine nascosto
    muove i tuoi passi e credi d'esser tu,
    alla perenne ricerca di quel posto,
    ch'avea il profumo della gioventù.

    (*) le ginestre sono i nomi dei poeti recensiti nel blog

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  2. Bella, molto musicale questa poesia con accorte rime e assonanze. Non sapevo che in gergo i poeti recensiti si chiamassero " ginestre" e lo trovo interessante e appropriato , visto che il suddetto fiore cresce in terreni difficili.
    Su tutto impera un' aura d' attesa e di mistero.
    Sul tema della gioventù non mi esprimo perché non vorrei ri- passarci ( nonostante oggi sia il mito imperante ). Mi attira maggiormente la maturità ( senza pass cronologici ).

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  3. Non tutto mi arriva e mi tocca, ma questo retrogusto di terra e campi mi piace proprio

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    1. Hai ragione : queste poesie hanno il retrogusto della terra sarda, degli ulivi, delle rose selvatiche e del vento. Con grande rammarico devo riconoscere che di quest' isola ballissima conosco solo il meraviglioso mare.

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  4. Una terra, la Sardegna, che le rive del mare le ha sempre tenute lontane, che di mare preferisce quello di ginestre. Il mare si è riconosciuto, in forma anomala, con l'avvento del turismo, certo non in nome della scoperta o del viaggio. Dal mare giungevano solo pericoli. Mi è rimasta impressa Santa Teresa di Gallura, spalle al mare. Nessun abbraccio.
    Ma forse sono anche io troppo impegnato a distorcere visioni.

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  5. Forse sì., lo riconosco dalla tua anomala sensazione di mancato abbraccio.

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