Kamala Das
Kamala Das, nata Madhavikutty, è considerata in India " poeta laureato ", la voce più incisiva e autorevole della moderna poesia indiana in lingua inglese, e allo stesso tempo uno degli autori più determinati in lingua malayalam. Nata nella casta aristocratica Nair, da padre giornalista e da madre famosa poeta, manifestò precocemente il suo amore per la scrittura e la poesia. A quindici anni fu data in sposa a Madhava Das, dirigente di banca molto più anziano di lei, che la incoraggiò a scrivere, e Kamala lo fece, scrivendo indistintamente in inglese e hindi , senza rinnegare la lingua malayalam perché in quella di radicavano le sue robuste radici, quelle che le permisero di lanciarsi oltre le convenzioni e le limitazioni di una condizione femminile per lei troppo angusta e soffocante.
KRISHNA
Il tuo corpo è la mia prigione, Krishna,
oltre esso non vedo.
Mi acceca la tua tenebra,
le tua parole d' amore
esclodono il fragore del mondo saggio.
***
I VERMI
Al tramonto, sulla riva del fiume, Krishna
l' amò per l' ultima volta e se ne andò...
Quella notte tra le braccia del marito, Radha si sentì
così morta, che lui le chiese : Che hai ?
Ti spiacciono i miei baci, amore ? E lei rispose,
No, affatto, Ma pensò Che cosa importa
al cadavere se lo mordono i vermi ?
***
ETA' DELLA PIETRA
Tenero sposo, antico colono della mente,
vecchio ragno pingue che tessi ragnatele di sconcerto,
sii gentile. Tu mi trasformi in un uccello di pietra, in una
colomba di granito, mi costruisci attorno una misera stanza,
e mi accarezzi distratto il viso butterato mentre
leggi. Parlando ad alta voce frantumi il mio sonno antelucano,
ficchi un dito nel mio occhio sognante. E
tuttavia, sognando ad occhi aperti, uomini forti proiettano un'ombra, sprofondano
come bianchi soli nei flutti del mio sangue dravidico,
segretamente scorrono le fogne sotto le città sacre.
Quando vai via, con la mia auto azzurra scassata, guido
lungo il mare più azzurro. Salgo di corsa i quaranta
gradini rumorosi per picchiare all' altrui porta.
Attraverso lo spioncino osservano i vicini
mi osservano arrivare
e andare come la pioggia. Chiedetemi tutti, chiedetemi
cosa ci vede in me, chiedetemi perché lo chiamino leone,
libertino, chiedetemi perché oscillino le mani come un cobra
prima che il pube m' afferri. Chiedetemi perché come
un grande albero, abbattuto, s' accascia sui miei seni
e dorma. Chiedetemi perché la vita sia breve e l' amore sia
più breve ancora, chiedetemi che cosa sia l' estasi e quale sia il suo prezzo...
***
INVERNO
Sapeva di nuove piogge e di teneri
germogli di piante - e il suo calore era il calore
della terra in cerca di radici... persino la mia
anima - pensavo - dovrà inviare le sue radici da qualche parte...
E amavo il suo corpo senza vergogna,
nelle sere d' inverno in cui gelidi venti
ridacchiavano contro i vetri bianchi.
***
LA PIOGGIA
Lasciammo quelle casa sgraziata e vecchia
quando morì il mio cane, dopo il
funerale, dopo che la rosa
fiorì due volte, sradicandola,
e portandocela via con i nostri libri,
con gli abiti e le sedie di gran fretta,
Ora viviamo in una nuova casa
e il tetti non perdono, ma, quando
qui piove, vedo la pioggia inzuppare
quella casa vuota. La sento cadere
dove ora giace il mio cagnetto.
Solo.
***
LO SPECCHIO
Farsi amare da un uomo è facile
solo sii onesta nelle tue esigenze di
donna. Sta nuda con lui di fronte allo specchio
così che possa vedersi più forte
e che lo creda, e te molto più
morbida, più giovane e graziosa. Ammetti la tua
ammirazione. Nota la perfezione
delle sue membra, i sui occhi arrossati sotto
la doccia, il cauto camminare sul pavimento del bagno,
seminando asciugamani e il modo a scatti
in cui urina. Tutti i dettagli teneri che lo rendono
maschio e il tuo unico uomo. Donagli tutto,
donagli quel che ti rende donna, il profumo
dei capelli lunghi, il muschio del sudore tra i seni,
il caldo shock del sangue mestruale, e tutti i tuoi
infiniti appetiti di femmina. Oh sì, farsi
amare da un uomo è facile, ma vivere
poi senza di lui potrebbe essere
qualcosa da affrontare. Un vivere senza vita quando ti
muovi, incontri gli estranei, con occhi che
hanno rinunciato a ricercare, con orecchie che sentono solo
la sua ultima voce chiamare il tuo nome e il tuo
corpo che un tempo sotto il suo tocco scintillava
come ottone brunito, ora misero e privo di colore.
Kamala Das da La danza degli eunuchi e altre poesie - Trad. di Francesca Diano