mercoledì 11 gennaio 2017

LE COSE DELL'AMORE ( AMORE E SACRALITA' )



(...) Benché l'amore cominci là dove la bestialità finisce, essa è così
      ben conservata nell'erotismo che le immagini tratte dall'
      animalità non cessano di essergli legate. Ma forse proprio per
      questo l'amore è sacro. Come attività trasgressiva che si 
      oppone al divieto, l'amore è vicenda divina, dove l'umano 
     " eccede", compie l'eccesso.
       Nel sacrificio dell'animale la violenza trasgressiva abbatte la
       vita, nella trasgressione erotica la vita - in un punto e per un
       certo tempo - resta incrinata dalla voluttà che gode d'esser
       cieca e dell'aver dimenticato. Nella sospensione dei divieti che
       difendono la vita, la voluttà evoca la morte, e negli spasmi, nei
       respiri faticosi, il corpo registra questa profonda affinità. Da
       un lato la convulsione della carne è tanto più precipitata
       quanto più è vicina al " cedimento", dall'altro il cedimento
       favorisce la convulsione voluttuosa. Ambivalenza dell'incontro
       amore - morte, scambio simultaneo di sintomi, trasgressione
       dell'ordine abituale delle norme di vita che simula quel " tras-
       gredire, quell'andare " oltre" la vita che si vuol trattenere nei
       limiti umani.
       Quel che c'è di notevole nel divieto sessuale è il suo pieno
       rivelarsi nella trasgressione. L'educazione, che procede per
       silenzi e per avvertimenti sommessi dopo ogni scoperta
       parziale e furtiva, ne svela l'aspetto tenebroso e proibito, dove
       il piacere si intreccia al mistero, espressione ambivalente del 
       divieto che determina il godimento nel momento stesso in cui
       lo condanna. Questa rivelazione data nella trasgressione, dice
       quanto la nostra attività sessuale sia costretta al segreto, e
       appaia contraria alla dignità " umana" che, affermatasi
       discostandosi dalla semplicità animale, sembra non poter
       esprimere la carne se non nella trasgressione.
       Ma la trasgressione è lo spazio degli animali divini e poi degli
       dei e di coloro che li rappresentano, che hanno in comune la
       possibilità di sottrarsi al divieto che regola la vicenda umana.
       Per questo, prima i sacerdoti e poi i signori della terra
      " dovevano" possedere per la prima volta la donna che andava
       a nozze; segno che il primo contatto era violazione del comune
       divieto, solo dove sacerdoti e sovrani potevano intervenire
       senza troppo rischio per le cose sacre. Poi la ripetizione
       sessuale era affidata agli uomini sottoposti ai divieti, perché
       se l'abitudine da un lato ha il potere di approfondire ciò che
       l'impazienza ignora, dall'altro è immune al fascino dell'
       illecito che - solo - ha il potere di infondere all' amore ciò che
       esso ha di più forte della legge .  (...)



         Umberto  Galimberti da    Le cose dell'amore

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