mercoledì 21 giugno 2017

PENSIERI DI UNO PSICANALISTA IRRIVERENTE 2



(...) A volte l'analisi diventa noiosa per i pazienti, e dicono che è
      una disciplina vecchia, che è una scienza stantia che sa di
      muffa, che sa di abiti della nonna, proprio perché si continua
      ad usare un apparato concettuale del tutto desueto. E' come se
      in una sala operatoria si adoperassero i bisturi che si usavano
      nel 1902. In seguito è arrivato il bisturi elettrico e oggi c'è
      quello laser. Ci sono tanti concetti che fanno parte della nostra
      storia, che è importante che ci siano stati, che sono stati
      preziosi, ma che ormai non ci servono più.
      Proviamo a fare velocemente la storia della psicoanalisi: dopo
      Freud abbiamo avuto Melanie Klein, che meriterebbe il premio
      Nobel per aver detto semplicemente che la realtà interna è
      tanto reale quanto quella esterna; per aver avuto il coraggio
      delirante, durante il bombardamento di Londra, mentre i razzi
      V2 le passavano sopra la casa in cui stava lavorando, di
      continuare ad interpretare i disegni di Richard, considerando
      i V2 come attacchi che lui voleva fare al seno della mamma.
      Solo una matta, mentre un missile le passava sopra la casa,
      poteva dire che era l'attacco al seno, no?
      Ci sono state delle menti rivoluzionarie. Pensiamo a Winnicott,
      a Bion. Poi abbiamo tutte le cose stantie, cioè tutto quell'
      apparato concettuale che non ci serve più e che continuiamo a
      portarci dietro. Per questa ragione, l'analisi può diventare un
      noioso rituale precotto. L'analista che non risponde alle
      domande, l'analista che non ti dà la mano, l'analista che non ti
      fa gli auguri per Pasqua, l'analista che interpreta soltanto, l'
      analista che ne sa sempre una più del diavolo e ti fa sentire
      stupido, l'analista che ti interpreta ogni cosa secondo l'invidia,
      oppure sulla base di un altro concetto su cui è fissato: la
      psicoanalisi andrebbe alleggerita. L'analista dovrebbe essere
      uno che viaggia con bagaglio a mano. Ha presente quei
      trolley piccoli da aereo, quelli che fanno portare a bordo da
      mettere nella cappelliera? Ecco, quello dovrebbe essere il
      nostro bagaglio, non dodici valigie con tutto l'armamentario
      psicanalitico di due secoli fa. Il bagaglio leggero, un bagaglio
      a mano e basta. Ha presente  i film dei cow boy? Il cowboy
      cosa aveva? Il cavallo, il lazo e il Winchester. Talvolta la
      padella e i fagioli, basta. Non si è mai visto un cowboy che
      viaggiasse pieno di bauli.  (...)


           Antonino  Ferro  da  Pensieri di uno psicanalista irriverente
     

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