domenica 12 febbraio 2017

L' APPRODO DEL SILENZIO



(...) Il silenzio è l'approdo cui tende la parola. Ma non può essere il
       silenzio dell'inizio: deve essere il silenzio dell'arrivo. Il proprio
       silenzio, quello determinato dalle proprie - e di nessun altro -
       parole. Nessun silenzio è innocente. Nessuna armonia  è
       possibile. Bisogna trovare, con il proprio linguaggio, il
       proprio silenzio. E, mentre lo si trova, vivere l'esperienza di
       uno shock, di un allarme, di uno stupore sempre nuovi, perché
       la poesia è linguaggio ammutolito, meraviglia per quanto non
       è pensabile, esperienza dell'impensato, magia del dire che si
       intesse " alla stregoneria del non- detto" ( Mario Luzi ) .
       La poesia raggiunge, con forme diverse, la sua natura di grido
       e si scopre porosa, lacunosa, traversabile da sussulti. Perché
       ogni arte autentica ha qualcosa di elementare, di atroce, di
       irriducibile alla logica del discorso. Poi, dopo tutto questo,
       dopo aver trascorso il sogno e la notte, dopo essere stata ad un
       palmo dall'afasia, riprenda ad essere canto. Ma canto nudo,
       breve, sempre all'inizio ma che è - anche approdo di sé.- (...)


                Marco  Ercolani  da     Parola e pericolo

Nessun commento:

Posta un commento