mercoledì 6 marzo 2019

LETTERE DA UN MATRIMONIO ( Postfazione di Anna ) 2



Quando me ne accorsi ne fui sgomenta. Reagii d'istinto, alla cieca. Una sera, di colpo, senza nessun motivo apparente, dissi: " Così non si può continuare. Separiamoci.". B. cadde dalle nuvole. Cercò di interrogarmi. Scoprii che non riuscivo a dar voce alle mie ragioni ancora nebulose. Cercai goffamente di spiegare - a lui come a me stessa - quello che mi stava succedendo. Ci riuscii assai male. Mi impegolai in una dialettica sui sentimenti così confusa da risultare assai poco convincente.
Era inevitabile che B. sospettasse che fossi innamorata di qualcun altro. Con uno sforzo così penoso che ancora oggi - a distanza di tanti anni - mi stringe il cuore, si risolse a chiedermelo. Dissi la verità : che non era vero. Non fui creduta. Allora, per essere creduta, mentii. Finsi di ammettere - dopo molte reticenze - che sì, era vero: un sentimento nuovo stava nascendo in me e che non mi sembrava onesto continuare la nostra convivenza e che era meglio separarci, magati temporaneamente.
Anche oggi mi chiedo dove trovai la forza e l'incoscienza e la crudeltà per una simile commedia. Non so rispondere. Ricordo che agii con una sorta di irresponsabile automatismo che mi somiglia assai poco. Così il cerchio si chiudeva. Iniziato con la menzogna della mia primissima lettera in cui fingevo di essere innamorata di un altro, si concludeva - dieci anni più tardi - con la stessa menzogna.
Ai primi di Dicembre, partendo in turnée per la mia seconda stagione con Gassman, lasciai una lettera in cui scrivevo che non sarei tornata più. B. non mi scrisse, non mi cercò, non parlò con nessuno della nostra separazione. Ma io seppi, da amici comuni, che per lui fu un colpo terribile.



                     Anna  Proclemer    da    Lettere da un matrimonio

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