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domenica 30 giugno 2024

LA LIBERTA' DI FERNANDA

 


                                                                   Fernanda Romagnoli



Fu pura diserzione.

Silenziosa vedetta mi scortava

all'estuario del tempo.

Lo spazio si sfilava dai miei piedi,

mal cucito sudario.

Non c'era qui altro metro che l'eterno.

Non v'era riva fuor che lo splendore.

Mia minuscola lampada - arsa viva!


Salivo libera, appena appesantita

dalla parte del cuore.

Scioglieva il sale della mia memoria

l'aria che ospitò Eva.


Ma adesso - era possibile? -

sentivo rifluire in me un raduno

d'indicibile assenza, e mi moriva

laggiù, come la bestia di nessuno,

la vita che m'ero portata sempre addosso

malvista carceriera.


Lei pagava il mio scotto.

Oh libertà :

che c'è di libero in questo?

era nel patto l'eccidio degli sciami

per fuoco, che m'inseguono

" Occhi" avvampando in volo  " Labbra, mani"

e " Siamo noi " con pula di ricordi.


Mi avranno, prima o poi.

Io sono stanca di essere tutta pura.

E' il peso della mia costola, il tremendo

tirante che mi trascina altrove. Dove?

" Fermati, il luogo è questo ".

Sorrido " Riconosco :

la caverna del cuore! ".

Io qui li attendo.

E bianca come una monaca che abiura,

mi svesto di te, libertà.




                       Fernanda  Romagnoli  da   Il tredicesimo invitato



domenica 8 ottobre 2023

IL DUBBIO DI OTTOBRE

 


                                                                                Nel dubbio...




NEL DUBBIO


Questo giorno d' ottobre ha

iniziato

col sorriso stranito

di chi ritorna in città

da un viaggio, e gli sembra

mutata,

di più misera apparenza,

le vie più strette. Possibile!

In così breve assenza! Sarà

che la stanchezza gli mette

malumore nell'animo, o che

l'animo

non è desto del tutto.

Se almeno il sole sciogliesse

la foschia... Come il viso

di un fratello

che da lontano s'è

riconosciuto

schiara tutta la via...

Sarebbe bello accadesse.

Nel dubbio, consideriamolo

accaduto.



           Fernanda Romagnoli   da   Il tredicesimo invitato



domenica 1 gennaio 2023

GLI SPECCHI DELLA LUNA 2

CRISTALLO DI ROCCA

 

Chi amico ti chiama - è beato.

Felice colei che un giorno

ti parla ti tocca

ti dorme a lato.

Ma il rischio! Tu sei

come il cristallo di rocca :

così solitario in purezza,

così pronto a ferire

se si spezza.

 

                                          ( Fernanda Romagnoli )

 

 

                                                 ***

 

AUGURI PER IL 1999

 

Non portarmi dei fiori, lasciali a mio nome

sul gambo dove un giorno moriranno.

Non indosso pellicce da decenni

e penso a quel castoro che salta ancora.

 

 Non portarmi dei libri. Da una vita

filtro per la memoria paglie d'oro.

Difficilmente nuovi libri aggiungono

saggezza alla saggezza.

 

Portami palloncini colorati,

le illusioni che mentono con grazia.

Li guarderemo insieme mentre salgono

dove tutto svanendo sorride.

 

                               (  Maria  Luisa  Spaziani )

 

 

                                                  ***

 

 

MODI DI MORIRE

 

Cadremo come uccelli privi d'aria

precipitando in vertigine pura,

la mente scossa che vieppiù si oscura,

la carne prossima a disfarsi in polvere?

 

O grideremo come forsennati,

come bimbi all'asilo urlando " E' ingiusto!

Volevo fare tante cose e così poco ho visto! "

da fame, ira e lussuria ancora soggiogati?

 

O giaceremo quieti sperando di allentare

la morsa dell'estranea che vuole fermarci il cuore?

Nei corridoi del sonno inermi svaniremo?

Che tenebre, che incontri affronteremo?

 

                               ( Elizabeth Iennings )

 

 

                                                   ***

 

LE COEUR ENGLUTI

 

O cuore mio, ti cerco

con cieche dita

caduto in gelide acque.

O cuore mio, ritorna,

stiamo insieme.

Meglio soffrire

tutto il dolore del mondo

che non giacere

come pietre morte negli stagni.

Piangere è meglio tutto il pianto dell'uomo

e non con pallide bocche

sorridere sotto acque gelide.

 

                                 (  Elena  Bono )

 

 

                                               ***

 

L' ARGOMENTO

 

Entrò, prese la sedia, si sedette

poi disse " L' argomento qual è ? "

Dissi : L' Amore.

Non perché volessi da lui parole

o accenti dimenticati o rinnovati 

fasti o nefasti turbamenti. Volevo

parlare

dell' Amore.

Sbiancò in volto, stropicciò i piedi

sopra il pavimento, si alzò di scatto

come chi sia turbato da un pensiero

improvviso 

poi uscì, senza avermi salutato.


                                    ( Bruna Dell' Agnese )

 

      Gli specchi della luna ( poesia femminile del Novecento ) a cura di Silvio Raffo

 

 

domenica 21 agosto 2022

IL TREDICESIMO INVITATO DI FERNANDA

 



                                                   Come scalci ancora forte, mia vita...




NIENTE


Morte, se vieni per condurmi via,

lascia che ombra su ombra

io ripercorra la gente.

In quell'incrocio di rotte

casuali, ci siamo incontrati

- fra vivi - così inutilmente.

Per migliaia di giorni,

ogni giorno :

all'andata, al ritorno.

Per migliaia di notti,

ogni notte :

coi ginocchi, coi fiati.

Non ci siamo scambiati

niente.



                                             ***


CAPRO ESPIATORIO


Uggiola alla fessura, cagna - luce.

Qualcuno il mio sonno ha legato

quattro zampe in un mazzo. All'aurora

chi aprirà? Voglio alzarmi. Ho paura.

Nel pozzo del cranio

 -senza uscita -. Nel buio sacrario

sconsacrato. ( La luce come un'unghia

sotto le porte ). Capro espiatorio

già caduto sul fianco, otre di sangue

già mezzo vuoto - come scalci ancora

forte, mia vita.



                                             ***


POI


Poi ti raggiungerò

là dove - abbandonata

la via terrestre, simile

a rotaie in disuso -

s'incammina lo spirito, esitante,

confuso ancora al grido, ancora all'orlo

della sua cieca vibrazione umana.

Io ti raggiungerò

dove tu " Sono qui "

balenerai, che ancora dalla fascia

del buio mi districo.

" Qui dove - nell'angoscia

di troppa luce, nessuno distinguendo -

ti griderò. Ma già saremo Uno .



                                     ***


PROCESSO


T' ho visto in sogno, spirito che m'abiti.

Dormivi, rannicchiato feto d'angelo,

mostro incompiuto. Dentro di me, in travaglio,

come in una matrice. Traditore!

Che ti facevi padrone in casa mia

crescendomi a tormenti.

Che m'incalzavi ad adescare i giorni

come una spia, come una meretrice,

per la tua fame di strani nutrimenti

grati a te solo: il giusto, il vero, il bello.

Malata, maledicendomi che stretto 

con me a soffrire, deperivi. E quando

tornavo viva, tra risa come pianti...

Come prezioso anello raccogliendo

ogni attimo caduto...

D'ora in avanti chi pagherà i tuoi debiti

di scapestrato cadetto, s'io rifiuto?

S'io diserto il tuo letto, a chi scaldarti?

T'ho smascherato, spirito che m' abiti.

T' aborro, ma non mi è dato rinnegarti :

tu amante mio, mio figlio, mio fratello.



                                                ***


IN SOGNO I MORTI


Vengono i morti nel sogno

ci affiancano e se ne rivanno,

talvolta danno un segno -  ma diviso

da noi - candela mossa dietro un vetro.

Così mio padre mi s'accende accanto

nel buio che mi fascia.

" Vieni per dare o per chiedere?" m'affanno

" E' la medesima cosa! - e in un sorriso

si spegne, come annottando sulla riva

l'acqua, che del suo viaggio fiammeggiante

non lascia nessun pegno.




                     Fernanda  Romagnoli  da  Il tredicesimo invitato e altre poesie



LA FOLLE TENTAZIONE DI FERNANDA



                                                              C'era un universo in mezzo...




ROSAIO


Quando agosto è al finire

il mattino s'annuncia con clarini

di fuoco. Esco nel lampo del balcone,

di sonno intrisi ancora

sulla nuca i capelli e la mia veste

m'è fastidiosa. Lente alla ringhiera

stanno le rose - ansiose di sfiorire -

e invocano il pugnale delle vespe.


Ma Iddio manda fra loro

un'ape che ne serbi la memoria

quando il morto rosaio non sarà

che una corona di spine.



                                          ***


ANIME


Vi sono anime liete,

puntuali alla luce, come al fiato

di marzo margherite.

Così fosse di me. Verso il mattino,

quando i sogni si fanno verticali

per leggerezza, io sono d'un tessuto

trasparente; nelle mie vene l'alba

beve il suo fresco vino.

Ma subito, al risveglio, come un muto

grido di metamorfosi, la carne

ha già escluso la luce. Già m'ingombro

di cupi stami. Pollini irrequieti

mi violentano e fuggono. - Mai sazia,

infecondata -. A me verrà la Grazia

con l'erpice di luglio, la vampata

del sole a piombo.



                                        ***


OTTAVO COMANDAMENTO


Siamo due gran bugiardi, noi, mio caro.

L' ottavo comandamento ci condanna.

Ma Iddio non sarà avaro d'indulgenza

forse, con noi, sapendo come avviene:

- che tu mi mentisci a parole

gridandomi con gli occhi : " Per tuo bene

devo, devo mentire ";

- e ch'io fingo di crederti perché

sono una donna che molto può capire

e ormai non ha più bene.



                                        ***


IL TREDICESIMO INVITATO


Grazie - ma qui che aspetto?

Io qui non mi trovo. Io fra voi

sto come il tredicesimo invitato,

per cui viene aggiunto un panchetto

e mangia nel piatto scompagnato.

E fra tutti che parlano - lui ascolta.

Fra tante risa - cerca di sorridere.

Inetto, benché arda,

a sostenere quel peso di splendori,

si sente grato se alcuno casualmente

lo guarda. Quando in cuore

si smarrisce atterrito " Sto per piangere! "

E all'improvviso capisce

che siede un'ombra al suo posto :

che - entrando - lui è rimasto chiuso fuori.



                                         ***


AD IGNOTO


A te, che non sospetti ch'io esista -

A te, cui resterò sempre nascosta -

dalla mia ultima boa

già immersa in freddi sorsi di campana,

aspettando il linciaggio

di azzurri squali

a faccia in giù nell'onda -

invio di me quest'ultimo messaggio :

Con tutto il nulla t'amo

che intercorse tra noi - tutto l'immenso

che poteva intercorrere! Ma c'era

un universo in mezzo.

A te, sull'altra sponda

ignaro, approderà col fiato mozzo

questo tremante ramo

di me, scampato al viaggio.




                 Fernanda  Romagnoli   da   La folle tentazione dell'eterno



venerdì 14 luglio 2017

FALSA IDENTITA'

 
 

                                                                        ...ma il corpo non ero io...


Prima o dopo qualcuno lo scopre:
io sono già morta
da viva. E' di donna straniera
la faccia fra i capelli in giù sporta
che subito si ritira,
l'ombra che dietro le tende
s'aggira di sera,
il passo che viene alla porta
e non apre. Suo il canto
che intriga i vicini coprendo
i miei gridi sepolti. Qualcuno
prima o dopo lo scopre. Ma intanto...
Lei a proclamarsi non esita,
lei mostra il mio biglietto da visita.
Io nel buio - in catene - a un palmo
da voi di distanza, sul muro
graffio questa riga contorta:
testimonianza che mio
era il nome alla porta, ma il corpo
non ero io.


      Fernanda  Romagnoli    da   Il tredicesimo invitato e altre poesie