" Per ogni minuto che passiamo in preda alla rabbia, perdiamo sessanta secondi felici" ( W. S. Maugham )
AGGRESSIONE E RABBIA
(…) Aggressione deriva dalla parola latina aggredior.
Innanzitutto essa ha un pacifico risvolto intenzionale di
avvicinamento, e significa semplicemente" recarsi in un luogo,
accostarsi a qualcuno, cominciare, intraprendere qualcosa".
C'è in questa catena di significati un'intensificazione; nella
parola è presente una pressione che va aumentando sempre
più.Il temine diventa sempre più ostile, assumendo il significato
di aggredire, sopraffare, distruggere con intento malevolo. E'
in questo contesto - allora - che si deve parlare di distruzione.
Ma non si può indicare semplicemente come distruttiva l'
intenzionalità di un avvicinarsi pieno di determinazione; si può
ben invece definire come tale la distruzione operata con
propositi ostili.
E' molto importante nell'aggressione il ruolo giocato dall'
intenzionalità: abbiamo uno scopo, vogliamo provocare
qualcosa; ma qualche altra cosa si contrappone a questa
nostra volontà e noi ci arrabbiamo, diventiamo furiosi. Può
darsi allora che traduciamo questo affetto in comportamenti
ostili.A seconda del temperamento ci arrabbiamo tanto o poco,
oppure per nulla. I nostri attacchi di collera hanno una precisa
tipicità, che varia da persona a persona. Ciascuno di noi
probabilmente può dire di se stesso se cova un attacco di collera
per settimane, se lo scarica lentamente o velocemente nel luogo
giusto o in quello sbagliato,oppure se è una persona che esplode
e poi dieci minuti dopo non capisce più come abbia potuto
perdere la calma. Nelle sue varie manifestazioni, la rabbia - di
volta in volta - rivela una tipicità individuale.
Nella gestione della rabbia è possibile distinguere diverse
tipologie di reazione, vale a dire che le persone la sentono in
maniera differente, e altrettanto differentemente la controllano,
ne sono succubi o la respingono. (…)
Verena Kast da Abbandonare il ruolo di vittima
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