mercoledì 6 marzo 2019
LETTERE DA UN MATRIMONIO 2
6 Ottobre 1945
(…)Sono passate otto ore da quando sei partita, e io sono andato
avanti, da un minuto all'altro minuto, assistendo ogni volta al
miracolo di averne la forza. Ora mi pare di essere cascato.
Ti assicuro, ti giuro che ringrazierei il cielo se mi concedesse
di non andare più avanti. Ho il terrore della sera che è già
prossima. Tra poco sarà buio: le strade nere, la scaletta… Ma
dove sarà il tuo braccio, dove sarà la tua mano, dove saranno
le cose che dici dopo aver capito e inteso nel modo che tu sola
sai? E domani, peggio: con la luce, le strade di Catania, i caffè,
il ristorante " Lorenti ", la torre...strumenti di tortura
insopportabili! Perché questa crudeltà ? E' questa la felicità di
amare la più bella, la più nobile, la più dolce,la più intelligente
e sensibile ragazza del mondo?
Sei questo, tu, Anna? Anna deve significare dolore, dolore
mortale e terribile? E insieme la sola cosa al mondo per cui
valga la pena di vivere? Anche il ricordo dell'ultima sera
passata insieme - che forse è stata la meno cara di tutte - coi
tuoi scherzi socievolmente intonati alla domestica banalità del
nostro ospite, non serve… Il pensiero sfugge alle altre tue
parole, a quelle vere, per cui par di vedere affacciarsi una linea
così nobile, luminosa ed erta che se ne prova un attimo di
sgomento. Ma quale sgomento! Di quanta soavità !
In queste prime otto ore io sono stato unicamente, maniacamente
pazzamente memoria! Mi sembra di non saper pensare altre
parole che non siano altro che quelle tue dei ricordi. Spero che
non succeda questo anche a te, sebbene una simile speranza sia
mostruosa per uno che ama e vuole essere riamato.
Ma io, oltre ad amarti, ti voglio un bene infinito.
Perdonami se ti scrivo queste cose. Avevo promesso a me stesso
di lasciare i tuoi sentimenti liberi da qualunque peso, per un
certo tempo. E lo farò, dalla prossima lettera. Ma oggi non ho
alcun potere su me stesso tranne quello di ficcarmi sempre più
addentro nella più nera disperazione.
Come potevi parlare della " noia" di stare con te, Anna?
Eri pazza? Si può trovare una cosa tanto lontana dalla ragione?
Come stai? E' caduto su di me il primo colpo di spugna?
Ti stringo molte volte al cuore
Vitaliano (…)
Vitaliano Brancati e Anna Proclemer da Lettere da un matrimonio
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