(…)E' proprio vero che ogni donna desidera un fascista - come con
accorata disperazione e tragica ironia recita una poesia di
Sylvia Plath rivolta al Babbo?E ogni uomo una Lulù ?( graziosa
quindicenne che inizia a scoprire il sesso - dal romanzo di
Almudena Grandes - n.d.r. ). O non sono entrambi i desideri l'
espressione naif di una profonda incapacità di interpretare il
bisogno di identità ancorandosi in modo ingenuo all'identità di
genere?. Sforzo da cui sortiscono vergognose caricature, parate
ridicole, un carnevale da quattro soldi:tra gli uomini,il virilismo
esagerato, compensando la paura dei loro stessi desideri
femminili.Tra le donne l'esagerazione della femminilità servendo
forse a punirsi di voglie e ambizioni da maschio.
Ciò che scopro, se osservo con attenzione il mondo che mi
circonda,è che il sapere della differenza sessuale -del taglio,cioè
che l'appartenenza all'uno o all'altro sesso scava nel corpo
umano - coincide con ciò che nell'esperienza veniamo a
conoscere della nostra radicale, disperata distanza da una
sicura identità. E' per ripararsi da quell'angoscia che assumo
come identità la ripetizione mimetica di certi tratti convenzionali
e convenienti. Perché - è evidente - io nasco con un organo
sessuale:quello è il mio sesso.Ma la mia sessualità non è un dato
che mi resti consegnato a quel fondamento anatomico. Quel che
è davvero interessante è ciò che ne farò di quell'appartenenza
biologica. Rispetto ad essa, quanto giocherà la mia adesione o
meno ai modelli culturali che su tale differenza i sono
storicamente costituiti?. E quanto conterà la mia libertà da
convenzioni stantie?. Libertà che affermerò rivendicando nel
modo della conoscenza stessa un nuovo paradigma, che
partorisce teoria a partire dall'esperienza. E' un paradigma in
cui la conoscenza e l'esperienza si sostengono in modi
assolutamente vitali, che derivo da donne che prima di me sono
esistite, e hanno rovesciato in concreto e in positivo carismi
come l' ascolto e la compassione, imposti alla donna per
comodità dalla cultura viriloide.Come è accaduto con donne che
ci hanno mostrato la strada, le più famose - Lou Salomé, Sabine
Spielrein, Anna Freud e Emma Jung e Maria Bonaparte e
Hélène Deeutsch, Melanie Klein e Françoise Dolto. Tutte donne
che all'inizio del secolo XX hanno con coraggio rovesciato
luoghi comuni e disobbedito alle facili e prevedibili attese di
corrispondenze illusorie tra organo e mente, imponendo un altro
sguardo sulla realtà dell'amore,della sessualità, della maternità,
dell'infanzia. Tutte donne che insieme a molte altre scrittrici e
artiste e donne anonime, comuni, hanno denunciato il fatiscente
e mostruoso apparato patriarcale, che sul piano politico, negli
stessi anni dava prove efferate di demenza e violenza; e in un
secolo misogino e violento hanno affermato comunque la loro
volontà di indipendenza e il loro senso della vita umana. (…)
Nadia Fusini da Una fratellanza inquieta ( Donne e uomini di oggi )
Non mi piace molto...
RispondiEliminaA complemento posterò - sempre dell'autrice- una prefazione che spieghi le ragioni della scrittura di questo libro.
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