...fino a che sulla tua bocca non ci sarà la mia…
Mi sgretolo negli istanti delle tue ciglia
che si librano su correnti ascensionali
come carezze di riposo in un volo controvento.
E non voglio chiudermi gli occhi
se dentro ci sono ancora i tuoi
a bendarmi il silenzio dei giorni assenti.
Poco importa saziarsi di risposte
quando nel mio ventre concepisco le tue domande
come dubbi a germogliare.
Non ho stadere tra le mani dell'anima
né contrappesi a salvarmi dall'inganno
di un orizzonte che non c'è;
possiedo solo assiomi e paradossi
che dipingono la mia pelle di infiniti " se"
e di te, profeta di un tempo che non verrà.
Ti frammento parole spargendole
sulle tue labbra,
ma non avranno alcun senso
fino a che - fino a te -
sulla tua bocca non ci sarà la mia.
frida
La tua vena "amorosa" è sempre efficace e profonda.
RispondiEliminaTi ringrazio.
RispondiEliminaAbbi un sorriso...
Bella con un linguaggio incantevole...
RispondiEliminaL'uso della matafora è ciò che caratterizza la poesia.
RispondiEliminaPer quanto riguarda me, il discorso evocativo ( a metà fra il reale e il surreale ) è poesia tout court.
Grazie del commento.