venerdì 19 ottobre 2018

LETTERE ALLA MADRE ( C. Baudelaire ) 4


27 Marzo 1852

(…) Jeanne ( Duval ) è diventata un ostacolo non solo alla mia
       felicità - questo sarebbe di poca importanza; anch'io so
       sacrificare i miei piaceri, e l'ho provato - ma anche al
       perfezionamento del mio ingegno. I nove mesi appena trascorsi
       costituiscono un'esperienza decisiva. Gli impegni importanti
       che mi trovo ad affrontare,il pagamento dei debiti,la conquista
       di titoli per il mio successo, il raggiungimento della celebrità,il
      sollievo ai dolori che ti ho causato,non potranno mai compiersi
       in simili condizioni.Un tempo ella aveva delle qualità, ma le ha
       perdute, e io ho guadagnato in chiaroveggenza. VIVERE CON
       UN ESSERE che non è capace di nessuna gratitudine per gli
       sforzi che fai,che li osteggia con una goffaggine e una
       cattiveria permanente,che non ti considera se non come un suo
       servo e sua proprietà, con cui è impossibile scambiare una
       parola di politica o di letteratura, una creatura che non vuole
       imparare nulla, anche se le hai proposto di darle tu stesso
       delle lezioni, una creatura  CHE NON MI AMMIRA, che non
       si interessa neppure ai miei studi, che getterebbe i miei
      manoscritti nel fuoco se questo potesse procacciarle più denaro
       che lasciarli pubblicare, che scaccia il mio gatto, la mia unica
       distrazione in casa, e vi porta dei cani, proprio perché la vista
       dei cani mi fa star male, che non sa - o non vuole capire - che
       essere avaro, per UN solo mese, mi consentirebbe di finire un
       grosso libro grazie a un momentaneo riposo- ma è possibile?
       E' possibile tutto questo?.
       Mentre ti  scrivo, mi sento agli occhi lacrime di vergogna e di
       rabbia, e in verità sono contento di non avere in casa nessun'
       arma; penso ai momenti in cui mi è impossibile osservare la
       ragione e alla notte terribile in cui le ho rotto in testa una
       mensola.Questo è quanto ho trovato laddove appena dieci mesi
       fa pensavo di trovare sollievo e riposo. Per riassumere tutti i
       miei pensieri in uno solo, e per darti un'idea delle mie
       riflessioni, penso UNA VOLTA PER SEMPRE che la donna
       che ha sofferto e che ha fatto un figlio, è l'unica che possa
       essere pari all'uomo. Generare è l'unica cosa che possa dare
       alla donna l'intelligenza morale…
       Vedi bene che ho ragione: bisogna partire.
       Ma partire PER SEMPRE.


                                   Charles   (…)

           Charles Baudelaire    da       Lettere alla madre

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