domenica 28 ottobre 2018

L'AMATA ( Lettere di e a Elsa Morante ) 2

1938

Da Elsa Morante ad Alberto Moravia

(…) Caro Alberto,
       ho un tale desiderio di parlarti ogni momento, che dovrei
       sempre scriverti. Ma questo non è possibile, come non sono
       possibili tante altre cose. E poi, se ti scrivessi sempre, tu
       finiresti per non leggere nemmeno più le mie lettere, per il tuo
       carattere che ti fa sembrare inutili le cose che hai. Ma forse mi
       sbaglio e malgrado tutto non ti capisco abbastanza.
       Questo è uno dei miei rimorsi, e il più grande di tutti è che non
       mi riesce di essere per te quello che vorrei. So di essere piena
       di cose volubili, fisiche, non chiare, e forse quelli che a te
       sembrano dei segreti che per te non esistono, sono soltanto
       queste ombre del mio carattere.Ma vorrei che tu vedessi dietro
       a queste cose come desiderio di avvicinarmi a te. Vorrei esserti
      così vicina che tu te ne accorgessi e non andassi continuamente
      via da me come hai fatto finora. Vorrei essere un bene per te, e
      per questo rinuncerei a me stessa e a tutto quello che mi
      riguarda. Tutto è molto chiaro e semplice, ma ancora non mi
      sembra di averlo detto come si dovrebbe.
      Ti domanderai perché ti scrivo ora tutte queste cose. Perché ho
      bisogno di dirtele, e qualunque siano i nostri rapporti nel
      futuro, ( io davvero non lo so, e naturalmente anche stasera
      sono piena di gelosie e di disperazione ), tu ti ricordi in
      qualunque momento questo che ti dico…


                                         Elsa

Lettere di e a Elsa Morante   da  L'amata  ( a cura di Daniele Morante )

3 commenti:

  1. Ogni volta che leggo lettere come questa mi chiedo se sia giusto pubblicarle, anche e a maggior ragione, se gli interessati non ci sono più?! Certo se sono gli stessi a pubblicarle in un libro va bene, ma postume non credo che il valore letterario giustifichi la pubblicazione di lettere private, a me non piacerebbe...

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  2. Tu poni un problema etico di non facile soluzione, anche perché penso che le risposte siano diverse, a seconda dei punti di vista. In genere le lettere ( scritte a persone conosciute, familiari o amanti ) appartengono alla sfera privata dell'individuo e vi si dicono " cose " che solo quella persona ( almeno nell'intenzione dello scrivente ) dovrebbe conoscere. Diverse le lettere ( specie di artisti ) che, pur scritte a persone in modo privato- parlano di lavoro , di cronaca e di eventi, di fatti o di amici comuni. In questo caso vi sono epistolari che anche nell'intenzione dell'autore sono pubblicabili, anzi, alcuni ne curano addirittura l' edizione. Forse una sottesa forma di vanità? Non lo sappiamo.
    Certo è che di altri - e personalissimi colloqui epistolari - l'autore non credo prevedesse la divulgazione, come ritengo sia nel nostro caso. Infatti il testo in questione - edito nel 2012 - e curato da Daniele Morante ( nipote di Elsa ) esce molti anni dopo la scomparsa della scrittrice ( avvenuta nel 1985 ) ed è frutto non solo di una lunga cura, ma di un " recupero" di molte delle lettere presso i rispettivi destinatati.
    Ora io mi chiedo: è un' " operazione " del tutto limpida , allo scopo di farci conoscere meglio i pensieri e i sentimenti ( anche i più riposti ) di una scrittrice molto conosciuta e mai dimenticata, o non è piuttosto un'operazione " commerciale - editoriale" che nasconde dietro molti interessi di altro genere?
    E' fin troppo chiaro che un libro come questo è un " evento" per gli amanti e i conoscitori della letteratura , direi " una vera chicca ", ma temo che a muovere la mano dei curatori sia stato più un interesse di tipo editoriale che umano.
    Non credo ( ma è un parere personale ) che Elsa ( dal carattere difficile e ombroso, schiva e a proprio modo riservata ), avrebbe gradito.
    Grazie per l'intervento.

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