Canzone che dice torna a chi è troppo lontano..
IL bosco dei capelli,
il tuo capo posato
sulla mia spalla -
addormentata
tra un paese e l'altro
del Belice:
attrice delle notti di vino
e risate - le prove
filate, la luce scura
di Gibellina Nuova,
correvi come un fiume
nuovo nel secco
quando l'estate
cede il passo all'autunno.
***
Non riesco a liberarmi
del fantasma del tempo
troppo lungo e del lampo
di quel sorriso che quella sera
mi chiamava da una casa
a Letino :
dopo - solo notti stoppose,
veglie d'armi inutili,
giornate di vento.
***
Nella casa che fu nostra
la tua tristezza pure
danza: costa sempre tanto
lasciarsi qualcosa alle spalle
e non voltarsi-
fare il verso alla morte
che vola nell'aria a prima sera,
chiudere la porta
con la mano tenendo lo stipo,
attendendo un minuto ancora.
***
Era forse l'amore
quel dio recato dal vento
caldo dei campi,
ci sfiorò nella notte, all'oblio
d'entrambi ci condannava per anni,
contrappasso crudele alla nostra
cecità quel vedersi ogni sera
e non sapersi amare
se non a parole vaghe,
gesti lontani -
soffi di quella notte sul divano
a Letino,
che - ora so - fu d'amore.
***
La rondine di ogni anno
pizzica il cordino e fa vibrare
una musica antica - una canzone
che dice torna a chi è troppo lontano,
a chi con la mano ha detto addio al paese,
a chi ogni mese segna
sul calendario
un giorno d'oro.
***
Abbi pietà del cuore,
soccorso di cielo e terra,
vento che ti desta alle
sei del mattino,
campanello della sveglia:
misericordia è anche
pugnale lungo che
mette fine alla vita sofferente -
abbi pietà del cuore
della terra e del cielo
che sono negli occhi
del cane davanti alla chiesa.
Nicola Grato da Inventario per il macellaio
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