" Se adesso sono viva, allora ero morta…" ( S.P. )
(…) Per la maggior parte delle persone esistiamo solo in un libro,
la mia sposa e io. Negli ultimi trentacinque anno ho dovuto
assistere con impotente ribrezzo a come le nostre vite reali
sono state sommerse da un'onda fangosa di racconti apocrifi,
false testimonianze, pettegolezzi, invenzioni, leggende; a come
le nostre reali, complesse personalità sono state sostituite da
stereotipi, ridotte a immagini banali tagliate su misura per un
pubblico di lettori affamati di sensazionalismo.
E così lei era la fragile santa e io il brutale traditore.
Ho taciuto.
Fino ad ora.
In lei c'era una sorta di fanatismo religioso, l'aspirazione ad
una forma superiore di purezza, la sacra e violenta vocazione
ad immolare la vecchia e falsa se stessa ad ucciderla per poter
rinascere, pura, libera e soprattutto vera.
Nei sette anni trascorsi insieme non la vidi mai con nessuno -
neanche con i nostri figli - com'era realmente, come io la
conoscevo, la donna con la quale vivevo, la donna che ,
scalciando come una giumenta in calore, mi aveva morso a
sangue la guancia al primo appuntamento.
Non ci eravamo abbracciati, ma saltati addosso.
Sbuffando come un animale - di piacere, di gioia - le strappai
dai capelli la fascia rossa, le tirai via dai lobi gli orecchini d'
argento, e più di ogni altra cosa avrei voluto stracciarle il
vestito,spogliarla di tutti quegli orpelli di decoro,sottomissione
e civiltà, di falsità.
E' stato crudele, doloroso.
E' stato vero.
Ognuno era preda dell'altro.
Neanche quattro mesi dopo l'avrei sposata.
Di una donna che invece di baciarti, ti morde, avrei dovuto
capire che per lei amare qualcuno equivaleva a combatterlo.
Di me avrei dovuto capire che, rubandole i gioielli, avevo
strappato solo dei fronzoli, appropriandomene come trofei.
Chi inizia così un amore, sa che vi si cela un cuore di violenza
e distruzione. Finchè non sopraggiunge la morte. Uno di noi
due era spacciato fin dall'inizio.
Era o lei o io.
Nella furia divoratrice chiamata amore, avevo trovato la mia
pari. (…)
Connie Palmen da Tu l'hai detto
Le parole e la voce del narratore mi hanno un po' angosciato invece lo scritto mi è piaciuto...
RispondiEliminaE' vero. Ho avuto la stessa sensazione.
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