domenica 16 settembre 2018

AUTUNNO ( La pace dei boschi ) 1

 
 

                                                                     Autunno : la pace dei boschi…


(…) Arriva sempre all'improvviso, trovandoci impreparati.Anche il
       suo nome - autunno - sembra un repentino colpo di tuono: non
       siamo mai in attesa dell'autunno. Attendiamo la primavera, l'
       estate, perfino l'inverno e i suoi silenzi innevati: l'autunno,
       invece, preferiamo non aspettarlo, non evocarlo troppo…
       Eppure, già dopo agosto, i giorni si fanno brevi, il buio
       sopraggiunge presto e le serate sono fresche; comincia a
       crescere il silenzio, forse anche perché la gente preferisce
       rientrare presto a casa chiudendo finestre e persiane sul far
       della sera.
       Autunno è un tempo di emozioni contraddittorie: da un lato la
       gioia, il piacere per la raccolta dei frutti, con la terra che
       sembra finalmente dare all'uomo un po' di tutto, in cambio del
       lavoro e delle cure ricevute. D'altro lato la tristezza, la
       malinconia in agguato soprattutto alla sera, perché si assiste
       a una grande spogliazione: cominciano a spogliarsi i cieli,
       perché le rondini, radunatesi sui fili della luce, se ne vanno
       lasciandoci con il nostro cattivo tempo; ci abbandonano le
       allodole, con il loro canto che è lode; compare il cuculo, che a 
       primavera ritmava le ore mattutine…Se ne vanno ed emigrano,
       ma la loro destinazione sono cieli e terre conosciute dai loro
       padri e madri, luoghi in cui sanno di stare meglio.Non succede
       così agli uomini che emigrano: i poveri - infatti - corrono dove
       c'è il pane, dove sperano di star meglio non tanto loro stessi,
       quanto i loro figli, ma quello che trovano sono terre di altri,
       luoghi sconosciuti e non sempre capaci di accoglienza. Le
       migrazioni umane che oggi conosciamo quotidianamente,
       hanno un sapore diverso dal ritorno a casa delle rondini:
       queste affrontano fatiche e rischi della migrazione, ma sanno
       cosa le attende una volta arrivate; gli uomini invece, oltre alle
       paure e alle sofferenze del viaggio, trovano a destinazione
       patimenti, incomprensioni e rifiuti, a volte anche oppressioni
       e soprusi…
       Beate le migrazioni degli uccelli ! (…)


                   Enzo Bianchi  da      Ogni cosa alla sua stagione 


                                         
                                       La partenza delle rondini

2 commenti:

  1. Mi piace moltissimo il modo di scrivere e descrivere di padre Enzo Bianchi, lui vive nella natura e queste variazioni di stagione con tutte le sfumature le riesce ancora a vedere, qui in città, a causa dei cambiamenti climatici, non si vedono più e i cambi sono bruschi e non definitivi... Comunque è bello vedere attraverso i suoi occhi e la memoria dei ricordi

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  2. Proprio così. Sono scritti che fanno bene all'anima.

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