Il sapore dell'autunno è quello della maturità…
(…) C'è , Signore, chi ritiene triste l'autunno, la sera, il tramonto.
Ma il tramonto è anche un'alba, e il sole che scompare da noi
appare in un altro emisfero. E mentre noi ci disponiamo al
riposo, mi piace pensare a quell'altra metà del mondo che
si sveglia e si accinge al lavoro.Così, quando noi ci svegliamo,
l'altra metà si dispone a dormire. Il mondo non è così mai del
tutto addormentato: sarebbe troppo torpido; e non è mai del
tutto desto: sarebbe troppo eccitato, ma il suo equilibrio
sapientemente si bilancia tra sonno e veglia e c'è sempre chi
si risveglia e inizia la sua fatica quotidiana.
Così - nel mondo - c'è sempre primavera,sempre estate, sempre
autunno, sempre inverno: c'è sempre qualche luogo in cui
fioriscono le primule, maturano le messi, cadono le foglie e
scendono i fiocchi di neve. E' molto bello, Signore, che sia così
e io ti ringrazio di aver fatto il mondo a questo modo : con
tanta contemporaneità di ricchezza e, nel contempo, tanta
diversificazione di ritmi, in modo che la scansione delle
diverse fasi ci aiuta a inserirle, ma anche a isolarle dalla
globalità del ciclo, sì da poterne cogliere meglio il simbolo, il
senso e il sapore.
E il sapore dell'autunno è quello della maturità. Non qualcosa
di stanco e marcescente, ma di compiuto, in cui la stessa
marcescenza ( le foglie che si decompongono ) è il nido caldo
della vita: l'humus che fertilizza il suolo e alimenta i semi.
Sembrano morti - i semi - sotto alla terra, e invece dormono
soltanto; e la terra è un grembo pregnante, in attesa del parto
primaverile.
Come il tramonto che prepara la notte; e la notte è il nido
scuro del giorno, la tana buia della luce.
In autunno si raccolgono i frutti che tutto l'anno ha preparato:
l'autunno è perciò tempo di conclusione e anche di inizio, di
compimento e anche di attesa. Perché non c'è mai nulla che
finisce; e niente è a tal punto compiuto da non aver bisogno di
ulteriore compimento. Così è la morte che attende la
resurrezione; così è la visione di Dio che si apre a visioni
sempre più vaste e profonde. (…)
Adriana Zarri da Quasi una preghiera
Davvero bella e significativa, mi fa pensare che, mentre noi ci prepariamo all'autunno, in Argentina sta arrivando la primavera... Bellissima la musica di Vivaldi
RispondiEliminaMolto poetico e gentile il libro della Zarri, che è un po' il sunto del suo pensiero di persona profondamente credente.
RispondiEliminaCredere ( come si dice ) è una grazia, ma penso che sia anche una fortuna, un Dono ( immeritato ).
E se qui volessimo andare filosoficamente a fondo del problema ( Dono da CHI a chi? e perché ? ),
arriveremmo alla teoria delle pre-destinazione ( vedi Calvino, per il quale persino il SUCCESSO ECONOMICO era un segno della benevolenza di Dio! ).