sabato 15 settembre 2018

IL GUSTO DELL'AUTUNNO 1

 
 

                                                     Il sapore dell'autunno è quello della maturità…



(…) C'è , Signore, chi ritiene triste l'autunno, la sera, il tramonto.
       Ma il tramonto è anche un'alba, e il sole che scompare da noi
       appare in un altro emisfero. E mentre noi ci disponiamo al
       riposo, mi piace pensare a quell'altra metà del mondo che
       si sveglia e si accinge al lavoro.Così, quando noi ci svegliamo,
       l'altra metà si dispone a dormire. Il mondo non è così mai del
       tutto addormentato: sarebbe troppo torpido; e non è mai del
       tutto desto: sarebbe troppo eccitato, ma il suo equilibrio
       sapientemente si bilancia tra sonno e veglia e c'è sempre chi
       si risveglia e inizia la sua fatica quotidiana.
       Così - nel mondo - c'è sempre primavera,sempre estate, sempre
       autunno, sempre inverno: c'è sempre qualche luogo in cui
       fioriscono le primule, maturano le messi, cadono le foglie e
       scendono i fiocchi di neve. E' molto bello, Signore, che sia così
       e io ti ringrazio di aver fatto il mondo a questo modo : con
       tanta contemporaneità di ricchezza e, nel contempo, tanta
       diversificazione di ritmi, in modo che la scansione delle
       diverse fasi ci aiuta a inserirle, ma anche a isolarle dalla
       globalità del ciclo, sì da poterne cogliere meglio il simbolo, il
       senso e il sapore.
       E il sapore dell'autunno è quello della maturità. Non qualcosa
       di stanco e marcescente, ma di compiuto, in cui la stessa
       marcescenza ( le foglie che si decompongono ) è il nido caldo
       della vita: l'humus che fertilizza il suolo e alimenta i semi.
       Sembrano morti - i semi - sotto alla terra, e invece dormono
       soltanto; e la terra è un grembo pregnante, in attesa del parto
       primaverile.
       Come il tramonto che prepara la notte; e la notte è il nido
       scuro del giorno, la tana buia della luce.
       In autunno si raccolgono i frutti che tutto l'anno ha preparato:
       l'autunno è perciò tempo di conclusione e anche di inizio, di
       compimento e anche di attesa. Perché non c'è mai nulla che
       finisce; e niente è a tal punto compiuto da non aver bisogno di
       ulteriore compimento. Così è la morte che attende la
       resurrezione; così è la visione di Dio che si apre a visioni
       sempre più vaste e profonde.  (…)


                    Adriana  Zarri     da          Quasi una preghiera

2 commenti:

  1. Davvero bella e significativa, mi fa pensare che, mentre noi ci prepariamo all'autunno, in Argentina sta arrivando la primavera... Bellissima la musica di Vivaldi

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  2. Molto poetico e gentile il libro della Zarri, che è un po' il sunto del suo pensiero di persona profondamente credente.
    Credere ( come si dice ) è una grazia, ma penso che sia anche una fortuna, un Dono ( immeritato ).
    E se qui volessimo andare filosoficamente a fondo del problema ( Dono da CHI a chi? e perché ? ),
    arriveremmo alla teoria delle pre-destinazione ( vedi Calvino, per il quale persino il SUCCESSO ECONOMICO era un segno della benevolenza di Dio! ).

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