mercoledì 19 settembre 2018
CANTI DELLA PRESENZA ASSENTE 2
PICCOLA POESIA DELLO SPOSSESSO Per Amelia Rosselli
Ho chiesto agli scaffali di scegliere
un libro per i tuoi fianchi dolenti, ma
ma non hanno saputo dire, non hanno saputo
giocare con la memoria dei tuoi capelli
finchè - dal fondo della fila - un libro
si è spinto tre centimetri oltre il bordo
e si è aperto, spalancato sulla sera
che verrà, nostro malgrado, a popolare
il tempo durato fino a qui. E' un libro
tuo, mai pubblicato, un fantasma di libro
nel quale si raccolgono tutti i versi che
non hai mai scritto, che non hanno voce.
E' un libro che non esiste, eppure io ce l'ho.
***
DOVE NOI POTREMO Per Adrienne Rich
Inevitabile, si dice quando il rimedio
corrisponde all'affacciarsi della notte, dove
si colgono i fiori siderali sparpagliati
nei millenni agli angoli mutati
della sfera. E' lì - dove non siamo stati -
che si approssima lo schieramento
degli eserciti allenati alla parola,
dove noi potremmo, dove noi potremo.
***
NEL GIORGO DI TERRA Per Wislawa Szymborska
Affogo in te come nel gorgo
di terra che liofilizza l'acqua,
paradosso che genera il mistero
della tua assenza - tu, oceano minimo
che ha addomesticato i pesci
del mio acquario. Nulla di te si fa
memoria, si incammina il carro degli affetti
- mosso da un regale traino a sei - verso
la corte dei miracoli che sta
fra le tue scapole e il diritto
d'asilo della mia bocca sul tuo sterno
difeso dalla paura.
***
L'INGRESSO A RITROSO Per Margherita Guidacci
Dicevi di aver conosciuto
la morte prima della vita e il lutto
prima della festa. Eppure, sono
nei tuoi versi tracce di quieta letizia,
con la sola sbadataggine d'esserti
persa il rimaneggiamento della stanza,
la convocazione della mobilia che ha
definito il panorama delle riconquiste.
hai tradotto Dickinson sfidando
un femminile distante eppure prossimale,
nella teologia del padre perso e mai
reiventato per la paura lecita del
tradimento, prima o poi. Nessuno sa
se riposi in pace, se ti agiti in guerra.
***
TE MARIS Per Alfonsina Storni
Ti arrampica le spalle un mare
di scoglio, gioca con la nuca
e perde il significato di sé - liquido -
a dire di vento che riodora
mille anni dietro di te - mille miglia
lontano - sussurro alle labbra
dei coralli che vanno formandosi
in nome dei nostri naufragi
ti spaio per vederti intera, tu
ferita spalancata sul me che ti coglie
concepita eppure senza memoria,
le ginocchia piegate come una preghiera.
Augusto Pivanti Inediti
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Linguaggio davvero troppo ermetico per me..
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